Chapter 10

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"Ti lasci toccare solo da chi ha l'anima più in fiamme della tua.

Gli permetti anche di toccarti il cuore.

Gli permetti tutto."

-Charles Bukowski



10.




Entrare all'Imperial College di Londra è come stringere tra le mani, un sogno divenuto realtà.

Sentire che sono parte di questo brulicante e caotico via vai di persone, che ne sono parte integrante, mi rende così felice che potrei mettermi ad urlare ai quattro venti la mia incontenibile gioia o ballare le macumbe con un gonnellino hawaiano o un kilt davanti a tutti.

Non c'è dubbio che in quel caso, inizierei la mia carriera universitaria proprio con il botto.

Sorrido a quello stupido pensiero e mi do della stupida.

Guardo le facce assonnate di molti studenti e vedo come trascinano i loro corpi verso l'entrata. Molti si lamentano, altri sorridono, altri sembrano in un totale stato d'ansia probabilmente per un imminente esame.

E non vedo l'ora di essere una di loro.

Sapere che non è sbagliato alzarmi ogni mattina avendo come unica motivazione quella di venire qui, frequentare i corsi e ambire a diventare qualcuno è stimolante.

Come nulla lo è masi stato per me.

E sinceramente non mi importa se questo comporterà nottate insonni a studiare avendo come unica compagnia quella di una grande moka piena di caffè. Non importa se questo sostituirà il mio sangue e si approprierà delle mie vene schiacciando i miei neuroni, e distruggendo le mie sinapsi, non importa se prima di un esame la mia vita sociale si ridurrà all'osso. Non importeranno neanche le giornate che passerò a crogiolarmi nell'ansia.

Perché saprò che sto facendo qualcosa di normale, qualcosa che alla mia età tutti provano, tutti affrontano e quasi tutti superano.

Ed io sarò una di loro. Finalmente!

Alzo lo sguardo sulla grande croce dorata, circondata dalle spire di un serpente e posta al centro esatto della facciata frontale dell'edificio, si erge in tutta la sua bellezza, una di quelle che ti fa sorridere estasiata.

Dio potrei iniziare a saltellare sul posto come un'esaltata.

Quel simbolo sta ad indicare tutto quello in cui credo e ho sempre creduto, tutto quello per il quale ho lavorato sodo giorno e notte, notte e giorno. Mi ricorda il motivo per il quale ho lottato contro gli eventi di una vita che non mi ha mai voluta uguale alle ragazze della mia età.

Una vita che ha fatto di me un fantoccio nelle mani di qualcun altro, una vita che mi ha allontanata da tutto ciò che per me era importante e concreto, per rincorrere un ideale non mio e nella quale non credo e non ho mai creduti.

Essere qui oggi, varcare questi cancelli spessi ed elaborati, è una rinascita.

Un medico legale. Ecco cosa voglio diventare.

Voglio poter arrivare sulla scena di un caso irrisolto e pieno di problemi e poter dare una soluzione, oltre che una spiegazione, a coloro che non possono, non vogliono e non riescono più a vivere senza.

Touch me with your skinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora