-Maledetta mente di merda che mi ha fatto iscrivere al corso di musica, brava Liz, hai sempre delle idee geniali.-
stavo parlando da sola mentre mi recavo a casa Hood.
Arrivai davanti a quella casetta bianca, che mi era molto famigliare, suonai il campanello e sentii dei passi veloci avvicinarsi.
-hey.- mi disse aprendo
portava dei pantaloni della tuta grigi stretti, una canotta nera e le sue immancabili converse, era stupendo.
-entra, dai.- continuó
Entrai un pó imbarazzata, mi fece salire le scale e posare la chitarra.
-hai fame, sete? vuoi qualcosa?- mi chiese sorridendo.
-uhm no, grazie.- l'imbarazzo saliva
-vabene, allora suoniamo, che ne dici di provare con la mia canzone?-
Annuii silenziosa mentre lui cercava il testo e gli accordi per la chitarra, il tempo non passava mai.
Inizió lui
"On the phone, i can tell you that you wanna move on..
Through the tears i can hear that i shouldn't have gone.."
Poi venne il mio turno
"Every day gets harder to stay away from you...
So tell me are we wasting time, talking on a broken line, telling you I haven't seen your face in ages, I feel we're as close as strangers.."
-adesso ci credi che questa canzone è per te?- sorrise
-io non credo a nulla di quello che dici, Hood, se sono qui è perchè sono costretta.- gli risposi
Mi guardó per un attimo, e notai quasi un velo di tristezza nei suoi occhi.
-come va con la tua ragazza?- gli chiesi per sciogliere il ghiaccio
-oh, è finita, era solo una copertura, diciamo- mi rispose
-e perchè?-
-affari miei non credi? ti interessa molto?- si irrigidì sul posto
-scusa.-
Mi si avvicinó e mi accarezzó una guancia col dorso della mano, mi afferró per un braccio e mi strinse a se, io ricambiai la stretta impulsivamente, e restammo così abbracciati per qualche minuto.
-non avrei mai voluto farti del male, lo sai.- mi disse, sospirando
Non risposi, lo strinsi a me più forte, tanto bastava per fargli capire che lo avevo perdonato, da tempo, che la lontananza tra di noi aveva solo aumentato la voglia di riaverlo ancora vicino.
-io devo andare..- gli dissi
Presi la mia chitarra e i miei spartiti per ripassarli a casa, mi girai e gli sorrisi, scesi le scale velocemente fino a ritrovarmi davanti alla porta.
-aspetta.- mi fermó
-stringimi, stringimi ancora ti prego.-
-non posso, ci lascerei il cuore tra quelle braccia.-
Me ne andai, a passo svelto verso casa, aveva ragione Michael, avevano ragione tutti, io l'amavo ancora e forse, non c'era giorno in cui avevo smesso di farlo.
HEY
buon ferragosto a tutti!
lo so il capitolo è un pò corto, ma è solo di passaggio, dal prossimo si inizieranno a capire un pó di cose, grazie a tutti quelli che stanno seguendo la storia, davvero.
xx
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Strangers » c.h.
FanficA pochi passi da me lo vidi, bello come il sole, non era cambiato di una virgola, sorrideva mentre parlava con i suoi amici di sempre, Hemmings ed Irwin. Notai i jeans stretti dentro le converse alte nere, una canotta dei Nirvana che gli fasciava pe...