XIII: Incontriamo un ubriacone e un esercito di manichini

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Theo ormai aveva imparato che quando un dio, chiunque esso sia si presenta alla tua porta non puoi aspettarti che guai.
Era capitato con Apollo e di certo sarebbe capitato con questa Lissa.
Lissa eh?
Era la dea della rabbia...
Non certo un tipo di culto che ti fa sperare bene.
Probabilmente Theo si sarebbe fidato di più se fosse stata la dea degli unicorni rosa e dello zucchero filato, ma guarda caso non era così.

Theo, la squadrò da cima a fondo.
- A cosa dobbiamo questa visita? -

Lissa girava tranquillamente il suo caffè, sorridendo fanciullescamente.
- Bhè, innanzitutto volevo conoscerti-.

- Io? -

- Da quando si è saputo che sei figlio di Artemide l' Olimpo è come esploso, tutti volevano sapere tutto e il trambusto era tale che perfino Zeus è dovuto intervenire. Ma a me guarda caso non frega niente di cosa dice quel vecchio fulminato, per cui eccomi qui-.

- Vostra irosità, non per offendere ma sono... siamo nel bel mezzo di un' impresa, ho poco tempo per chiacchierare-.

Lissa, sembrò delusa da quella risposta.
- Oh, capisco-.

Theo si alzò.
- Con permesso-.
È tornò dai suoi compagni.

- Sai in realtà non era solo per conoscerti la ragione per cui sono venuta da te-.

- Come scusi? E quale sarebbe l' altra ragione? -

- Il tuo difetto fatale-.

Theo sgranò gli occhi.
Apollo gli aveva spiegato il concetto del "difetto fatale" e sapeva che si stava parlando di un argomento delicato ogni volta che si menzionava.

-Cosa intende? -

- Qualche giorno fa ho assistito per puro caso al vostro combattimento contro Lamia e il modo in cui ti sei acceso d' ira... mi ha semplicemente colpita-.

Theo rimase interdetto.
- Bhè era normale essere arrabbiati no? -

- Si, ma tu sprizzavi ira da ogni poro. E non ti saresti fermato di fronte a nulla. Quando ti ho visto puntare il coltello alla gola di Lamia, non ci ho più visto. Mi hai proprio conquistata sai? -

- Che cosa intende? -
Domandò Theo.

Non sapeva perché ma quella donna lo inquietava e non poco.
Voleva andarsene al più presto e portare via Mary e Edricksen con lui.

- Stò dicendo che tu non ti saresti fermato! Eri pronto a tutto... anche a uccidere-
Disse Lissa con un largo sorriso.

- No... io... -.

- Si invece. Puoi nascondere chi sei agli altri, ma io ti vedo perfettamente mio caro-.

Theo prese il suo zaino e se lo mise bruscamente in spalla.
- Ne ho abbastanza! Andiamo! -

- Parli così ad una dea come me? Che gran coraggio-
Disse divertita.

Theo se ne andò, seguito a ruota dai compagni, i quali avevano preferito tacere.

Lissa lì guardò allontanarsi.

- A presto Theo e mi raccomando arrabbiati e desidera di uccidere più che puoi... io sarò li accanto a te a nutrirmi della tua ira-
Disse con tono stranamente suadente.

Theo non rispose e continuò ad allontanarsi, con passo sicuro ma con il cuore a mille.

______________

- Chi diavolo si crede di essere quella... quella... AAAARGH-.
Gridò Theo mentre tirava un forte calcio ad un bidone, rovesciandolo.

Mary guardò il compagno preoccupata e a disagio
- Ehi, non aveva tutti i torti, hai appena ucciso quel bidone, ah ah... -
Disse cercando di sdrammatizzare.

I rinnegati dell' Olimpo: Il sangue ripudiatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora