Ho perso il filo del discorso

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"Andiamo Alice, non dirmi che vuoi rimanere qui con lei!" Esclamò una voce chiara e nitida.
"Si da il caso che questa sia la mia camera, perciò faccio ciò che voglio qui. E poi da quando tu vai d'accordo con lei?"
Rispose la grifondoro, alquanto alterata. L'irritazione del biondino era palpabile tra le quattro mura del dormitorio femminile, Rose la percepiva pienamente, nonostante fosse coperta da calde lenzuola rosso oro del suo letto a baldacchino. Aveva una mezza idea di chi l'avesse portata lì, quel pomeriggio...
"È importante?" Esclamò Scorpius con superficialità: sapeva giocare bene le sue carte, il ragazzo.
"Certo che lo è. Ho saputo della tua scenata di qualche ora fa. Dimmi Scorpius, non ti sarai affezionato?"
Alice voleva risposte, era evidente. Ma anche Rose.
Fu proprio la curiosità di quest'ultima ad averla portata a tendere le orecchie un po' di più: doveva sapere quali erano le intenzioni del ragazzo. Ma conosceva abbastanza bene il suo nemico per sapere che non avrebbe scoperto nulla di nuovo, d'altronde non è così semplice manovrare un Malfoy.
"Vuoi sapere troppe cose Alice. Poi per favore, non parlarmi di scenate: scappare il lacrime per una frecciatina? Alquanto infantile, non trovi?" Sputò sulla difensiva il biondino.
Per l'appunto, pensò Rose.
"Non sono infantile." Disse in tutta risposta Alice, facendo quasi vomitare la rossa stesa sul letto che fingeva spudoratamente di dormire.
"Si, lo sei. Ed ora vattene, non voglio altri problemi al suo risveglio." Sancì Scorpius distaccato. La codarda grifondoro non poté far altro che uscire da quella dannata stanza.
"È riuscita ad avere la meglio pure su di te,  non pensavo fossi una preda così facile." Lo stuzzicò un'ultima volta la mora, prima di chiudersi la porta alle spalle a seguito di un grande tonfo.
"'Fanculo!" Sbraitò contro la porta il biondino, per poi continuare:"Ti sei goduta lo spettacolo Weasley?"
Rose sobbalzó, per poi riacquisire credibilità,alzandosi dal letto. Si rese conto di star indossando una misera maglietta che le arrivava poco più in basso delle cosce. Ammiccando verso il biondino, e notando il suo petto chiaro e nudo, capí che la maglia era sua. Dannazione.
"Hai giocato bene Malfoy, non mi deludi mai." Rispose Rose, legandosi i capelli in una cosa di cavallo in un movimento lento ma naturale.
"Avevi dubbi?" Le Sorrise la serpe.
"Ovviamente no. Ma ora sono finiti i divertimenti: lo sai che con me non puoi mentire. Perché mi stai aiutando?" La rossa interrogò il ragazzo, piazzandosi di fronte a lui ed osservandolo con aria pretenziosa.
"Dannazione anche tu!" Esclamò esausto il ragazzo, raccattando velocemente le sue cose, volenteroso di andarsene il prima possibile.
"Tu mi odi, Malfoy. Ed io odio te. Perché aiutarmi?" Tese maggiormente la corda la grifondoro, senza pensare alle conseguenze.
"E continuo ad odiarti cazzo, ma qualcosa in me dice di aver fatto la cosa giusta. Non so cosa mi prende, ma sentivo di dover fare qualcosa per te!" Gridò Scorpius a pochi palmi dal naso all'insù di Rose. Fu la prima o la seconda volta in cui, durante una delle quotidiane discussioni tra i due, la Weasley era rimasta a bocca asciutta. Il comportamento del biondino era risultato surreale, ma Rose non seppe negare neppure a se stessa che, nel caso in cui fosse stato lui quello in difficoltà, lo avrebbe aiutato volentieri. Forse spinta anche dalla stessa esigenza. Eppure i due si detestavano. Ma di un odio che va oltre a ciò che traspare dai classici diverbi e frecciatine. Odiavano le sicurezze più intime dell'altro, non digerivano i loro successi, si tramavano alle spalle, ballavano sulle loro debolezze. Non riuscivano neppure a guardarsi negli occhi senza provare il desiderio di cavarseli a vicenda. Non erano solo battibecchi, i loro. Erano puri sentimenti dispregiativi, il male più profondo.
