"Ti lasci toccare solo da chi ha l'anima più in fiamme della tua.
Gli permetti anche di toccarti il cuore.Gli permetti tutto."
-Charles Bukowski
13.
Scorro delicatamente le mani sulla superficie dell'acqua calda, quasi come se la volessi accarezzare e volessi diventare parte di essa.
I miei occhi sono completamente ipnotizzati dalle grinze che il liquido trasparente assume quando viene scostato dalle mie dita e da come ritorni esattamente al suo posto, nel momento in cui esse passano oltre.
Dicono che nonostante si abbiano brutte giornate, il sole sorga lo stesso, la luna cali lasciandogli il posto nel cielo, la gente si alzi comunque per andare a lavorare e la vita scorra normalmente. Volendo rimanere in linea con questa legge di pensiero universalmente riconosciuta, anche l'acqua me ne mostra la validità, ritornando al suo stato originale.
Egoisticamente però, e questo lo devo ammettere, vorrei tanto che tutto si fermasse per un momento, che questo moto incessante, il quale rende il mondo frenetico, smettesse di ruotare vorticosamente su sé stesso e si sedesse, rilassando gli ingranaggi e lasciandomi pensare.
Lasciando che l'acqua resti laddove l'ho spostata, che le persone restino a letto, che la luna e il sole condividano il cielo e che la vita si fermi.
E questo, solo per darmi il tempo di riprendere fiato.
Solo per darmi il tempo di capire cosa io stia effettivamente provando.
Solo per darmi del tempo.
Infondo, cosa sono una manciata di minuti rispetto all'eternità, se non un granello di sabbia nel bel mezzo del deserto?
Quel granello di sabbia non sarà mai significativo, non cambierà mai le sorti di qualcos'altro, quindi seppur venisse a mancare, sarebbe comunque sempre e solo un inutile granello di sabbia in meno nel mucchio.
Sono fermamente convinta del fatto che se oggi qualcuno mi chiedesse come io veda il famoso bicchiere di vetro, piuttosto che mezzo pieno o mezzo vuoto, direi rovesciato e probabilmente in frantumi.
Ultimamente mi sembra sempre di essere su di una montagna russa. Con pazzeschi su e capovolte a testa in giù, ho perso di vista la linea retta che guidava la mia anormale ma normale vita e a volte, piuttosto che vivere nell'ombra dei miei sconosciuti sentimenti, preferirei tornare alla consapevolezza che scandiva le mie noiose giornate.
Ovviamente se me lo chiedessero fra qualche attimo, direi che amo il pericolo e che sono pronta ad un doppio giro carpiato della morte, magari con Minosse accanto che mi stringe le mani attorno alla gola.
Forse è questo quello che chiamano bipolarismo...
Mentre sono persa in pensieri reconditi, quelli che comunemente e volgarmente vengono chiamati 'seghe mentali', me ne sto qui in ammollo aspettando un segno divino che mi indichi la retta via o perlomeno, se ho bisogno di uno psicoanalista bravo.
Ma bravo davvero.
Ed è proprio da qui, da questa triste e mera constatazione, che torniamo alla mia attuale situazione.
La pioggia fredda che mi ha colta di sorpresa mentre tornavo verso casa, combinata con il vento gelido che a sferzate impudenti frustava il viso di ogni malcapitato che purtroppo ancora raggiungeva la sua abitazione proprio come la sottoscritta, hanno creato delle abrasioni su tutto il mio corpo e l'acqua calda che scorre intorno alla pelle, in qualche modo, le sta fortunatamente lenendo. Ciò che brucia di più tuttavia è stato pensare, mentre correvo sotto l'acqua scrosciante, che le braccia di Minosse avrebbero potuto tenermi al riparo.
È stato un pensiero talmente spontaneo e improvviso da lasciarmi interdetta. Insomma quando mai avevo pensato a Minosse come a qualcuno che potesse offrire protezione!?
