Changmin Pov
Un rumore assordante mi svegliò. Lamenti di persone che urlavano gli uni contro gli altri.
Aprì lentamente gli occhi, mentre i raggi della luce del sole colpì il mio viso, che mi costrinse a portare una mano a coprire i miei occhi, sentendomi in quel momento indolenzito.Ricordavo ben poco della sera precedente, se non che un uomo mi finì addosso e venni colpito da una delle guardie, poi il nulla.
"Mi avranno trascinato qui a forza..."
Loro non usavano mai la delicatezza, su di loro. La gente comune non erano altro che bestie da tenere a bada, selvaggi.
Coloro che invece servivano, erano i potenti e non tutti, come facevano credere.Chi non era povero nei villaggi e cercava di sopravvivere anche a costo di rubare? Mia madre non mi aveva insegnato ciò, ma... mia madre... Sooyeon.
Al pensiero di loro due, mi alzai e mi avvicinai alle sbarre, cercando con lo sguardo qualcuno. Dovevo spiegare loro che c'era stato un malinteso, che ero innocente.
Il corridoio era poco illuminato da delle torce sistemate alle pareti e alcuni prigionieri si lamentavano, chiedendo pietà e chi
invece sbraitava loro contro di stare zitti.Sentì una porta aprirsi e uno spiraglio di luce illuminare quel corridoio tetro.
«Smettetela!»
Un gruppo di guardie entrarono e camminarono lungo il corridoio. Erano vestiti in rosso e, a fianco, tenevano una spada, ad eccezione di uno: lui aveva una pistola.
Lì osservai e si fermarono proprio davanti alla mia cella, guardandomi da capo a piedi.
«Sarebbe questo il ragazzo che ha rubato un sacco d'argento al mercante di schiavi?»
«Si, mio signore. Lo abbiamo trovato con il sacchetto aperto e le monete addosso, mentre tentava di fuggire.»
Sgranai gli occhi. Non ero io, ma quel uomo che mi aveva incastrato.
«No... no, c'è stato un errore. Non sono io l'uomo che ha rubato quel sacchetto di monete! Non sono stato i-...»
«Non una parola in più. Potrà venire usata contro di te, mascalzone.»
Il capo delle guardie mi osservò, dicendo quelle parole. Sapevo che era inutile continuare a supplicare, ma mia madre e Sooyeon mi aspettavano a casa.
Chi avrebbe pagato le medicine per mia sorella? Chi avrebbe potuto mantenere i suoi studi e la casa dove vivevamo? Mia madre non ci sarebbe riuscita da sola e non potevo abbandonarle.«La prego... la prego. Mi lasci andare. Non sono io, sono innocente, sono stato incastrato! Mia madre e mia sorella mi stanno aspettando a casa. Vi supplico...»
«Ah, hai anche una madre e una sorella? Bene, penso che al mercante di schiavi farà piacere sapere che può ricavare qualcosa da voi. Se sono entrambe di bell'aspetto varranno una bella fortuna e il tuo debito e peccato verrà perdonato.»
«No... NO, VOI NON POTETE! NON POTETE, VI SUPPLICO!»
Il capo delle guardie stava per aprire bocca, ma venne interrotto da un'altra voce che li raggiunse.
«Possibile che non riusciate a non far supplicare la gente?»
Portai lo sguardo lucido sul nuovo arrivato.
Era un ragazzo giovane con i capelli lunghi e lisci, magro e la sua veste nascondeva il corpo in modo perfetto, ma quei lineamenti del suo viso erano femminili. Se non fosse stato per la voce, lo avrei scambiato per una signorina.«Signore, stava cercando un modo per risparmiare la sua famiglia. Avrebbe dovuto pensarci due volte prima di derubarvi.»
Quello doveva essere il mercante di schiavi, perché mi guardò a lungo per poi leccarsi le labbra. Ciò mi fece rabbrividire, il suo sguardo mi faceva rabbrividire che feci due passi indietro.
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Sʟᴀᴠᴇ
Fiksi Penggemar"Da povero a ricco. Da venditore di scarpe a schiavo di un padrone... può la mia vita avere una svolta migliore?" Raiting: Rosso Pairing: Yunho and Changmin (Homin) Cover by @AshikaRamasamy