I rinnegati dell' Olimpo: Il sangue ripudiato

V: Entro nel paese dei balocchi

Percy "Perseus" Jackson.
Theo aveva perso il conto di tutte le volte che Apollo lo aveva menzionato durante i suoi racconti.
Quel ragazzo aveva guidato i semidei nella guerra contro Crono, partecipato alla spedizione dei 7, sorretto il peso del cielo, combattuto contro Ares in persona e sconfitto centinaia se non migliaia di mostri.
Da come ne parlava Apollo sembrava quasi che il campo fosse suo.
Inizialmente, a Theo questo Percy Jackson non piaceva nemmeno un pò.
Se lo era sempre immaginato alto 2 metri e muscoloso fino all' inverosimile, con i capelli biondi lunghi, fluenti e occhi verdi, brillanti e fieri. Nei suoi teatrini mentali era sempre e rigorosamente a petto nudo e le ragazze gli morivano dietro.
Inutile dire che un tipo del genere non poteva che essere un arrogante ed egocentrico idiota che usa la mano destra per sconfiggere i mostri e la sinistra per specchiarsi.
Poi però era arrivato al campo e... non era affatto come se lo immaginava.
Percy era un ragazzo di 17 anni, mediamente alto, atletico e con la pelle abbastanza abbronzata. I capelli erano neri corti e spettinati e con grande sorpresa di Theo, si dimostrò molto gentile nei suoi confronti.
Non pareva il tipico eroe greco, sembrava in tutto e per tutto un tipo normale, come quelli che incrociava sempre nei centri commerciali.
L' unica cosa su cui aveva preso era il colore degli occhi, ma il suo sguardo era rilassato e amichevole e non carico di pregiudizio.
Si stupì molto di scoprire che il grande Percy Jackson era così a posto.
Più ci parlava e più gli piaceva e di conseguenza anche l' ammirazione nei suoi confronti saliva.
Un tipo del genere non si poteva che ammirare e Theo cominciò a desiderare di essere come lui.
Da quel che aveva capito i semidei venivano scelti in base alle capacità e mandati in missione e quella lezione di scherma era un ottimo modo per farsi notare.
Chissà magari ne avrebbe anche approfittato per aiutare Freddy.
Prima della lezione Piper lo aveva aiutato a trovare una spada, una corazza e un elmo, aiutandolo a vestirsi.
Quella roba era stranamente leggera e Theo si sentì subito pronto.
Piper si era offerta di fargli da sparring partner e si sentì onorato visto che era una semidea d' elite.
Carico come non mai, impugnò la spada e si mise in posizione.

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- Diamine fai proprio schifo-.
La voce di Percy appariva sfocata attraverso l' elmo.

Non lo aveva detto con cattiveria ma Theo non ci rimase molto bene.
Dopo l' inizio della lezione, Percy aveva lasciato gli altri semidei per qualche minuto e aiutato da Piper aveva insegnato a Theo le basi della scherma.
Ma non servì a nulla.
Era passata un' ora e ogni mossa che il ragazzo faceva era goffa e prevedibile.
Piper non sudava nemmeno.
Theo invece era seduto a terra e si era tolto l' elmo, chiedendosi chi avesse inventato una cosa tanto fastidiosa.

La ragazza rinfoderò la spada e lo aiutò ad alzarsi.
- Percy non essere severo con lui, era la sua prima volta-.

- Forse hai ragione Piper...-.

Ma Theo in qualche modo sapeva che non centrava l' essere inesperto.
Semplicemente non era portato e in qualche modo sapeva che anche Percy lo avesse intuito.
Mentre impugnava la spada non aveva provato le stesse sensazioni che gli suscitava maneggiare un arco ed essa nelle sue mani rimaneva un semplice e anonimo pezzo di bronzo.
L' addestramento era finito e i semidei si stavano preparando ad andarsene.
Theo era nel panico, per tutta la lezione non aveva fatto altro che suscitare risatine.
Non poteva sopportarlo.

- Percy, ti prego dammi un' altra possibilità- disse con voce un pò troppo forte.

Infatti non solo Percy, ma tutti gli altri semidei si voltarono a guardarlo.
Gli occhi penetravano in Theo e Percy sembrò intuire il suo disagio.
Effettivamente nemmeno il figlio di Poseidone sapeva come comportarsi, poi gli venne un' idea.

- Ok, allora che ne dici di un incontro amichevole con me?-

Tutti rimasero a bocca aperta e calò il silenzio ma venne spezzato da due voci femminili.