Signs.

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Dopo aver trascorso la notte insonne, per il costante pensiero rivolto alla festa, e a Noah, o meglio per il bacio di Noah, viene svegliata dall'arrivo di un sms.
Si passa una mano sul viso, per poi afferrare il telefono sul comodino e aprire la casella dei messaggi e il numero che appare non risulta memorizzato nella rubrica. Ma la mente di Octavia non aveva dimenticato quel numero. Abbozza un sorriso mentre comincia a leggere il messaggio seguente.

"Buongiorno piccola, non senti anche tu questo dolce profumo?"

Octavia guarda confusa lo schermo. Ha pensato che forse ha sbagliato numero, o che forse era ubriaco, oppure forse non si trattava di Noah.

Impossibile. Questo è il suo numero! Ma che significa?!

Lo sguardo di Octavia rimaneva inchiodato sullo schermo, cercando disperatamente di capire il significato nascosto mentre si alzava dal letto, tenendo in mano il cellulare. Esce dalla propria stanza, sentendo un leggero profumo di fiori e dei piccoli borbottii di Dean che provenivano dalla cucina. Scende le scale, dirigendosi verso la cucina per poi strofinarsi gli occhi, pensando che il tutto fosse un allucinazione.
Dinanzi alla ragazzi si ritrova una distesa enorme di rose blu che ricoprono ogni ripiano del tavolo, facendo sembrare la cucina un unico campo fiorito.

"Ma cosa?!"
"È riuscito a sbalordire anche me!" Sam era in cucina, appoggiato al lavello con in mano la tazza di caffè.
"Devo ammetterlo, ci sa fare." aggiunge prima di sorseggiare qualche altra goccia. Sam aveva conosciuto Noah dopo la serata del ballo, ma solo per pochi istanti.
"Ma come ha fatto?!"
"Stamattina presto è arrivato con due fiorai e tutte queste rose. Dean inizialmente pensava fosse uno scherzo." indica intorno a sé. Facendo cenno a un piccolo bouquet posizionato al centro del tavolo.
Octavia si avvicina a esso, e tra i pelati di color blu scuro, scorge un piccolo biglietto, aprendolo.

"100 rose blu per ogni giorno che ti ho vista lontana da me."

Il sorriso di Octavia esprimeva gioia e felicità, sentendo il suo cuore fare una capriola. Non credeva a tutto ciò che vedeva. Mostrando il lato romantico di Noah.
"È nauseante." borbotta Dean mentre entrava in cucina, per versarsi altro caffè.
"Il cespuglio è riuscito a sorprendere anche me."
"Noah, si chiama Noah." replica Octavia sorridendo a Dean, tenendo il biglietto tra le mani.
"Ragazzina farai tardi a scuola, o sbaglio?"
Octavia spalanca gli occhi esclamando
"Merda!" corre velocemente nella sua stanza per cambiarsi. Non doveva far tardi, non oggi che avrebbe avuto un esame importante.

Dopo qualche ora a scuola...

L'ultima ora di lezione era terminata, e Octavia uscii dall'aula seguita da Connie e Lydia. Le mancavano ancora pochi esami per concludere l'ultimo anno di scuola.

"Ragazzi devo prima passare in segreteria! Ci vediamo in cortile, okay?"

non da tempo ai due ragazzi di rispondere, che si dirige velocemente in segreteria, per fare richiesta per un tutor che dovrà aiutarla con la tesina

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non da tempo ai due ragazzi di rispondere, che si dirige velocemente in segreteria, per fare richiesta per un tutor che dovrà aiutarla con la tesina.
Con la borsa sulla spalla e un libro in mano, percorre l'ultimo corridoio sentendo gli occhi della gente addosso. Il fatto che adesso Octavia stesse con Noah parve interessare ad un sacco di gente, soprattutto ragazze, ma nelle settimane che seguirono Octavia si scoprì impermeabile in un modo tutto nuovo ai pettegolezzi. In fondo, era un bel cambiamento essere sulla bocca di tutti per qualcosa che la rendeva felice di quanto fosse stata da molto tempo, invece che per fatti stupidi come "la nuova arrivata è stramba"

 In fondo, era un bel cambiamento essere sulla bocca di tutti per qualcosa che la rendeva felice di quanto fosse stata da molto tempo, invece che per fatti stupidi come "la nuova arrivata è stramba"

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Arrivata davanti alla segreteria, entra nella piccola stanza dove, al di là di un bancone, siedeva una donna sulla quarantina, con un taglio corto e i capelli arruffati di un colore rosso acceso.
"Cosa posso fare per lei?"
"Salve, mi chiamo Octavia Blake, sono all'ultimo anno e cercavo un tutor per l'elaborazione della mia tesi finale."
"Su uale argomento intende strutturare ?"
"Avevo pensato a un lavoro di connessione tra storia e giornalismo."
"Capisco. Mi faccia controllare quali professori sono disponibili." rispose guardando sul pc.
Octavia annuisce, scrutando la signora che stava osservando con attenzione il monitor sentendo il rumore del mouse sulla scrivania a
"Dunque." esclamò
"La signora Duval di storia moderna è occupata, ha hi tre alunni a cui badare. Il signor Mikelson anche, resterebbe il signor Britt. È l'unico che per il momento è libero!"
"Come?!" Octavia si avvicina di più alla segretaria sperando di non aver capito male.
"Il signor Britt, l'insegnante di storia antica." Spiega.
"Oh no! Lui no!" esordisce spaventata.
L'insegnante Britt, era l'unico che rimproverava sempre Octavia per qualsiasi motivo, anche per piccoli ritardi, e ogni volta emanava una strana energia negativa che solo lei riusciva a percepire.
"Mi spiace signorina, ma è l'unica disponibile!"

Perché a me?!

"Ehm..sicura che non ci sia nessun'altro?!"
"Sicurissima!" Rispose sistemandosi gli occhiali
"Va bene d'accordo." Conclude con tono abbattuto, aspettando che la segretaria le consegnasse dei moduli.
"Si ricorda di far firmare il tutto al signor Britt, ovviamente tutto prima di un mese e prima di luglio."
Octavia afferra i fogli, mettendoli in borsa.
"D'accordo. La ringrazio."
Si allontana dal bancone informazioni uscendo poi dalla segretaria. Cammina tenendo la testa bassa, dirigendosi verso il cortile. Era troppo demoralizzata, il signor Britt le renderà la vita impossibile.
Raggiunge il cortile, attraversando la piattaforma di piccole pietre, notando in lontananza Connie e Lydia.
"Cos'è questa brutta faccia?" chiede Lydia preoccupata
"Ho appena saputo chi sarà il mio tutore."
"Chi?!" chiede Connie
"Il signor Britt."
"Eh?!"
"Il signor Britt, hai sentito bene."
Lydia guardava i due amici con aria perplessa. Siccome era arrivata da poco, non poteva capire.
Connie invece, scosse il capo come se ciò che gli aveva appena detto sia totalmente impossibile.
"Ma quello ti odia!"
"Lo so!"
"Certo che sei sfortunata."
Octavia lancia uno sguardo fulminante, mentre Lydia da un piccolo colpo di piede sul ginocchio del ragazzo. In quell'istante, si sentono alcune risate isteriche provenire verso l'ingresso. Octavia si nasconde subito dietro ad un albero, facendo stranire i due amici.
"Voi non mi avete vista" bisbiglia in sottovoce, sperando che Noah non la notasse. Non era pronta a vederlo, si sentiva troppo in agitazione.
Mentre premeva forte la schiena contro il legno dell'albero, dritta a se, dall'altro plesso dove si trovano le aule dei professori, da lontano, vede una sagoma. Era una donna, con due occhi azzurri e uno strano vestito antico e il corpo macchiato di sangue nero.
Improvvisamente il corpo della ragazza divenne gelido, si sentiva immobile con il fiato bloccato in gola. Serra gli occhi con forza per poi riaprirli velocemente, e la sconosciuta donna che era difronte a lei, spari. Come se non fosse mai esistita. Lasciando Octavia stordita, non sentendo i richiami dei suoi due amici, che la stavano richiamando da minuti, ma la mente e gli occhi della ragazza continuavano a pensare a quella donna. La donna dei suoi incubi. La donna morta dissanguata. La donna che gridava aiuto, e pietà per la bambina. La donna che continuava a perseguitare i suoi sogni, ora riusciva a vederli come se fossero degli spiriti.

Non è possibile...

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