Ancora infastidita per questa mia debolezza, con un movimento brusco scosto l'acqua con le braccia come se potessi davvero aprirla dinanzi a me. Le ferite bruciano subito in protesta ma quello che sento più di qualsiasi altra cosa, anche se non vorrei, non è la pelle arrosata che tira, non è il calore del bagno che scaccia via il gelo, no...
Quello che sento di più sono le sue maledette mani coperte dai guanti, sulla mia pelle scoperta.
Il suo fiato fresco infranto sul mio collo bollente e il suo profumo nelle narici pronto a stordirmi come se lui fosse ancora qui accanto a me.
La verità è che non ho mai percepito così tanto Minosse come poche manciate di minuti fa e gli effetti, a voler essere del tutto sincera, sono stati devastanti su ogni parte di me.
In una vita intera non si è comportato gentilmente nei miei confronti nemmeno quando a guardarlo e a giudicarlo c'erano gli occhi di mio padre e fino ad ora, sono sempre stata abituata a reagire di conseguenza a questo suo comportamento scorretto.
Ed è proprio questa la motivazione che giustifica la mia reazione nulla.
È proprio per questo che non ho potuto dire nulla poco fa, che sono rimasta inerme e ho assecondato tutto, ogni suo gesto, ogni suo sguardo, ogni sua carezza che carezza non era mentre le sue mani grandi mi spostavano come fossi davvero una bambola inanimata.
Semplicemente perché non sapevo cosa dire né come affrontare questo nuovo lato di lui.
In gergo, non sapevo che pesci pigliare, nemmeno il suo.
Stringo le braccia attorno al mio petto per proteggermi da non so neanche io cosa e sospiro.
Tento di venire a patti con il fatto che la mia testa, da quando sono tornata qui, sembra essere diventata un campo da wrestling e i miei pensieri contrastanti, personificazione dei due avversari pronti a darsele di santa ragione solo per prevalere sull'altro e avere la vittoria in pugno.
Non ricordo neanche quale sia e quando sia stato l'ultimo giorno in cui, a mente sgombra di qualsiasi cosa, io abbia vissuto spensierata fregandomene di tutto e tutti. Ammesso che sia mai esistito.
Lascio che la mano sinistra scorra lungo il mio braccio destro risalendo verso l'alto e arrivando al collo. Massaggio delicatamente l'attaccatura dei capelli per scaricare tutta la tensione, per poi scendere verso la gola, lo sterno e lavare lentamente i seni. Prima uno e poi l'altro.
Le mani si muovono concentricamente massaggiando questa parte morbida e intima e intanto i miei occhi, fissano l'asciugamano nera dove compaiono dopo un battito di ciglia, i suoi occhi.
Il pervinca è screziato di viola e la pupilla è nera come la pece.
Sembra quasi che l'ossidiana stia mangiando con spire oscure l'unica nota di colore che c'è in lui.
Gli occhi mi guardano con un'espressione scura, quasi carnale e le mie dita si contraggono attorno al seno involontariamente.
Sbatto le ciglia stordita da questa situazione e tutto scompare, lasciando che l'asciugamano, torni ad essere un semplice pezzo di stoffa.
Sto diventando matta.
Con la mano destra faccio lo stesso percorso occupandomi ora della parte sinistra del corpo. Scendo verso l'addome e supero l'ombelico con dita leggere, massaggio la pelle offesa con il bagnoschiuma per poi scendere ancora più giù.
Plic, plic, plic.
Le gocce d'acqua che scorrono dal bocchettone, si infrangono sul pavimento bagnato scandendo i secondi che sto passando rinchiusa in questo bagno come una vigliacca.
Sono certa che lui sia ancora nella mia stanza e ancor di più, sono certa del fatto che non andrà via fino a che non sarò uscita da qui.
Minosse è un uomo caparbio, deciso, sicuro di sé e certamente tutte queste, sono qualità che non lo lasceranno intimidito o in difficoltà davanti al mio corpo nudo e acerbo.
Chissà quante donne esperte sono passate dal suo letto, quante domestiche che altro non bramavano che il suo corpo, quante lo hanno soddisfatto a dovere prima di essere cacciate via.
Perché sono pronta a giocarmi le ovaie sul fatto che una volta finito, Minosse non le trattiene con sè coccolandole fino al mattino precedente e magari concedendo il bis alle più fortunate.
Minosse è pur sempre Minosse.
Scaccio via anche queste immagini moleste con una scrollata di testa, ritrovandomi ancora una volta, a guardare la porta e a dover prendere una decisione. Tra tutte le ipotesi possibili, quella più plausibile che mi aiuti anche a conservare un minimo di dignità è anche quella che meno avrei voluto intraprendere.
Esco dalla vasca senza più pensare, senza più tergiversare, perché tanto alla fine, è tutto completamente inutile e tra l'altro, se lavo ancora un po' la pelle rischio di squamarmi per davvero.
Con tutto il coraggio di cui dispongo, che diciamocelo, ultimamente scarseggia come il cibo in Africa, mi avvicino a piedi nudi ad uno scaffale pieno di completini intimi che tengo in bagno in caso di emergenza.
Ci manca solo che nella lunga lista delle figure di merda con Minosse, compaia quella di me intenta a chiedergli se per favore mi passa un reggiseno e un paio di mutande.
E non sia mai che riesca a mettere gli occhi sui miei reggiseni con gli animali, mi prenderebbe per il culo fino alla tomba.
L'ho già detto che siamo entrambi immortali vero?
Scuoto la testa e rabbrividisco a quella possibile scena horror, posando le mani su un completo blu, semplice, senza alcun ricamo né disegno. Faccio per infilarlo quando mi blocco e porto gli occhi sul grande specchio osservandomi. Avevo dimenticato anche di prendere i vestiti prima, quindi, non mi avrebbe vista nuda una volta uscita da lì, ma sicuramente in intimo si ed io...
Io volevo davvero mostrarmi così?
Spostai gli occhi sul completo da ragazzina che avevo fra le mani e lo rigirai come se da un momento all'altro potesse darmi lui la risposta che cercavo.
Rialzai gli occhi sul mio riflesso e senza farmi altre domande, lo posai meccanicamente afferrandone un altro molto, ma molto più audace.
Un completino bordeaux di pizzo francese regalatomi da Shirin qualche sera fa, a lei non andava sul seno, troppo grande aveva detto.
Nonostante questo mi avesse chiaramente sottolineato quanto io fossi abbondante ovunque rispetto a lei, ora quell'oggetto che avevo guardato come una disgrazia, mi stava tornando decisamente utile.
La stoffa mi agguanta le forme come una seconda pelle non appena lo indosso e quando guardo il mio riflesso allo specchio per l'ennesima volta, mi sento leggermente più donna e meno bambina.
Il pizzo crea dei giochi di vedo non vedo e gli slip sono così sgambati che probabilmente il sedere si vedrebbe anche se indossassi dei vestiti sopra. Ma che cavolo di lingerie indossava mia sorella? O meglio, per chi cavolo li indossava questi fili ricamati!?
Avrei dovuto indagare.
Presi la spazzola sul top di marmo e iniziai a spazzolarmi i capelli osservando con occhio critico le mie gambe per valutare la presenza di peli o imperfezioni che fortunatamente non trovai.
Ringrazio mentalmente la brutalità che avevo adottato solo qualche giorno fa quando avevo deciso di scacciare il grizzly che era in me per lasciar posto alla parvenza di una donna.
Devo decisamente smetterla di andare in letargo bellezza e far si che i miei peli crescano così tanto da poterci fare delle trecce.
Dio quanto sono poco femminile!
Dei colpi alla porta mi fanno trasalire e spostare gli occhi sugli intarsi di quest'ultima, come fossero mostri pronti a slegarsi da quelle trame che li hanno visti così per anni e strangolarmi.
"Tutto bene lì dentro? È da più di un'ora che sei chiusa in bagno".
La sua voce severa ma roca, mi arriva dritta al basso ventre e mi trovo ad annaspare in cerca d'aria. Ma che cavolo mi prende!?
"S-si, va tutto decisamente benissimo! Ora esco!" mi affretto a rispondere mentre con passi veloci mi dirigo verso la maniglia e l'abbasso per tornare in camera.
Quando apro la porta la figura di Minosse oscura tutta la vista sulla mia stanza.
Imponente come pochi mi toglie la visuale su ogni cosa che non fosse il suo corpo statuario ricoperto dall'armatura nera e lucida, oltre che tagliente.
Lo avevo appurato nelle rare volte che i nostri spazi personali erano entrati in collisione, con quella avrebbe potuto farmi davvero male se solo avesse voluto.
Incapace di dire qualcosa e investita da tutto l'imbarazzo accumulato solo un'ora prima, quando mi aveva vista completamente nuda, non faccio altro che osservare gli occhi dell'uomo, scivolare attenti dal mio viso a tutto il mio corpo e ritornare su. L'intensità con la quale lo sta facendo però, trasforma le mie gambe in molle gelatina pronta a tradirmi e a farmi crollare come un sufflè e il mio stomaco in un covo di farfalle.
Qualcuno mi passi l'insetticida vi prego!
Nemmeno una mosca osa volare e disturbare il silenzio che si è creato tra noi, assai difficile da ignorare almeno per quanto mi riguarda. Minosse è fermo come una statua di sale e con sguardo serafico mi sta facendo sentire la nullità assoluta.
Tira le labbra in una linea dritta e il pervinca dei suoi occhi sembra diventare molto più intenso, carico di qualcosa che non riconosco, oscuro...
Minosse è fatto per dominare.
Qualsiasi cosa provenga da lui, uno sguardo, una parola, un movimento, tutto ti getta nella convinzione più assoluta che da lui altro non potrai che essere dominato, assoggettato, schiacciato.
Mi sento in soggezione completamente avvolta dalle ombre che il suo corpo getta sul mio, ma stavolta avverto anche l'esigenza di chiedergli scusa, per quanto folle sia questa necessità e per quanto non le meriti. Almeno fino a poco fa, quando ha deciso di essere gentile con me forse per la prima volta nella sua vita mentre io l'ho ripagato avendo poca considerazione di lui non avvertendolo dei miei spostamenti né dei miei piani.
E per quanto con me utilizzi la stessa moneta praticamente sempre, io non sono Minosse, io so essere giusta, la forza ed il coraggio di una persona sono anche racchiuse nella sua capacità di ammettere gli errori.
Con un passo incerto verso di lui alzo il mio sguardo nel suo e ci sprofondo, tento di navigarci ma mi ci perdo.
"Mi dispiace, ti chiedo scusa, avrei dovuto avvertirti ma una volta nel mio mondo non sapevo come fare" sussurro appena cercando di dare alla mia voce un tono più sicuro, senza riuscirci.
Le sopracciglia di Minosse scattano verso l'alto, fa un passo verso di me mentre il suo sguardo diventa tagliente. La mia pelle si cosparge di brividi.
"Non hai saputo come avvertirmi o non hai voluto Principessa? Perché ci sono tanti modi, avresti potuto chiamare tua madre con i vostri aggeggi del cazzo che tenete attaccati alla mano sempre come se fossero una loro estensione, avresti potuto cercare tramite il tuo cosmo una connessione con il mio, avresti potuto pensarci prima!" la sua voce sempre più austera e fredda arriva a me in un rimprovero duro carico di frecciatine.
E io decido di non nascondermi dietro la paura, non stavolta.
"Avrei potuto, ma non ho voluto perché non ti dovevo niente" rispondo con voce più chiara guardando la linea perfetta del suo collo dove l'arteria inizia pericolosamente a pulsare più veloce.
Gli occhi di Minosse si scuriscono del tutto e una sua mano mi afferra il polso con violenza strattonandomi verso di lui e facendomi scontrare con il corpo seminudo, contro l'armatura dura che ricopre il suo.
Gemo dal dolore ma cerco di scacciare via qualsiasi sentimento di paura, non posso mostrarmi debole ancora una volta, non posso ancora una volta dargli modo di credere che io non sia adatta a questo posto e al mio titolo.
Non posso.
"Non mi dovevi niente dici? Ah si? E cosa non ti è chiaro del fatto che se a te dovesse succedere qualcosa io perderei in direttissima quello che amo? Eh mocciosa!?" sibila cattivo stringendomi ancora di più la pelle sottile del polso già offesa dalla pioggia.
Sento in quel punto un bruciore misto a costante fastidio propagarsi fino al gomito.
"Mi fai male" rispondo con la voce che vacilla.
Il suo sguardo diventa minaccioso caricandosi di una striatura di pura follia.
"Io voglio farti male, vorrei punirti solo per sentirti chiedere scusa in modo diverso, un modo che più dovrebbe appartenerti quando parli con me!" sbotta strattonandomi ancora.
Un secondo gemito stavolta più chiaro esce dalle mie labbra ma lui sembra comunque non farci caso.
"Vuoi che mi scusi sottomettendomi? Beh non succederà, già è tanto che io lo abbia fatto Soldato, Io non ti devo niente!" abbaio incazzata ma consapevole di star spingendo Minosse verso una reazione violenta.
E così succede.
Mi spinge con forza verso il letto mentre inciampo sui miei passi. Resto in piedi solo grazie alla sua presa e alla sua altezza differente dalla mia, che impediscono una possibile caduta.
"Lasciami Minosse! Che cosa hai intenzione di fare!?" sbotto spaventata, ormai non posso più far finta di essere indifferente al terrore che lui mi trasmette.
Lui però non mi ascolta, non più. Mi sbatte violentemente con la schiena sul letto per poi salire a cavalcioni su di me bloccandomi qualsiasi via d'uscita con le sue braccia.
Inizio a tremare mentre vengo scannerizzata dai suoi occhi infuocati di rabbia che una volta arrivati nei miei si dipingono di vittoria solo per il fatto di vedermi lì, inerme e tremante sotto di lui, padrone e vittorioso.
Come un burattinaio con la sua bambola.
"Quella tua bocca insolente. È da quando sei tornata qui all'inferno che mi danno per trovare il modo di chiudertela" sibila cattivo guardandomi con ferocia.
"Se pensi che minacciandomi riuscirai a raggiungere il tuo obiettivo ti sbagli di grosso, non mi sottometto ad uno come te, mi sei inferiore Minosse!" sbotto cercando di trasformare l'ansia e la paura che avverto, in coraggio da usare contro di lui.
La sua risata sinistra si disperde tra le mura della mia stanza. Rovescia di poco la testa all'indietro come se ci fosse davvero qualcosa per la quale ridere a crepapelle. Come se avessi fatto una battuta divertentissima.
Inutile dire che questo suo modo di fare mi urta ancora più di quanto non lo sia già.
Mi muovo come un'anguilla sotto di lui, consapevole che la pelle mi si sta arrossando ancora di più a causa della frizione con l'armatura, ma il suo peso decisamente non paragonabile a quello di una piuma, mi inchioda sul materasso impedendomi di farlo.
"Lasciami! Lasciami ho detto!" strepito cercando di tirargli una sberla.
Velocemente intercetta la mia mano impedendomi di arrivare a destinazione e stringe la presa sul polso già dolorante.
In risposta alle mie proteste, lo vedo chinarsi su di me e avvicinare le labbra al mio orecchio. Il suo fiato fresco si arrampica sulla mia pelle ora bollente e se non avessi un minimo di amor proprio, avrei fatto fatica a trattenere un gemito.
"Pregami di farlo, implorami di lasciarti andare" sussurra con le labbra a pochi millimetri dalla cute sensibile dell'attaccatura del lobo.
"N-on, non lo farò mai" dico con voce troppo incrinata maledizione!
Lo sento sorridere e poi poggiare il suo naso tra i miei capelli e inspirare forte.
"Pregami di farlo ho detto" ripete scendendo con la mano libera contro la mia coscia nuda. Il metallo dell'armatura descrive brividi sulla mia carne esposta.
"C-che co-cosa stai facendo!?". Il panico fa da padrone dentro me, la voce trema ed io non sto capendo più nulla. Di tutta risposta traccia con il naso una linea immaginaria che parte dall'attaccatura dei capelli, fino al mio zigomo, per poi tornare indietro e fermarsi accanto all'orecchio. La mano sulla coscia sinistra sale lentamente verso il suo interno aprendola leggermente per sistemarsi con un ginocchio tra le mie gambe.
I brividi che sento non accennano ad andar via, ma voglio credere che sia per la sua armatura fredda e per nient'altro.
"Sento il tuo corpo vibrare sotto di me, pregami Lilith... pregami di lasciarti andare" sussurra ancora mordendomi piano il lobo e facendomi sussultare.
Nella sua voce ora non riesco più a distinguere il sentimento che anima il suo comportamento.
Nella mia testa non riesco più a distinguere i miei pensieri.
Il profumo forte e virile di Minosse mi sta stordendo a questa distanza ravvicinata. La sua voce roca e la sua bocca a pochi millimetri dal mio orecchio stanno toccando corde dentro me che non dovrebbero reagire a lui ma che non hanno mai reagito a nessun altro.
"Te lo puoi scordare... io non ti pregherò, non lo farò mai" rispondo sempre più insicura.
Mi sento manipolata, usata, eccitata, umiliata e confusa. Parecchio confusa, ma anche parecchio eccitata.
L'uomo su di me ride piano, deve starsi divertendo molto lo stronzo!
"Che bambolina cattiva" sibila prima di fare qualcosa di inaspettato.
Sento la natica sinistra bruciare.
Uno schiaffo.
I miei occhi si spalancano nell'esatto momento in cui capisco che Minosse mi ha appena sculacciata. La sorpresa è così tanta che non riesco ad impedire al mio corpo di inarcarsi contro il suo in risposta a quel gesto sfacciato.
Sento la mia carne morbida cedere sotto la sua corazza dura e a lei adattarsi. Cerco lo sguardo dell'uomo per fulminarlo e mangiarmelo vivo per un tale affronto ma ciò che vedo mi fa ammutolire.
Il suo sguardo è folle puntato su di me.
Mi spinge violentemente, con il gesto secco della mano, di nuovo contro il materasso per poi mettersi a cavalcioni su di me senza gravarmi davvero addosso. Porta la punta del suo naso sul mio collo, percorrendone tutta la linea fino ad arrivare alla clavicola ed inspirare forte.
"Maledizione Lilith!" soffia con rabbia a pochi millimetri dal mio viso.
È sempre questione di attimi. È un attimo, un attimo in cui non riesco a dare un senso logico a quell'affermazione tanto accorata perchè sento i suoi denti affondare leggermente nella pelle e poi lenirla con la lingua.
Le mani forti si ancorano ai miei fianchi in una presa possessiva per poi scendere verso le gambe e risalire di nuovo.
Le mie labbra schiuse non emettono suoni se non respiri spezzati. Il mio cervello in totale black-out.
Esattamente cosa sta succedendo?
Quando i suoi denti affondano nuovamente nella mia carne intorpidendomi la zona dal dolore, spalanco gli occhi e tremo sotto di lui.
Non di paura.
Non di terrore.
Ma di desiderio, puro, esasperante. E non mi riconosco più.
