Come due stronzi

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"Era una piccola città, con un piccolo fiume e un piccolo lago, in una piccola regione dell'America del Nord.

Ed era il pomeriggio della vigilia di Halloween.

E tutte le case erano serrate contro il vento freddo.

E un pallido sole illuminava la città.

Ma improvvisamente il giorno svanì.

La notte usci dagli alberi e allargò il suo manto.

Dietro le porte delle case si udivano grida soffocate, uno scalpiccio leggero di passi e s'intravedeva un tremolare di luci.

Dietro la porta della propria casa Tom Skelton, anni tredici, si fermò in ascolto..."

Rose Weasley recitava queste parole, circondata da un gran numero di studenti di tutte le età. Era il giorno di Halloween, e lei ne era la regina indiscussa.

La ragazza era ogni anno più affascinata da questa festività, fermamente convinta che ognuno di noi abbia un lato oscuro, proprio come la luna, che non mostra mai a nessuno.

Ad Hogwarts, Halloween era una giornata di sacra importanza. Le lezioni si interrompevano per far spazio a grandi banchetti serali, nei quali i dolcetti ipercalorici regnavano sovrani. Gli studenti raggiungevano il Lago Nero, vestiti dei loro mantelli scuri, per raccontarsi storie che farebbero rabbrividire un mangiamorte.

E Rose...oh Rose non era più la stessa durante quella festa.

Era come se entrasse in uno stato di trans, dimenticava i suoi affetti e i suoi doveri, come per magia. Parlava in modo decisamente strano, ed era impossibile dialogare insieme a lei, fin troppo presa a fantasticare con metafore assurde. In parole povere, Rose perdeva il senno durante la tetra giornata di Halloween, ed i suoi amici ne avevano fin sopra i capelli.

"ROSE, ANCHE QUEST'ANNO?" domandarono esasperati e con tono supplicante Albus e James Potter. I due fratelli erano i migliori amici di Rose, ma neppure lei ne comprendeva il motivo. Albus era il migliore amico di Scorpius, ragione più che esaustiva per non frequentarlo. Mentre James...James era semplicemente James. Furbo e adulatore, ma incredibilmente stupido. La sua quantità di materia grigia era, senza alcun dubbio, inferiore rispetto a quella di un comunissimo mago della sua età.

Eppure Rose, più li frequentava, più si convinceva di quanto fosse fortunata ad averli nella sua vita, nonostante l'iperprotettività che li contraddistingueva.

"Tom Skelton rabbrividì. Tutti sapevano che il vento, quella sera, era un vento insolito; anche l'oscurità era insolita perché era Halloween, la vigilia di Ognissanti. Tutto pareva tagliato in un morbido velluto nero, dorato, arancione. Il fumo si arricciolava fuori da mille camini come i pennacchi di un corteo funebre. Dalle cucine esalava il profumo delle zucche; quelle svuotate della polpa e quelle che cuocevano dentro il forno." Continuò la Weasley, ignorando completamente i suoi cugini. Anzi, decise addirittura di alzarsi in piedi, generando maggiore curiosità negli studenti della Sala Grande. Quest'ultimi infatti, accerchiarono Rose attratti come non mai dalla sua contagiosa frenesia.

"Sbaglio o quest'anno è ancora più stralunata del solito?" Chiese Alice rivolgendosi all' intera famiglia, mantenendo lo sguardo sulla bella figura di Rose.

"Oh andiamo, è fantastica." Esclamò Fred Weasley con sguardo divertito. Quest'ultimo aveva sempre ammirato la personalità di Rose: lei era in grado di mantenere la schiena dritta, ma sapeva come divertirsi ed essere giovane.

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