I: faccio a botte con degli energumeni.

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Salve a tutte le lettrici e benvenute in questo volume di Perfect Woman. Mie care, quello che vorrei proporvi ora è un quiz speciale fatto apposta per voi. Grazie ad esso imparerete davvero a conoscere voi stesse. Non perdiamo altro tempo e COMINCIAMO.

1: Come ti chiami?
Mi chiamo Theo. Non so se sia l' abbreviazione di qualcosa.
2: qual' è il tuo cognome?
Non lo so in verità, le suore hanno detto che è Starlord.
3: quanti anni hai?
Ho 13 anni
4: sei un uomo o una donna?
Vai alla domanda 1 e guarda come mi chiamo professor Oak. Che domanda è poi....?
5: dove vivi?
Bronx.
6: cosa fai di mestiere?
Ho 13 anni.
7: cosa fai nel tempo libero?
Faccio l' elemosina e cerco di non finire in orfanotrofio
8: hai una vita sessualmente attiva?
Ho 13 anni
9: ti consideri una persona calma?
CHI HA DETTO IL CONTRARIO?!? LO AMMAZZO!!!
10: qual' è la tua situazione familiare?
Fatti gli affari tuoi.
11: qual' è la tua situazione con le tue amiche?
Più che altro cercano di rubarmi il cibo.
12: parlaci dei tuoi genitori:
Lo fai apposta?
13: cos' è che ti rende più felice al mondo?
Avere un pasto caldo
14: qual' è la cosa che ti rende più triste al mondo?
Non avere un pasto caldo
15: illustraci in berve il tuo albero genealogico.

A quel punto Theo non ne poteva più di quello stupido test.
Strinse forte il volume di Perfect Woman e lo ributtò nel cassonetto dove lo aveva trovato.
Non sapeva nemmeno perché avesse voluto fare quel test.
Quel giorno si era alzato di prima mattina e come ogni senzatetto che si rispetti era andato a raccogliere lattine per guadagnarsi la cena. Durante la ricerca si era messo a rovistare nei cassonetti per vedere se c' era qualcosa di utile. Aveva controllato praticamente tutti i bidoni del quartiere in un pomeriggio, saltando volutamemte quello della quattordicesima visto che dentro di solito ci dormiva Bill e questo Theo lo aveva imparato a sue spese.
Un brivido lo percorse al solo ricordo. È proprio in uno di questi cassonetti che aveva trovato la rivista che per coincidenza era finita accanto ad una matita spezzata ma ancora funzionante ( sempre se si ignorava la sporcizia ). Aveva deciso di fare quel test solo per divertimento, ma si era sentito più scemo che altro e per sua fortuna non c' era nessuno che lo avesse visto. Vinto dalla puzza si allontanò dal cassonetto e da quell' odiosa rivista, ma decise di tenersi la matita.
Se la rigirò tra le mani.
Gli dispiaceva un pò che qualcuno l' avesse buttata... funzionava così bene.

- Certa gente non dà proprio valore alle cose-
Pensò mentre si metteva la matita in tasca, la sacca trasparente piena di lattine in spalla e si avviava verso il rimorchio.

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Tutto sommato era stata una bella giornata.
In una sola mattinata Theo era riuscito a raccogliere la bellezza di 312 lattine.
Numero alto considerata la concorrenza.
Camminava contento e fischiettando e prima ancora di rendersene conto arrivò al rimorchio: uno spazio che sembrava un parcheggio, grigio, triste a cielo aperto e fatto interamente di cemento. Al centro aveva qualche tavolo da picnic realizzato rigorosamente da legno marcio e in fondo c' era il capanno adibito alla raccolta differenziata. La piazzetta era piena di persone affamate, tristi e magre.

-proprio come lo avevo lasciato- pensò ironicamente Theo mentre si metteva in fila.

Fortunatamente quel giorno la fila non era così lunga e il ragazzino già riusciva a vedere distintamente, Freddy l' addetto al capanno.
A Theo, Freddy piaceva un sacco. Era un uomo sulla quarantina, ispanico, con le labbra grosse e i capelli neri a spazzola. I tratti del suo viso erano molto duri e potevano incutere un certo timore. Alle volte si divertiva a immaginarselo come un wrestler messicano, ma in realtà sapeva che Freddy era buono come il pane. Lo conobbe all' età di 5 anni.
All' epoca viveva in un orfanotrofio ma stufo dei continui abusi decise di scappare. Arrivò nel Bronx e se non fosse stato per quell' uomo sarebbe morto. Lo aveva sfamato e poi gli aveva insegnato le regole della strada e come doveva fare per tirare avanti.
Theo da quel momento si è sempre chiesto perché non lo avesse consegnato alle forze dell' ordine, visto che era un orfano-senzatetto, ma la risposta vera e propria non arrivò mai. Forse a modo suo Freddy capiva come si sentiva e condivideva il suo desiderio di fuggire da quel posto.
Il ragazzino era talmente assorto nei suoi pensieri che non si accorse di essere alla fine della fila, davanti a Freddy.

I rinnegati dell' Olimpo: Il sangue ripudiatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora