Senza di Lui

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A peggiorare la mia situazione si aggiunge anche la pioggia e la mia macchina che decide di impantanarsi nel fango.
Decido di chiamare Penny, lei saprà come aiutarmi.

-"Penny,sono rimasta a piedi e qui
diluvia."-
-"Ciao anche a te amica."-
-"Penny, seria! La macchina si è impantanata nel fango e io sono sotto la pioggia, puoi venire a prendermi?"-
-"Arrivo, tu trova un posto dove ripararti."-
-"Grazie, sei unica."-

Mi riparo sotto la copertura di un negozio poco distante da dove ho parcheggiato e aspetto impaziente che arrivi la bionda.
Il telefono squilla e sapendo che si tratta di Penny, rispondo senza neppure guardare il numero.

-"Penny dimmi tutto."-
-"Ma quale Penny. Dove sei?"- la voce di Ander risuona dall'altra parte del telefono.
-"Sono a casa."
-"La tua macchina è ancora qui."-
-"Sono al riparo."-
-"Non ti vedo."-
-"Nemmeno io."- non finisco neppure di dirlo che lo vedo svoltare
l'angolo. -"Ora si.."- mormoro più a me stessa che a lui.
Metto il telefono in tasca e rimango in silenzio, con lui accanto a me, a fissare la strada inondarsi di pioggia.

-"Perché hai aspettato a dirmelo?"- interrompe il silenzio e io vorrei non l'avesse mai fatto.
-"Perché non c'è nulla di certo."-
-"In cosa."-
-"In tutto."-
-"Ti stai tirando indietro?"- mi guarda scocciato e capisco da subito che andrà a finire con un altro dei nostri battibecchi.
-"No.. non lo so."-
-"Non ti sei fatta dare nemmeno una risposta."-
-"Non è necessario Ander."- mi allontano di qualche passo, ma puntualmente lui mi afferra per il braccio, bloccandomi sul posto.
-"Più coglione io che pensavo ti interessasse."-
-"Mi interessa, ma non a tal punto."-
-"Perché."- mi chiede, accigliandosi.
-"Perché sto bene così come sto."- molla la presa sul mio braccio e sul suo volto si dipinge l'espressione di chi è rimasto deluso da qualcuno.
-"Sei solo un'egoista Enola."-
-"Certo, altrimenti perché sarei venuta a cercarti e a dirti  determinate cose?-
-"Sai cosa penso?"- scuoto la testa vigorosamente, ignorando del tutto il suo punto di vista. -"Che sei una bastarda."-
-" Non è vero Ander."-
-"Cazzo se è vero. Ti sei presentata come una preziosa, nemmeno mi conoscevi e già non mi potevi vedere. Abbiamo passato giornate intere insieme per quel lavoro di merda e mentre io ho cambiato idea su di te, tu sei rimasta della tua opinione. Non puoi dirmi che per tutto questo tempo ti abbia trattata alla stessa maniera, come hai fatto a non rendertene conto, cazzo, come fai tutt'ora a non capire?"- si agita particolarmente, perdendo le staffe, alzando la voce e guardandomi con sguardo truce.
-"Ti puoi calmare? Mi fai questo favore?"- si passa una mano sul volto e respira pesantemente.
-"Il punto è che mi piaci comunque."- ritorno a dargli retta non appena apre la bocca. -"Sei una rompipalle arrogante e la maggior parte del tempo mi stai sul cazzo.."-
-"Ander, le parole.."- lo ammonisco subito, non aveva mai detto così tante parolacce in mia presenza.
Sbuffa spazientito, mi guarda male poi si avvicina poggiando la sua fronte alla mia.
-"Sei anche bugiarda e noiosa.. ma cazzo mi piaci."-

Enola è giusto tutto questo?
Assolutamente no. Lui prova qualcosa, te lo sta dicendo, è ciò che volevi lui facesse.
Il danno è che forse, era meglio rimanersene zitti sin dall'inizio. Ormai la bomba è scoppiata non si può tornare indietro, ma tu ce la devi fare. Rifiuta lui e i vostri sentimenti. Enola se accetti di stare con lui ne rimarrai fregata. È un classico.

Lo allontano con dolcezza e dall'espressione che assume la mia faccia lui sembra già capire che ciò che sto per dirgli non sarà per niente bello.
-"Ander, io non me lo posso permettere."-
-"Ma che dici."-
-"Non posso. Ci sono già capitata una volta e non voglio stare di nuovo male per qualcuno."-
-"Enola io non voglio ferirti."-
-"Non ci riuscirai, già lo so. Me lo hai detto tu stesso che qualsiasi cosa tocchi finisce per distruggersi. Io non posso.. Non voglio."-

Non l'avessi mai detto. Toglie via la sua mano dalla presa delle mie dita fin troppo piccole, mi spinge leggermente facendo scontrare la mia schiena con la saracinesca del negozio e sbatte ripetutamente il pugno su di essa a due centimentri dalla mia faccia.
Stranamente non sono spaventata dalla sua reazione, me lo aspettavo, il mio dissenso è stato un colpo mortale alla sua sincerità.

-"Come puoi dire una cosa del genere?"- inveisce contro di me, e fa bene, quanto puoi essere codarda Enola?

Mi ripeto nella mente: lo devi fare per il tuo bene.

Mi butto in avanti, afferrando il suo braccio, cercando di farlo smettere.
-"Così ti fai male, ti prego basta."- intanto lui cerca in tutti i modi di liberarsi dalla mia presa, ma glielo impedisco ad ogni movimento che fa.
-"Devi sparire Enola."- mormora a denti stretti.
-"Non ti lascio così."-
-"Che cazzo te ne fotte di come mi lasci.. Non ti voglio vedere."-
-"Bugiardo."-
-"Hai deciso di mettere a tacere il cervello e hai detto che provavi qualcosa per me. Sono stato felice veramente dopo non so quanto tempo. Dicevi di non sapere cosa fosse realmente e io mi sono aperto completamente, ti ho detto che mi mandi fuori di testa e dopo tutto questo hai il coraggio di dirmi che non te lo puoi permettere? Ti rendi conto di quanto sei codarda?"-
-"Lo devo fare per me."-
-"Chi ti ha detto che finirà male anche questa volta?"-
-"Ne sono certa."-
-"Vaffanculo."- cerca nuovamente di allontanarmi da lui, ma dopo aver lasciato la presa sul suo braccio mi avvinghio al suo collo, iniziando a respirare a fatica.
-"Tu non immagini nemmeno cosa significhi dover dire di no a qualcosa che si vuole, ma non posso fare altrimenti."- sento le sue braccia fare pressione sulla mia schiena; mi tiene talmente stretta che il mio corpo aderisce perfettamente al suo, mentre gli accarezzo il collo, parlandogli all'orecchio.
-"La differenza è che io sono un qualcuno. Mi sono preso calci e pugni in faccia per te, dovrebbe significare qualcosa.."-
-"Non ricordarmelo, ti prego."-
-"Fammi togliere almeno l'unica soddisfazione."-
-"Quale?"- poggia di nuovo la sua fronte sulla mia e mi afferra il viso fra le mani, avvicinandosi lentamente.
-"Così non va bene."- mormoro, morendo dalla voglia di baciarlo. Ma indovinate un po'.. Non posso.
Allontanati finché sei in tempo, stupida ragazza, lui non merita di soffrire. - "Ander no!"- la mia voce si alza di un ottava non appena le sue labbra sono a tre centimentri dalle mie.
Lui sorride amaramente, sconfitto, allontanandosi da me.
-"Fottiti Enola, con tutto il cuore."- sbuffo esausta, poi perdo la razionalità e sbotto del tutto mentre lui se ne va.
-"Sono stufa di te, Ander, mi hai veramente scocciata. Se ti rifiuti di capirmi allora resta pure arrabbiato con me per il resto della tua vita."-
-"Cristo Santo non sono arrabbiato con te; sono incazzato nero. Avresti fatto meglio a non inventarti scuse per dirmi che non provi un bel niente e che quelle cose le hai dette per allontanarmi da quel circolo vizioso, lo avrei apprezzato di più."-
-"Non erano cazzate."- in poche falcate mi raggiunge ed è rosso in viso per la rabbia.
-"Enola basta!"- il suo tono di voce è irriconoscibile, così intenso, scuro e terribilmente alto.
Stavolta mi salgono dei brividi lungo la schiena, mi tremano le mani e mi pesto pateticamente i piedi pur di allontanarmi da lui.
Mi guarda dalla testa ai piedi mentre lo fisso dritto negli occhi spaventata.
-"Ma che fai?"-mi chiede stranito, mentre ancora lo guardo impaurita.
-"Cosa fai tu?"- rispondo balbettando leggermente.
-"Non avrai mica paura di me?"-
-"Ora si."-
-"Stai scherzando?"-chiede retoricamente, ma nei suoi occhi si riflette l'immagine della paura.
Paura di avermi fatto credere che potesse essere capace di ferirmi.
Nego con la testa e cerco di eliminare le lievi scosse che mi percorrono il corpo.
So che non lo farebbe mai. Mi ha difesa da uno stronzo che mi ha messo le mani sopra, non potrebbe mai fare lo stesso errore. È solo furioso, ne sono convinta. Ma se usare la scusa del timore sarà necessaria a farlo allontanare da me, allora è così che farò.
-"Mi devi scusare, ho perso la testa."- ammette, sentendosi tremendamente in colpa e facendo sentire uno schifo anche me.
-"Vattene Ander."- bisbiglio e lui annuisce, colpevole.
Mi stampa un leggero bacio sulla fronte e chiedendomi nuovamente scusa, se ne va da dove è venuto.

Sono tentata dal seguirlo, ma la testa mi ripete di lasciarlo andare, che col tempo se ne farà una ragione e mi perdonerà. Ma nel frattempo io.. cosa farò senza di lui?

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