Mi inarco contro di lui perché altro non riesco a fare per reagire a queste sue 'attenzioni'.
"Mi-Minosse..." balbetto vergognosamente cercando di dare un senso a quello che sta accadendo. Cercando di riportarlo alla realtà, cercando di salvare quello che sta per divenire insalvabile.
Le mie mani, come dotate di volontà propria, affondano tra i suoi crini dal colore della luna e vanno ad allacciarsi dietro al suo collo, stringendogli la nuca e spingendolo verso di me.
Ma che diamine sto facendo!?
Lui sembra non fare caso a questo mio slancio di coraggio e continua impetuoso a lasciare scie umide lungo il mio collo con la sua cazzo di lingua tentatrice.
Sembra mi stia assaporando, sembra che stia valutando dove mordermi di nuovo.
Ha un profumo inebriante.
Ha un corpo virile troppo nascosto per i miei attuali gusti.
Provo rabbia in questo momento, rabbia perché nonostante tutto, ciò che sto toccando è in buona parte schermato. Non è davvero lui.
Non è davvero la sua pelle, ed io ora sono solo smaniosa di sentirla contro di me la sua pelle.
Come previsto mi morde ancora, ma stavolta senza farmi male. Affonda leggermente i suoi denti sulla mia spalla nuda ed io mi ritrovo a gemere il suo nome.
"Cosa Bambolina, cosa?" mi chiede retorico facendomi arrossire.
Una mano lascia il mio fianco e si dirige verso il basso, trattengo il respiro quando mi afferra la gamba appoggiandola contro il suo bacino.
Le labbra dalla mia spalla, sulla quale lascia un bacio, iniziano a scendere fino ad arrivare ai due seni. Bacia la parte scoperta dal reggiseno e poi scede sulla pancia.
Sto per gemere quando con uno scatto si porta sulle mie labbra e con una mano lo sopprime.
Mi ritrovo a guardarlo delusa per non aver scelto di sopprimerlo con le sue labbra e faccio un verso indispettito che lo fa ghignare.
"Qualcosa non le ha fatto piacere di ciò che ha fatto il suo Soldato inferiore, Principessa?" mi deride ben sicuro dell'effetto distruttivo che sta avendo su di me.
Penso sia lo stesso con qualsiasi donna respirante su questo mondo.
Stringe la presa sulla mia coscia e sussulto per la sensazione della mia pelle incandescente contro l'armatura fredda e appuntita.
Le guance mi vanno letteralmente a fuoco, lo so, lo sento. Sento il mio sangue affluire e concentrarsi sul mio viso e al contempo sento il mio corpo che sta per implodere dal calore. Ricevere quelle attenzioni da un uomo come lui, nonostante la loro natura e il motivo per il quale siano iniziate, è strano.
Inebriante.
Spaventoso.
Non credo di essere all'altezza e forse questa consapevolezza è quello che fa più male.
Minosse è un uomo che può essere attratto da Shirin, dalla sua sicurezza, dal suo andamento felino, dalla sua bellezza e dalla sua forza. Non da me.
Schiudo le labbra per dire qualcosa, qualsiasi cosa che lo allontani da me prima che possa irrimediabilmente rimanere scottata, quando Minosse inibisce di nuovo qualsiasi mio stimolo chinandosi su di me e leccandole con calcolata lentezza.
Passa la punta prima sul mio labbro superiore e poi su quello inferiore, per poi leccare alla fine le sue stesse labbra come se avesse appena assaporato un pregiato vino.
"Era forse questo che desiderava la mia Principessina? Cos'è, hai per caso perso la lingua" chiede retorico facendomi rabbrividire dall'imbarazzo.
La mia voce viene fuori calda, bassa, tremante.
"Minosse, io..."
"Tu cosa? Hai ancora voglia di essere insolente?" m'incita a continuare lui, ma la verità è che non so cosa dire. Non so cosa stia succedendo, cosa mi stia succedendo e cosa stia succedendo a lui. Questa situazione è assurda.
