Il tuo Angelo

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Le campane suonano, la gente passeggia con le borse in mano, brusio, auto in movimento, luci che cambiano colore... tutto questo non esiste più. Sono solo loro.
Solo Ethan e Damiano.
Ethan
Damiano

Abbracciati stretti per il freddo e per il loro amore, cullati dal vento che sembra essere solo un ricordo lontano. Sono in un posto bellissimo, pieno di colori. Col cielo sempre blu e una luce bianca che illumina la loro casa. Loro sono in camera avvolti tra le calde coperte mentre-

Si svegliano da questo sogno solo perché una signora chiede loro indicazioni.

"Posso favti una domanda?"
"Certo" sorride
"Damiano... cvedi.. cvedi che savà bella?
"Cosa?"
"La vita. Adesso, cvedi savà bella?"
"Si... si, bellissima come il tramonto"
Ethan sente le guance andargli a fuoco "allova deve esseve speciale"
"Oh non sai quanto"

Continuano a camminare, sta volta senza nascondersi, senza trattenersi.
Sono mano nella mano a Roma. A casa loro.
Si sentono potenti, imperatori del mondo capaci di fare tutto quello che vogliono.
"Mi sento bene con te"
"Anche io Damiano, anche io"

Qualche minuto dopo, iniziano le ansie
"Eth, tu... tu come lo dirai ai tuoi?"
"Mmh.... non ci ho mai pensato... non ne ho idea. Tu?"
"Non lo so... ho paura di come la potrebbero prendere"
"Non savanno..."
"Forse mio padre sì. Non è mai capitato che ne parlassimo a casa"
"Ma tua madve è tvoppo dolce..."
"No... fidati, non lo è"
"Ma con me si"
"Con te si perché non sei di famiglia e bisogna trattarti come un ospite importante"

Sono le 3 e ancora non sono a casa. Ora sono nei quartieri più periferici di Roma.
"Damiano... Damiano ho pauva... tovniamo indietvo"
"Hey non ti succede nulla, ma lì non ci andiamo, promesso."
Ethan trema. È terrorizzato e ha la voce smorzata "ti pvego..non voglio andare.. ti pvego"
Damiano si scosta e si inginocchia, prendendogli le mani "hey, hey, guardami. Dritto negli occhi. Guarda me."
Ethan fatica a farlo, ma alza gli occhi soltanto perché è lui
"Bravo... ascoltami. Facciamo che andiamo dent-"
"No no no ti pvego nonononono non voglio-"
"Ethan." dice deciso, "andiamo dentro, e quando vuoi se proprio non riesci, torniamo a casa nostra. Sei d'accordo?"
"O-okay... però tienimi"
"Ti tengo e non ti lascio più, fogliolina tremante"
Ethan arrossisce si nuovo. Non smetterà mai di farlo. Anche tra cento anni, non smetterà. Per il suo uomo
Attraversano buona parte del quartiere, anche se Ethan spesso si blocca e ha bisogno di alcune carezze per proseguire.

Ecco. Il posto. Non vuole fare un altro passo. Fermofermofermofermo
"Oh... si lo riconosco anche io. Ma adesso siamo io e te, siamo in due e possiamo fare quello che vogliamo. Vieni con me? Non ti lascio"
Scuote violentemente la testa e si impunta lì. Non si muove nemmeno per tornare indietro
"Hey ferma la testa, ti ferisci- Ethan!"
"Ethan, guardami guarda me."
Ethan lo fa senza problemi ma è ancora terrorizzatissimo. "D-D-Damiano non voglio.. povtami a casa" scoppia a piangere forte.
Damiano lo stringe e preme leggeri baci sulle tempie "no bello, andiamo a casa, ma non piangere. Non devi piangere. Che ne sarà del tuo bel sorriso?" rimane qualche minuto a passare le dita tra i capelli lunghi e lisci del ragazzino.

Tornano a casa loro, Damiano aveva avvisato la madre che stava da lui a dormire e che quella di Ethan aveva insistito per farlo rimanere.
Dam non aveva mai visti casa sua anche se non è ricca o grande come la propria (in confronto è molto, molto piccola) si sente felice e c'è un'atmosfera dolce e calorosa dove tutti sono i benvenuti. I mobili occupano molto spazio, per cui sembra tutto molto angusto e stretto. Tranne la camera di Ethan. Camera sua sembra grande come tutta la casa grazie all'ordine li dentro. Quasi quasi a Damiano viene il mal di testa per tutto quest'ordine.
"Hai una casetta deliziosa davvero..." non trattiene un sorriso
"Smettila... lo sai che casa tua è migliove. Ci stiamo a malapena io e mia madve qui fentvo..." era arrossito leggermente per il complimento sulla casa. Sa che non dovrebbe ma non può impedirselo

Il letto è bagnato dai raggi lunari che dall'ampia finestra entrano diretti anche sul pavimento, sul tappeto rosso. È un semplice letto a una piazza con le lenzuola candide come la neve e le coperte blu scuro.
Ethan si siede sul bordo iniziando a spogliarsi con molta calma "ti... ti puoi givave?"
"Oh si certo" avrebbe voluto non doverlo fare, cazzo. Qualche volta fa finta di guardare fuori per poter dare una leggera occhiata a quello che succede dietro di lui, senza però scorgere qualcosa e si mette l'animo in pace.
"Ma.. tu non hai di che cambiavti... ti cevco qualcosa" riesce a trovare per caso una delle camicie da notte del padre che aveva preso lui, ma che non gli sono mai state addosso perché troppo grandi.
A Dam stanno perfette però.
"Pvendi tu il letto. Dovmo sul tappeto io" prende una coperta e un cuscino per sistemarsi a terra, quando viene fermato dal suo ragazzo
"No, vieni sul letto con me. Così teniamo caldo dato che qui dentro non è un gran che" sorride calorosamente e si stende per primo sullo stretto letto del ragazzino
"Ma non ci stiamo"
"Ci stiamo lo stesso" se lo trascina dietro e lo tiene stretto a se con il petto a contatto con la schiena di Ethan.
"Buonanotte Ethan"
"Buonanotte Damiano"

Io oro bianco, tu diamante neroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora