Clipper

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-"Amore, sei sveglia?"- la voce tranquilla di mia madre mi desta dal mio riposo mattutino e con la luce che punta dritta alla mia faccia, cerco di aprire gli occhi. -"Buon compleanno Enola, questo è per te."-
Mi tiro su e come prima cosa, lei mi afferra il viso con entrambe le mano per stamparmi un bacio sulla guancia.
-"Non ce n'era bisogno mamma."-
-"Io invece credo proprio di si."-
Apro lentamente la scatola che mia madre mi ha poggiato sulle gambe e non posso fare altro che lanciare un urlo tant'è l'euforia quando vedo un portachiavi.
-"Non ci posso credere mamma, una macchina tutta mia?"-
-"Si, così non sarai costretta a dover prendere il pullman al ritorno da scuola e a fare la guerra con me per chi si accaparra quel vecchio catorcio che mi ritrovo."-
Salto giù dal letto e la stringo forte.
-"Grazie mamma, davvero, è il regalo più bello che potessi ricevere."-
-"I diciott'anni capitano una volta sola nella vita Enola.. Adesso sbrigati, sarai anche la festeggiata, ma questo non ti esenta dall'arrivare a scuola in orario."-

Dopo essermi lavata come da routine, scelgo i vestiti da indossare a scuola.
Non so perché, ma ogni anno, il giorno del mio compleanno, cerco sembrare più carina del solito.
Abbandono l'idea di mettere un vestito e mi oriento verso un paio di jeans bianchi attillati con la vita alta e una semplice camicia rosa extra large, lasciata leggermente sbottonata sul davanti.

-"Mamma io esco, ci vediamo a pomeriggio!"- da quando ho chiuso con il Desaparezco tre giorni fa, sembra che il rapporto con la mamma  sia improvvisamente migliorato e se proprio lo devo dire, preferisco avere mia madre che mi guarda in faccia che tanti disgraziati che mi fissano il culo.

Afferro le chiavi della mia nuova macchina e mi precipito fuori casa.
Una volta dentro l'abitacolo invio una foto a Penny con tanto di messaggio correllato:<<Fatti trovare sotto casa, ho una sorpresa per te>>; al quale lei risponde con un messaggio smielato con cui mi fa gli auguri e un emoji con gli occhi a cuore e il pollice in su.

Suono due volte il clacson quando sono sotto casa sua e lei non tarda ad arrivare, correndo come una matta nella mia direzione e guardando sbalordita il regalo di mia madre.
-"Cavolo, ma è stupenda!"-
-"Ti piace sul serio?"- le chiedo, abbassando il finestrino.
-"E me lo chiedi pure?"- entra in macchina, sul sedile accanto accanto al mio e prima che io metta in moto, mi porge una carinissima busta rossa.
-"Questa è solo una parte del regalo."- chiarisce, mentre a tutti i costi vuole vedere la mia espressione.
Apro la busta e quasi mi vengono le lacrime.
Penny ha incorniciato due nostre foto fatte mesi fa ad una fiera in città, accompagnate da una lettera interminabile.
-"Ti offendi se la leggo appena parcheggio? Almeno ho la certezza di essere arrivata a scuola e di non fare tardi."-
-"Sgomma pure stronzetta."-

Trovo un parcheggio che sembra essere fatto apposta per la mia bella macchinina nuova e mi ci infilo subito.
-"Sei pronta? Ti avviso, potrei piangere."- apro la lettera mentre guardo la bionda negli occhi.
-"Era quello il mio intento."-

Ci metto tre minuti a leggere le emozionanti parole che mi ha dedicato Penny, nelle quali descrive la nostra amicizia così strana ma stupenda dalla prima volta in cui xi siamo viste fino ad oggi; dei nostri litigi terminati con delle grosse risate, delle peripezie fatte per farsi notare da un ragazzo, le bugie dette alle rispettive famiglie e le grandissime stronzate condivise insieme.
Ma ovviamente, se per leggere la dedica ci ho impiegato tre minuti, gli ultimi sette li ho passati ad asciugarmi lacrime di gioia.
-"Ok, ci sono.."- faccio un respiro uscendo dall'auto, seguita da
Penny. -"Sicura che non si vede la scia di mascara colato?"-
-"Sei una meraviglia Enola, mettiti pure l'anima in pace."-
-"Prima sigaretta da diciottenne e poi in classe, ci stai?"- le propongo con sguardo divertito.
-"Sei diciottenne da meno di due minuti e già non ti sopporto."- dice fra le risate, acconsentendo a soddisfare il mio piccolo vizio.

Mentre sono intenta a cercare il mio clipper, ricordo di averlo lanciato giorni fa ad Ander e da quel momento non me l'ha mai più restituito.
Sollevo lo sguardo dal mio zaino e lo rivolgo al gruppo di ragazzi che ogni mattina si fermano esattamente difronte a me e Penny, ma dal lato opposto al nostro del cortile della scuola e mi rendo conto di avere gli occhi del ragazzo che ultimamente mi ritrovo sempre intorno, puntati addosso.
Con un gesto della mano gli faccio intendere che mi serve l'accendino. Lui annuisce, sorride beffardo e si avvicina, facendo si che gli occhi dei suoi amici e di Penny si rivolgano verso di lui.

-"Ho saputo che oggi fai gli anni."-
-"Come corrono velocemente le notizie."-
-"Consideralo un regalo."- scherza, tirando in aria il mio accendino, che afferro al volo.
-"Quanto sei tirchio, mi regali una cosa che già mi appartiene.. Ander, pensavo ti presentassi come minimo con un mazzo di fiori sotto casa."-
-"Che scema, va a finire che lo pensi sul serio."- le sue parole mi fanno ridere e mi sbrigo a prendere le mie stesse difese.
-"Scherzi vero? Non mi aspettavo un bel nulla, invece mi hai fatto gli auguri anche se velatamente e in un modo contorto e mi hai ridato il mio amatissimo accendino che ormai davo per disperso. Quindi grazie. "-
-"Velatamente?"- ha capito solo questo di tutto il mio discorso?
-"Esatto, sei arrivato qui con la tua faccia da sbruffone e mi hai detto 'ho saputo che oggi fai gli anni'"- gli faccio il verso, sempre ironicamente.
-"Vuoi che ti faccia gli auguri come si deve?"-
-"Dipende cosa intendi tu con 'come si deve'"- mi guarda con uno sguardo furbo e mi correggo subito. -"Ander scherzo, mi va più che bene anche così."- la mia stessa risata mi deconcentra per un istante, il tempo necessario che lui sfrutta per mettermi un braccio dietro il collo, tirarmi verso di se e darmi un tenero bacio sulla testa.
Immobilizzata, è questo il mio stato.
Dei fischi di approvazione arrivano da parte dei suoi amici e in fretta mi stacco da lui, sorridendogli appena e facendo segno a Penny di entrare subito a scuola.
-"Ma non hai nemmeno finito la tua sigaretta."- obietta lei.
Sollevo di poco il gomito e la scaravento oltre il muretto.
-"Ora si."- mormoro velocemente, avviandomi verso l'entrata dell'edificio.
-"Mi spieghi che ti passa per il cervello?"- dire che Penny mi sta rincorrendo sarebbe un eufemismo.
-"Ma li hai sentiti? Quei ricconi senza cervello mentre acclamavano il loro amico?"-
-"E quindi?"-
-"Quindi è meglio se Ander e quel branco di idioti mi stiano alla larga."-
-"Ma perché? Lui ha fatto un gesto carino e i suoi amici lo hanno gasato, non era niente di che Enola."-
-"È proprio questo il punto Penny."- mi fermo sull'entrata della classe iniziando a gesticolare. -"Quel genere di cose le vedo fare ai trogloditi della squadra di nuoto della scuola non appena uno di loro riesce a rimorchiare una povera sfortunata."-
-"Ander non fa nuoto."-
-"Rettifico, ha iniziato la settimana scorsa. Ma anche fosse non c'è differenza fra quelli della squadra di nuoto e la cricca di Ander, incluso lui."-
-"Pensi che quello che fa, lo faccia solo per prenderti in giro?"-
-"Potrebbe essere diversamente, secondo te?"- chiedo retoricamente.
-"Enola, credimi se ti dico che non è così."-
-"E tu come fai ad esserne certa?"-
-"Perché me l'ha detto Mirko."-
-"Cosa ti ha detto con esattezza?"-
-"Dice che lo vede diverso dalle altre volte, che è non era mai successo che Ander, dopo esser stato piantato in asso, fosse tornato a sistemare il casino che aveva combinato con la ragazza che lo aveva mandato a quel paese. Come è successo la sera del suo compleanno. "-
-"Quindi è solito comportarsi da stronzo, grandioso!"-
-"Come se fosse una novità."-annuisco, dandole perfettamente ragione. Non è affatto una novità.
-"Finché non ne avrò la conferma con i miei occhi, starò il più possibile alla larga da lui. Non voglio capitare nelle grinfie di nessuno, non di nuovo."-
-"Ti riferisci al tuo ex, quello di cui non voglio nemmeno ricordare il nome, vero?"-
-"E a chi sennò. Si chiamava Pezzo Dimerda comunque."- la nostra risata viene interrotta dall'arrivo di Ander, che mi guarda stranito mentre i suoi amici, che ci passano accanto, riprendono a fare commenti allusivi all'accaduto di poco fa e emettono urletti che mi danno ai nervi.
-"Dateci dentro! Falle un bel regalo di compleanno Ander!"- urla un tizio che nemmeno conosco, facendo sorridere il ragazzo accanto a me.
Illusa e delusa. Brava Enola, ci sei cascata di nuovo.
Guardo lui con disgusto misto all'amarezza e al rancore, scuoto la testa e me ne entro in classe, sorpassando persino Penny.

Che grandissimo giorno di merda.

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