Assottiglio gli occhi pronta a non dargliela vinta quando mi sento girare a pancia in sotto con uno scatto. Con la guancia schiacciata contro il materasso, a pancia in giù, il panico mi assale nel momento in cui capisco di non riuscire a vedere la maggior parte dei movimenti dell'uomo.
Cerco di posizionarmi di nuovo supina in modo da riottenere il controllo ma una sua mano aperta tra le mie scapole me lo impedisce.
Mi spinge contro il materasso con forza mozzandomi il respiro.
"Così fragile che potrei schiacciarti con una mano. Basterebbe esattamente solo questa" sussurra più a sé stesso che a lui facendomi inghiottire a vuoto la mia stessa paura.
"Potrai essere forte di fisico ma sei povero e debole di qualsiasi altra cosa" rispondo arrabbiata per questa palese situazione di sottomissione in cui verto.
Minosse sogghigna e lo sento nuovamente chinarsi su di me. Il suo respiro mi solletica la parte bassa della schiena nuda e questo inevitabilmente mi fa contorcere sotto di lui.
"Che- che stai facendo!?Minosse smettila immediatamente!". Ora il mio tono di voce è carico di panico.
"Chiudo la tua maledetta, intrigante ed eccitante boccuccia, Principessa" mi dice sorridendo prima di vezzeggiare la mia pelle con la punta della lingua, tracciando un percorso umido lungo la mia spina dorsale, facendomi gemere. Sento i suoi capelli solleticarmi il corpo e il suo corpo spingermi verso il basso.
"Questi suoni... sono decisamente più accettabili, gemi bene Bambolina" mi deride facendomi sentire umiliata ed eccitata allo stesso tempo.
Ora però è davvero troppo!
Sono pronta a dirgliene quattro e a tirargli una sberla ma ovviamente, niente va secondo i piani.
"Lilith? Tesoro va tutto bene? Sento il tuo cosmo agitato, posso entrare?"
La mia vita fa schifo, senza riserva.
Angolo Autrice.
Arrabbiata.
Se potessi dire in questo momento come mi sento il termine giusto ma non pienamente esplicito è arrabbiata. Sappiamo tutti che wattpad fa un po' schifo come piattaforma a livello di bug ma non pensavo fino a questo punto.
Sono scomparsa per un po' non per mio volere ma a causa di QUALCUNO, che ha provato ad hackerare il mio profilo forse convinto di poter fare chissà cosa.
Gli amministratori e i tecnici ci hanno messo un po', ho dovuto cambiare password e livello di sicurezza per tutelare me e la mia storia ma ciò non toglie che sia uno schifo.
Non ho potuto pubblicare per più di un mese, né rispondere ai commenti, né scrivere nel feed notizie. Quando ho potuto farlo è stato solo temporaneo, dei millemila messaggi che ho provato a scrivervi forse uno o due ve ne sono arrivati!!
Comunque, momento sclero a parte, Minosse e Lilith sono tornati, MIEI E SOLO MIEI!
Per tutti coloro che mi seguono da tempo mi siete mancati e spero di non avervi perso!
Per i nuovi arrivati benvenuti!
Per chi si aggiungerà, spero la storia sia di suo gradimento.
Ora, facciamo conoscere di nuovo la storia, riportiamola nel bellissimo punto di fama a cui era arrivata, e se vi è piaciuto il capitolo, o quelli precedenti, un click sulla stellina farebbe me, Lilith e Minosse davvero ma davvero molto felici!
Buonanotte Bamboli!!
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Touch me with your skin
RomanceL'uomo che avrebbe dovuto proteggere la sua vita da ogni male, in realtà altro non è che un cinico bastardo, sarcastico fino al midollo, stronzo di nascita e tremendamente bello di natura. Lo aveva sempre considerato un mostro. Lilith viveva la sua...