Se c' era una cosa che Theo Starlord non sopportava erano gli spiegoni.
Nella sua baracca nel Bronx non aveva la televisione e quando aveva voglia di guardare qualcosa si affacciava da una finestra e spiava i televisori altrui.
Farlo non era molto pratico.
Non poteva decidere che cosa guardare e da fuori non sentiva le voci dei personaggi, ma li piaceva comunque.
Con il tempo aveva imparato a leggere le labbra e questo gli permetteva di capire quello che dicevano i personaggi.
Theo aveva anche trasformato l' assenza di suoni in un vantaggio.
Senza poteva immaginarsi le musiche che voleva lui e inventarsi le battute, doppiando i personaggi con vocine sceme.
Una tranquilla conversazione tra due vicine di casa in una soap opera poteva trasformarsi nella peggiore delle dichiarazioni di guerra.
Spesso parlava e doppiava a voce alta, suscitando l' incredulità dei passanti che lo prendevano per pazzo o per scemo... o entrambe. A Theo però l' idea lo aveva sempre divertito più che imbarazzato.
Certo avvolte si sentiva strano, ma alla fine non faceva nulla di male e sopratutto non lo faceva con malizia.
Ad ogni modo aveva sempre detestato a morte il momento dello spiegone, ovvero quel momento in cui un personaggio spiegava un concetto agli altri personaggi ( e di conseguenza anche allo spettatore).
La trovava odioso perché non sopportava che la trama si fermasse solo per dare delle spiegazioni non richieste.
Ed ora era lì che passeggiava tranquillamente con Apollo nel bel mezzo della foresta, che si sorbiva il più grande spiegone che gli avessero mai fatto e che forse mai li avrebbero fatto.
Durante il tragitto gli aveva spiegato tutto quello che c' era da sapere.
In appena 15 minuti Theo aveva imparato che cos' erano il campo mezzosangue e il campo giove, che gli dei e i semidei esistevano, della differenza tra greci e romani e la loro antica rivalità ora risolta e Apollo ne aveva anche approfittato per parlare della precedente guerra con Crono e del risveglio di Gea, sventati entrambi dall' intervento dei campi giove e mezzosangue e naturalmente dagli dei.
Finito lo spiegone, Apollo sembrava pronto a essere travolto da un uragano di domande, ma con sua grande sorpresa Theo la prese bene.
Dopo quella giornata era sicuro che non si sarebbe stupito più di niente.
Anzi forse la cosa che più lo stupiva era il fatto di non essere shockato.
I due continuarono a parlare. Apollo era un pò troppo vanitoso e credeva di essere irresistibile, ma non sembrava cattivo. Aveva salvato Theo incaricando i suoi cacciatori di difenderlo e questo bastava per essere degno di fiducia.- Ascolti signor...- non sapeva bene come doveva rivolgersi a lui. Aveva più di 2000 anni quindi come doveva chiamarlo? Signor Dio? Sua eccellenza? Sua luminosità? Signor Jovi? Fortunatamente ci pensò Apollo a interrompere le sue turbe mentali.
- Ti prego! Chiamami solo Apollo. Odio le formalità-
- Apollo, prima nel bosco... Talia mi ha chiamato... semidio, cosa significa?-
Apollo abbassò gli occhiali, palesando due occhi azzurri come il cielo mattutino.
- Lo dovresti sapere bene, Theo. Tu sei un semidio, progenie dell' olimpo-.
- Io... io non capisco-.
- Hai un genitore divino e uno mortale-.
- Ma... quindi...-
- Oh...-
Apollo si bloccò, rendendosi conto a cosa stesse pensando Theo.
Si abbassò e gli mise le mani sulle spalle.- So a cosa pensi e la risposta è si, i tuoi genitori sono vivi, tutti e due-.
Le gambe e le labbra di Theo tremavano e sentiva le budella che facevano a botte.
- Ho... bisogno di sedermi un attimo-.- Certo, ma fallo al campo. Ormai siamo arrivati-.
Apollo gli indicò sorridendo la strada che doveva prendere.
- Io non posso andare al campo, sarebbe imbarazzante-. Disse mentre si grattava la nuca.
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I rinnegati dell' Olimpo: Il sangue ripudiato
FanfictionPrimo libro della saga " i rinnegati dell' Olimpo" Sono passati tre mesi dalla battaglia finale con Gea. Percy e gli altri mezzosangue forti dell' alleanza con i romani si godono la pace nel loro ormai pacifico mondo. Ma se sei un mezzosangue sai...