Desaparezco-Bar

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"Levati quella faccia da funerale, ragazza, sei sempre tu. Resti sempre Enola."- le parole escono senza che riesca a controllarle dalla mia bocca, come se qualcosa di cui non conosco neppure l'entità sapesse che in quest'istante  ho bisogno soltanto di me stessa, di sentire le mie parole e darmi torto, farmi le ragioni e perdonarmi da sola.
Tiro un respiro e per l'ennesima volta infilo il caschetto rosso fuoco in testa.
"Se vuoi fare questo schifo di lavoro fai in modo che la gente non ti riconosca, perché mia figlia non si accontenterebbe di versare e portare birre a cinquantenni ubriachi."
Queste erano state le parole di mia madre, tre mesi fa, quando decisi di fare qualche passo avanti verso la mia indipendenza, almeno quella economica, andando a fare il giorno di prova presso il bar dove attualmente lavoro e dove ho fatto la mia mezza fortuna.
Dico mezza perché è vero... Chi me la fa fare a indossare una stupida parrucca e a truccarmi più del solito pur di accontentare mia madre e sentirmi soddisfatta.

-"Mamma, io sto andando a lavoro, se mi lasciassi un po' della cena mi faresti un favore enorme. Riscaldo e mangio tutto appena torno."- nel frattempo controllo di avere tutto con me, telefono e chiavi di casa comprese.
-"Appena finisce il turno però torna, sennò vengo a prenderti se vedo che si fa tardi."- impassibile la figura della donna di fronte a me, quella di mia madre, prende posto in modo scomposto sul divano, senza nemmeno guardarmi in faccia e parlando più al tipo che appare in TV che a me.
-"Tu non ti preoccupare. Lasciami la cena."-
-"Poi ti chiamo."-
-"Come vuoi ma ora devo andare."-
-"Buon lavoro Enola."-
-"Buonanotte mamma."-

Sono solo le sette di sera, vero, ma dato che non tornerò in tempo per augurarle sogni tranquilli, lo faccio mentre muovo i primi passi verso il bar in centro.

Spingo la porta all'interno del locale, facendo risuonare le campanelline che solitamente annunciano l'ingresso di un nuovo cliente.
-"Falso allarme Romeo, sono solo io."- è così che mi annuncio, chiudendomi la pesante porta alle spalle e strofinando i piedi per terra.
-"Enola, quante volte ti devo dire di entrare dal retro. Tutti i dipendenti lo hanno capito, tranne te. Devo essere più chiaro?"-

Buonasera anche a te, stronzo.
-"Si, Romeo, scusami, giuro che ho afferrato."-
-"Speriamo, vai in cucina a prendere il grembiule e inizia subito, che stasera ci sarà un gran da fare."- annuisco alle sue parole, preparandomi psicologicamente ad una delle solite serate movimentate qui al Desaparezco.

Illusa, Enola, non sai quanto ti sbagli.

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