A pia, ti voglio bene.
-Mh, bella camera.-
Calum aveva appena varcato la soglia della camera di Daisy, fortunatamente in casa non c'era nessuno, nonostante l'orario. La ragazza indossava il suo coloratissimo pigiama arancione, e si maledì mentalmente quando se ne rese conto. Ma dal tronde, chi si sarebbe mai aspettato che un ragazzo talmente carino piombasse davanti la finestra di casa alle 11 di sera?
-Posso?- Il moro indicò il letto. -Sono davvero distrutto.-
-Si, certo.-
Calum si buttò di peso sul materasso dal piumone color notte, incrociando le braccia dietro al collo. La situazione si bloccò per tanto tempo, troppo. Lei se ne stava lì impalata a fissarlo mentre, con gli occhi chiusi, si rilassava sul suo letto. Le sembrò addirittura strano, perchè non le era mai capitata una cosa del genere, era una situazione totalmente nuova per lei. E nonostante lo conoscesse da poco, aveva deciso che sarebbe cambiata anche lei, che si sarebbe finalmente goduta la vita. Al solo pensiero sorrise.
-Allora, che fai? Non vieni?- Calum si spostò leggermente per farle spazio, e restò a guardarla per aspettare la sua approvazione, che arrivò poco dopo quando, immersa in un mare di imbarazzo, si distese accanto a lui. Non le cinse le spalle a mò di ragazzo che vuole flirtare al cinema, nulla del genere. Rimasero uno distaccato dall'altra. Erano talmente vicini ma talmente lontani.
-Per caso ti ho disturbato?- chiese infine lui.
-No, no, affatto.-
E terminò un'altra direi alquanto corta e imbarazzante conversazione. Erano così, loro due: si nascondevano per paura di mostrare all'altro le proprie debolezze, preferivano i gesti alle parole. Perchè le parole volano via, ma i quando fai un gesto resta il segno, ti marchia a vita.
Esplose per l'ennesima volta in quella stanza il silenzio, o almeno fino a quando Calum non si decise a parlare.
-Le tue paure.-
-Cosa?-
-Le tue paure, voglio sapere di cosa hai paura.- le spiegò.
Di te.No, non poteva ricordarglielo in continuazione, avrebbe finito col farlo scappare via, come avevano fatto tutti dal tronde, ragion per cui era totalmente e tristemente sola. Ma ora in lei stava crescendo qualche speranza, come un piccolo spiffero di luce in mezzo all'oscurità più profonda. Calum sembrava sincero, voleva dargli qualche possibilità.
Riflettè a lungo sulla risposta da dare, e la verità l'assalì come un onda in mezzo alla tempesta.
La sua paura era il mondo esterno, era l'aria aperta.
La sua paura più grande era la paura stessa.
Non si fidava abbastanza, anzi quasi per niente, di lui, ma a chi lo avrebbe detto? E cosa avrebbe potuto fare?
-Vedi io..bè soffro di agorafobia, cioè quando l'individuo ha paura di uscire all'aperto, ho tipo paura del mondo esterno. Però ho lievi sintomi, ci sono casi peggiori del mio.- rivelò.
-Ti confesso che starei chiuso con te anche in una scatola pur di non farti avere paura.- Daisy sorrise in modo sbilenco. -Poi? Non puoi avere solo una paura, andiamo.- la incoraggiò.
-Uhm, è imbarazzante.-
-Non lo dirò a nessuno, promesso.- Imbronciò il viso come un bambino a cui era stato vietato di andare al parco divertimenti.
-Okay, d'accordo. Ho paura del buio.- Abbassò lo sguardo, sentiva le guance prendere fuoco.
-Il buio nasconde tutto ciò da cui noi fuggiamo.- mormorò. Daisy si stupì, aveva davvero colpito il centro, nessuno l'aveva mai capita.
-Come..voglio dire, mi sento esattamente così. È pazzesco.-
-Cosa?- chiese Cal.
-Bè tu mi capisci, sai cosa vuol dire soffrire per qualcosa o qualcuno che o 1) ti manca o 2) non hai mai avuto.-
-Purtroppo si, so cosa significa, e penso che la felicità sia una fottuta merda, uno di quei sentimenti che ti distrugge, che prima ti usa e ti fa sentire al settimo cielo e poi ti lascio solo, per tanto, tanto, tempo.- Si meravigliò di se stesso, non aveva mai detto ciò che provava a qualcuno. -Dove sei stato per tutto questo tempo, Cal?-
-Alla ricerca di una ragazza come te, e finalmente l'ho trovata.- Tecnicamente, era vero. Daisy arrossì ancora di più e si rannicchiò su se stessa, poi, stando scomoda, si alzò a sedere, con le gambe incrociate.
-Che musica ascolti?- chiese il moro tanto per cominciare una conversazione.
-Ascolto spesso i Blink 182.-
-Cosa? Sul serio? Oh, diamine, io li adoro. La canzone migliore è senza ombra di dubbio I'm lost without you.-
-Cosa stai blaterando? La canzone più bella è I miss..-
Non fece in tempo a finire la frase che ricevette il suo primo bracio. Non fu uno di quei baci passionali, anzi, l'esatto contrario. Era stato un incontro di labbra, che nonostante la corta durata, aveva provocato in Daisy un'ondata di brividi, che percorsero tutto il suo corpo.
-Scusa, mi andava di farlo, e poi non potevo lasciarti dire che I miss you è la canzone più bella.-
Era letteralmente sotto shock, le aveva tolto le parole di bocca, non sapeva cosa dire o fare. Sapeva solo che quei 3 secondi di contatto (si, li aveva contati) l'avevano fatta sentire bene.
-Daisy? Ci sei?- gesticolò con le mani per risvegliarla dai suoi pensieri.
-Eh? Cosa?-
-Ti ho chiesto di abbracciarmi.- Appena terminò la frase, senza nemmeno un attimo di esitazione, la ragazza si gettò tra le sue braccia e lui la strinse a sè. Quando spensero la luce il buio calò su di loro.
-Hai paura?- le sussurrò a un orecchio.
-Sono accanto a te e ti sto abbracciando, niente potrebbe farmi del male in questo momento.-
E con i cuori a battere fino a far male, chiusero gli occhi e si addormentarono.
NOTA DELL'AUTRICE
Scusatemi davvero tanto, fa schifo ed è cortissimo ma amatemi comunque perchè è l'una mezza e domani devo svegliarmi prestissimo quindi questo è il massimo che ho saputo fare. Fatemi sapere che ne pensate e andate a leggere la mia nuova storia su Niall lol si chiama
HELL || NIALL HORAN
vi amo
salvamiluke

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Faraway. || Calum Hood.
Fiksi PenggemarPelle ambrata, capelli neri e tatuaggi. Margherite, labbra rosee e agorafobia. Per Daisy il pericolo è più vicino di quanto credesse.