Ero determinata, ma allo stesso tempo parecchio spaventata.Tenevo stretto a me il quaderno di mio padre, pieno di appunti tutti da scoprire. Il borsone lo avevo messo sulla cappelliera del treno sopra il mio posto, poi mi sedetti aspettando di arrivare al capolinea.
Il treno si chiamava Acela, e mi stava portando dall'altra parte del continente Americano per poter poi prendere un volo verso chissà quale parte del mondo.
Arrivai all'aeroporto internazionale di San Francisco, viaggiammo per più di un giorno sul mezzo facendo poche fermate ogni 6 ore.
Arrivai stanca, ma la sola idea di essere all'interno di un aeroporto mi esprimeva un senso di piena libertà.
-Ciao! Scusami se ti interrompo ma sapresti dirmi da che lato devo andare per l'ucraina?- mi domandò una ragazza con tre grandi valigie tra le mani
-Ehm non saprei, è la prima volta che entro in un aeroporto.-
-Oh il tuo primo volo? Credimi volare è davvero fantastico! Dove andrai?-
-N-non ho ancora deciso.- dissi spaesata, osservando gli immensi tabelloni pieni di codici e compagnie aeree
-Non hai ancora deciso?-
-Si ecco, diciamo che sto andando via, dalla mia vecchia vita.-
-Oh... capisco. Beh se trovi ancora posto potresti prendere il volo per l'Ucraina, è ben lontano da qui ed inoltre non mancano i comfort a bordo! Certo è un po caro ma nell'eventualità, ci si vede a bordo!-
-Oh beh, grazie mille.-
-Io sono Ellie comunque- disse allontanandosi sorridente
-Arya!- quasi gli urlai da lontano
Mi strappò un sorriso, in mezzo alla mia malinconia. Era la prima volta che incontravo qualcuno che fosse normale, la prima volta che entravo in contatto con qualcuno che non fosse un supereroe.
Decisi quindi di optare per la sua destinazione. In fondo l'Ucraina era dall'altra parte del mondo e c'era la possibilità di trovare zone completamente isolate dalle città.
Andai al Box informazioni, domandai del volo e vi erano ancora molti posti disponibili.
-Ha scelto questa destinazione per un motivo signorina... ehm... Barton?-
-Solo per piacere, non ho mai la disponibilità a partire così non appena mi assegnano un periodo di vacanza vado all'aeroporto e scelgo un viaggio- risposi sorridente
-Capisco, beh il volo costa però 1700 dollari andata e ritorno per due settimane e...-
-No, solo andata grazie.-
-E non dovrà tornare per il lavoro?-
-Prenoterò un volo da li, ho 20 giorni di riposo avrò tutto il tempo di farlo.-
-Capisco, in ogni caso il suo volo costa così 980 dollari, e insomma, sono tanti soldi.-
-Mi scusi lei ha deciso di fare il suo lavoro e vendermi il biglietto o di continuare a chiedermi della mia vita e a persuadermi a non partire? Ho i soldi con me e ne ho anche tanti, lavoro come le dicevo, quindi adesso mi faccia la cortesia di stampare il mio biglietto e consegnarmelo, grazie.- dissi con quel filo di pazienza che mi era rimasta
-Quale dei due voli, gentile signorina Barton?- rispose con un tono evidentemente più rude
-Quello per Kyiv, decisamente più comodo.-
Dopo avermi lanciato qualche brutta occhiataccia, la signora si decise a stampare silenziosamente il mio biglietto e a consegnarmelo. Era finalmente arrivato il momento di andare via.
Quando entrai sull'aereo guardai tutto con occhi nuovi, ogni piccolo finestrino, ogni posto erano tutte cose nuove per me, scorrevo piano nel corridoio largo si e no 40cm fino ad arrivare al mio posto, 23B.
-M-mi scusi?- domandai all'uomo seduto al mio fianco
-Se non le crea disturbo, potrei sedermi dal lato del finestrino? E' la prima volta che volo e vorrei godermi a pieno il viaggio- domandai sorridente
-Ma certo signorina, faccia pure!- mi rispose gentilmente
Facemmo a cambio di posto e non appena mi sedetti restai tutto il tempo con lo sguardo rivolto all'esterno.
