Cap 11

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Yunho PoV

Non avrei mai pensato di vedere con i miei occhi ciò che Jaejoong stava facendo.
Un oltraggio. Uno sbaglio. Lo sbaglio più grande che potesse fare.
Potevo sentire bene la sua spalla sotto le mie dita e la presa farsi più forte, anche se sapevo che si stava trattenendo dal dolore.

Changmin si era nascosto dietro di me, stringendo i lembi della mia tunica e tenendo il viso affondato alla mia spalla.

« Cosa stavi facendo..? » domandai, sapendo già cosa stava facendo, ma volendo sentire dalle sue labbra una risposta. Per quanto fossimo " amici " non tolleravo. Changmin era una persona ed era anche... Mio.

« Jaejoong, ripeto. Cosa stavi facendo? »

Continuava a fissarmi e a sorridere anche se la sua pelle poteva aver preso quel colore violaceo di chi avesse avuto una botta sotto le mie dita.

« Niente. Stavo solo constatando come tenevi bene il mio regalo per te. »

Mollai la presa, a quelle parole, spingendolo quasi lontano da me e Min.

« È una persona. Come te e me e mostra del rispetto. »

« Lo mostro eccome, il mio rispetto. »

Non sapevo cosa ci facesse lì, ma prima che glielo chiedessi, venne chiamato da uno dei servi di mia madre e si congedò con un piccolo inhino del capo, portando una mano sulla spalla che avevo premuto.

Mia madre. Lo aveva convocato lei?

Non pensai ad altro, voltandomi verso Min che teneva ancora la mia veste e sembrava non lasciarla.

« Minnie.. va tutto bene.. non devi aver paura.. va tutto bene. »

Il non poter essere sempre lì a proteggerlo mi fece ribollire il sangue nelle vene. Perché la colpa era anche mia.

Lui sollevò il viso e mi guardò negli occhi, avvolgendo inaspettatamente le braccia al mio collo, abbracciandomi forte e non potei non ricambiare quell'abbraccio.

Tremava e lo sentivo fin sotto quella mia veste.

« Va tutto bene... » lo rassicurai nuovamente e gli accarezzai i soffici capelli. Non parlò, non disse nulla, ma sapevo che era un modo per ringraziarmi.

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« Dovresti mangiare. Qui non verrà nessuno e nemmeno lui. »

« Non ho molta fame.. »

Ora era seduto sul mio letto, con quel piatto di minestra fumante su un vassoio, posato sulle sue gambe.
Per sicurezza, lo portai a cenare in camera mia e gli feci compagnia.

« Yunho... »

« Si? »

« Perché pensi lui sia qui..? Non mi vorrà indietro.. vero? »

Era la domanda che mi ponevo da quando lo vidi vicino a Min. Posai il cucchiaio nel piatto e lo guardai senza mutare nessuna forma sul mio viso.

« Non lo so, ma sappi che non ti avrà mai indietro. Sei mio e non sarà così folle da sfidarmi. »

Gli occhi di Min sgranarono e diventarono come quelli di un cerbiatto incuriosito, ma allo stesso tempo.. spaventato.

Sospirai nuovamente ed allungai una mano sulla sua che posai con delicatezza.

« Non ti devi preoccupare. Lui non ti farà mai nulla. »

Le mie parole sembrarono calmare quegli occhi da cerbiatto che tornarono su quel piatto di cibo e, con la mano libera, cominciò a mangiare senza spostare la mia mano.

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