A lezione non faccio altro che pensare a ciò che è successo ieri sera.
Dopo quella dichiarazione ho girato i tacchi e me ne sono andata dritta a casa, perdendomi, a detta di Penny, che ho avvisato del mio spostamento per messaggio, tutto il divertimento.-"Vargas interrogata."- con tono fermo, la Mendoza mi condanna involontariamente a morte.
Impallidisco e guardo nel panico più puro Penny che mi bisbiglia un misero "non ho nessun appunto".
Mi avvicino alla cattedra e inizio a esporre con un tremolio fisso della voce ciò che mi è rimasto della spiegazione della professoressa difronte agli occhi della classe.
Sei sotto i riflettiri Enola.
-"Il concetto di base dell'opera è che tutti gli uomini sono portati ad agire in conseguenza dell'amore, il libro rimane l'unica opera conosciuta dell'autore, e le fonti biografiche su di lui derivano quasi solamente da quest'opera. Lo stesso concetto di amore è trattato sempre ambiguamente, fra il carnale e lo spirituale. Nel testo, viene inserita una battaglia tra don Carneval e donna Quaresima nella quale la donna trionfa sull'uomo insieme ad Amore."- termino il mio monologo e mi tormento le dita pensando a quanto qualsiasi cosa mi riconduca a quel maledetto bastardo, che ora mi fissa con sguardo glaciale.
-"Tutto qui, Enola?"-
-"Non mi viene in mente altro."-
-"La questione dei tre manoscritti non ti dice nulla?"-
-"Zero. Ho il vuoto più totale in testa."- ammetto a testa bassa.
-"Cosa ti succede Enola, ti sei sempre dimostrata pronta, esemplare, una studentessa modello. Hai cominciato l'anno con il piede sbagliato?"-
-"Si, forse."-
Annuisce e me ne vado al posto, sbuffando sonoramente.
-"Alla fine perché ieri te ne sei andata così presto?"- mi chiede Penny evitando il discorso scuola.
-"Avevo il buon umore sotto i piedi dopo aver discusso con Ander."-
-"Ehi, perché non mi hai detto nulla, cos'è successo?"-
Le racconto tutto per filo e per segno e alla fine del discorso, ruota la testa in direzione del ragazzo e bisbiglia un "che grandissimo stronzo".L'intervallo suona ed io e Penny, con l'appoggio del collaboratore del nostro piano, ce la svigniamo fuori al terrazzo.
-"Smetterai mai di fumare, Enola?"-
-"Quando avrò la vita che mi merito, e lo metto in dubbio."-
-"Enola, Enola, a ore sei, ti sta fissando."
Essendo affacciate alla veranda, capisco che la persona a cui si riferisce si trova al terrazzo del piano inferiore al nostro e con disinvoltura abbasso lo sguardo per vedere di chi si tratta.
-"Mh, Ander, che guardi pure."- finisco la mia sigaretta e butto nuovamente uno sguardo giù, per vedere se il bello-ma-stronzo si trova ancora lì, ma è fuori dalla mia visuale.
-"Rientriamo?"-
-"In realtà, Penny, mi chiedevo se potessi lasciarmi due minuti da solo con la tua amichetta."- Ander, comparso improvvisamente davanti a noi, si intromette nel discorso.
-"Non perdiamo tempo Penny, entra."-rispondo prontamente, volendo evitare qualsiasi tipo di battibecco.
-"Ti dispiace starmi ad ascoltare per un attimo?"-
-"Non ho voglia di sentirti Ander e poi vado di fretta."-
-"Ma quale fretta, che se ti lascio entrare, ti rintani in classe a fare nulla."-
-"Ti do trenta secondi."-
-"Non essere patetica."-
-"29..28, ti conviene sbrigarti."-
-"Tu lasciami fare."- quel sorrisetto furbo che gli si forma in faccia non preannuncia niente di buono e ogni secondo che passa divento sempre più consapevole.
-"5..4..3.."-
-"Posso offrirti la cena questa sera?"- mi blocco immediatamente, smettendo di contare.
-"Perché te lo dovrei lasciar fare?"-
-"È il mio modo di scusarmi per ieri."-
-"Non posso, devo lavorare. Basta chiedere scusa per ricevere il mio perdono, non è necessario, ho già dimenticato tutto."-
-"Non capisci proprio.. Allora fatti offrire un caffè questo pomeriggio."-
-"Ho da studiare, hai visto oggi la Mendoza, mi ha beccata impreparata."-
-"Ho deciso, stasera ti riporto a casa dopo il lavoro, così non puoi inventare scuse."-
-"Affare fatto, ora posso rientrare in classe?"-
-"Prego.. Ah, Enola.."-mi chiama una volta che mi sono allontanata. -"Non fare l'arrabbiata che invecchi prima."- lascio il braccio di Penny, che tenevo stretto in una mano per trascinarmela dietro, afferro la prima cosa che mi capita, in questo caso il mio accendino e glielo tiro, cercando di colpirlo.
Peccato che riesce ad afferrarlo, lo osserva e se lo mette in tasca.
-"Questo te lo ridò stasera, se mi andrà."-
Sbuffo innervosita e me ne vado dritta in classe per non dargli ulteriori gusti.
STAI LEGGENDO
➴liℯability❀
RomanceLei vive una doppia vita: quella da normalissima liceale e ragazza raccomandabile e quella da nascosta. Un caschetto rosso fuoco è l'accessorio che preferisce indossare allo scattare delle sette di sera fino all'una del giorno dopo per non farsi ric...