Enola

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Sono tre ore che smanetto dietro il bancone con bicchieri di vetro di tutti i tipi, mi si consumano le dita a furia di sfregare sulle loro superfici con spugna e strofinaccio.
La serata è cominciata da circa un'ora e il locale è pieno zeppo di gente.

-"Enola, vai a servire i tavoli, fai a cambio con Edu."-mi ordina Romeo e non me lo faccio ripetere una seconda volta.
Afferro in block notes, penna e di corsa mi dirigo a prendere gli ordini.

-"Enola, inizia dal tavolo in fondo a sinistra, quei ragazzetti viziati stanno facendo storie da dieci minuti."-mi consiglia il mio collega, prima di prendere il mio posto dietro al bancone.
Liscio il grembiule nero e a passo spedito mi dirigo dai diretti interessati.

-" Buonasera ragazzi, avete deciso cosa ordinare?"- mi annuncio con gentilezza, cercando di non far trapelare la stanchezza che mi butta giù.
-"Sappiamo cosa ordinare da almeno mezz'ora."- risponde uno dei cinque ragazzi seduti al tavolino.
-"Beh, dai, almeno hai avuto tempo per ripensarci."- ironizzo, non avendo voglia di iniziare polemiche.
-"Non sei simpatica, sai?"- sbuffo alle parole del biondo e ripeto nuovamente la frase precedentemente detta.
-"Tre long island e due mojito. Finiamola qui."- interviene un'altro, col viso delicato con alcuni tratti severi.
-"Basta così? O volete ordinare anche l'aperitivo?"-
-"Non ci senti? Se l'avessimo voluto ordinare te l'avremmo chiesto"- riprende a parlare il biondo arrogante.
-"Cristo Santo"-borbotto a denti stretti, ruotando gli occhi al cielo.
-"Come scusa?"- interviene il suo amico.
-"Nulla, non volete l' aperitivo, bene, vi porto i drink."-
-"Alla svelta magari."-
-"Prova tu a gestire un locale in una serata del genere. Bisogna essere comprensivi se gli ordini non arrivano subito."- calco la mano io, rivolgendomi al tipo con il viso mezzo dolce.
Non mi risponde e colgo l'occasione per andare a preparare i drink.
Cinque minuti dopo mi ritrovo a fare lo slalom fra gente ubriaca che balla e fa casino, con il vassoio pieno in mano.
-"Chi ha preso i long island?"- tre di loro alzano leggermente la mano e posiziono sotto i loro occhi i bicchieri in vetro pieni.
-" Questo a te e questo.."- non riesco a terminare la frase che sento arrivare un colpo secco dritto suo mio sedere, che mi fa bloccare con il braccio a mezz'aria.
Mi giro di scatto e lancio in faccia al signore sdentato e fin troppo barbuto l'ultimo mojito.
Dal bancone vedo Edu che mi fissa con occhi sgranati e in poche falcate mi raggiunge.

-"Enola, cazzo fai?"-
-"Mi ha schiaffeggiato il sedere, permetti che mi vendichi?"-
-"Non in questo modo. Va a preparare il cocktail, io sistemo il casino che hai combinato."
-"Ti voglio bene Edu."-

Torno poco dopo con un mojito nuovo al solito tavolino.
-"Questo e quello che è finito sopra al maleducato non sono nel conto."-
-"Grazie."- il ragazzo accenna un sorriso e con un gesto vago della testa faccio per andarmene.
-"Cameriera, ma com'è che ti chiami?"- è uno di quelli rimasti zitti fino a quel momento a dare aria alla bocca.
-"Il personale non è autorizzato a divulgare informazioni personali, chiedo scusa."-
-"Stronza."-
-"Sbagliato, quello è il secondo nome."-
-"Rispondi fin troppo ma sei carina, piacere Felipe."
-"Ciao."- mi scappa una risatina che non riesco a controllare, poi mi ricompongo.
-"Loro sono Jonas, Mirko, Alberto e Ander."
-"Enola."-
-"Avrei detto Rosha."- risponde Mirko.
-"Hai rovinato il clima, iniziavate a starmi quasi simpatici."-
-"Bugiarda.. Ti si legge in faccia che ti stiamo sul cazzo."- continua Felipe.
-"Forse un po'. Un bel po'. Devo tornare a lavorare, buona serata."- mi fanno un cenno tranne quell'Ander e il biondo, Jonas.
Simpaticissimi i due serpenti.

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