In quei minuti di attesa, mentre ognuno prendeva il proprio posto i miei occhi si riempirono leggermente di malinconia... iniziai a pensare a Pietro e a quanto già mi mancasse... ma non potevo fare altrimenti.
Notai che il mio cellulare iniziò a vibrare paurosamente, ero sicura di averlo spento.
Lo tirai fuori dalla tasca posteriore dei miei jeans e lo guardai, chiamate perse da chiunque, anche da numeri sconosciuti.
I messaggi di pietro avevano invaso la mia schermata, il numero di sue chiamate perse anche... mi venne impulsivo aprirli per leggerli, ma non risposi... ci sarebbe voluto un attimo per rintracciarmi.
Spensi nuovamente il telefono e lo misi tra le cosce mentre aspettavamo la partenza.
Per distrarmi tirai fuori il vecchio quaderno di mio padre, leggendo un elenco di cose che sarei potuta essere in grado di fare, tra le tante... attenzionai una formula che già avevo provato ad utilizzare... "Non Recordabor" .
Lo dissi a bassa voce e tutto d'un tratto il gentile signore che stava seduto accanto a me entrò nel panico, non ricordandosi perché stesse volando e per dove.
Successe lo stesso anche alle persone dietro e davanti a me, da li capii finalmente come funzionava e a cosa servisse quella formula. Mi sentivo terribilmente in colpa così cercai una formula per far tornare la memoria ma nulla, una volta cancellata non si poteva fare nulla.
Rimasi comunque seduta e composta non dando troppo nell'occhio, non potevo celare i miei poteri a tutto l'aereo.
Cercai con lo sguardo la ragazza incontrata ai Gate iniziali ma non la vidi, molto probabilmente stava sul volo per l'altro aeroporto. Dopo la partenza decisi quindi di ascoltare un po di musica e di dormire se fosse possibile, non dormivo bene da giorni ormai.
Quando arrivammo a Kyiv, era ancora tarda mattinata.. il fuso orario si faceva sentire ed era tutta una sensazione molto strana.
- Come può essere ancora mezzogiorno se siamo partiti all'ora di pranzo?- mi domandai guardandomi attorno
-Beh questo perché ci sono circa 6/7 ore di fuso orario signorina... in questo momento in america è sera.- mi rispose l'hostess mentre scendevo
-Oh, la ringrazio molto-
-Di nulla si figuri- mi rispose sorridente.
Furono 11 lunghe ore di volo, ma sicuramente fu un viaggio molto più comodo del treno.
Voglio dire con l'aereo in mezza giornata raggiungi l'altro capo del mondo, col treno in un giorno superi a stento tutto il continente americano, decisamente più veloce e pratico.
Uscii fuori dall'aeroporto conoscendo già la mia lontana destinazione, sorrisi respirando aria nuova... guardai il cielo e chiusi per un attimo gli occhi... "Spero che capirai Pietro, lo spero tanto" sussurrai tra me e me, per poi iniziare a spostarmi verso il paesino di Desna.
Desna prendeva il nome dal grande fiume che vi scorreva accanto, un paesino freddo e nascosto da quasi tutto il resto del mondo.
Ovviamente non mi era possibile alloggiare in paese, così decisi di spostarmi di qualche chilometro, su un pezzo di terra abbandonata proprio in mezzo al fiume, abbastanza grande da costruirci quattro ville, automaticamente abbastanza grande per una piccola casa e per allenarmi.
Avrei dovuto fare tutto da sola, ma l'idea mi allettava.
Era finalmente iniziata la mia nuova vita, la nuova vita, di Arya Barton.
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The Wind Rises ||Pietro Maximoff||
Fiksi Penggemar||PRE/ DURANTE AGE OF ULTRON|| Dopo la morte del padre di Arya, Clint, fedele amico nonché collega del padre, decide di prendere in custodia la figlia occupandosi di lei nel miglior modo possibile. Gli insegna al meglio come difendersi e arrivati i...