E quell'esigenza di esserci per l'altro, non poteva esistere. Il meccanismo si era inceppato, il gioco non stava più continuando. Stavano facendo spazio ad altro, forse passione, che era però del tutto inaudita. Non potevano essere altro che nemici.
A risvegliare Rose dai suoi pensieri, il rumore della porta che si chiudeva all'improvviso e la vista della schiena lattea di Scorpius infrangersi in pochi secondi.
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"Ma si può sapere che cazzo ti passa per la testa?" Le urla di Albus non stavano certo giovando il mal di testa del Malfoy, ma evidentemente al Potter non interessava più di tanto. Il biondino era tornato nella sua stanza furibondo. Era una situazione del cazzo, quella. Avrebbe dovuto immaginare che mettersi contro la famiglia Weasley-Potter non avrebbe portato altro che grossi, grassi ed infiniti problemi. E poi, schierarsi dalla parte dell'unica preda nella discussione? Pessima, pessima idea.
"Cosa vuoi Albus, sono stanco..."
"Sei solo un coglione, ecco cosa sei. Non tolleri mia cugina, ma ora che ha sbagliato e che sto cercando di farla ragionare, tu l'appoggi nelle sue decisioni folli! Ma dico, da che parte stai, cavolo!" Sbraitò il Potter avvicinandosi pericolosamente al Malfoy. Fred alla porta, pronto a separare i due in caso di necessità. Necessità che si sarebbe presentata sicuramente.
"Faccio quello che credo sia giusto, Albus! Vuoi solo che le tue cugine, Rose in particolare, seguano come cagnoline le tue regole. È solo andata a letto con un ragazzo, esattamente come tu ne porti qui una diversa a settimana. Proprio come faccio io, come fa Fred, come fa James, e qualsiasi altro adolescente in questa scuola. Non ne vado fiero, sia chiaro, ma proprio per questo non pretendo dagli altri un comportamento più corretto se non posso dare il buon esempio."
Per un breve attimo, Albus sembrò rimuginare sulle parole del migliore amico, ma, a quanto pare, il suo ego ha avuto la meglio, spingendolo ad afferrare con decisione e a tirare con forza il colletto della divisa di Scorpius, minacciandolo spudoratamente.
"Albus, Scorpius ha ragione, lascialo stare." Questa volta fu Fred ad intervenire, separando i due litiganti e portando giustizia. Il Potter mollò la presa, e il biondino si allontanó di qualche passo da lui, contrariato. Stava chiaramente cercando di non scaldarsi e di rimanere lucido.
"Cosa dovrei fare, allora?" Sussurrò il moro, guardando a terra.
"Credo che tu non debba fare un bel niente questa volta." Esclamò Fred, udendo dei passi in lontananza.
Ed aveva sentito bene, perché dopo pochi attimi , dalla porta entrò una bellissima Rose Weasley senza neppure chiedere il permesso.
"Albus, dobbiamo parlare." Disse autoritaria la rossa prima di andarsene, senza neppure aspettare risposta dal cugino. Prima però, ammiccò al Malfoy, il quale ricambiò il suo sguardo pieno di astio. Erano ufficialmente ritornati quelli di un tempo...o almeno, era ciò che credevano.
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"Credo di aver sbagliato. Sono ancora incazzato, e non ti posso promettere che in futuro non si ripresenteranno certe scenate di gelosia da parte mia, ma sei importante per me, e non voglio che ci sia astio tra noi." Esclamò il Potter avvicinandosi a sua cugina. Riuscì quasi a percepire le rotelle nella sua mente girare velocemente, al fine di trovare una soluzione a quella storia assurda.
Rose era la ragazza più rancorosa del pianeta, su questo non vi erano dubbi, ma si stava parlando della sua famiglia, di Albus, il suo migliore amico, una parte consistente del suo cuore. Avrebbe potuto tenergli il muso per immemore tempo, ma quali sarebbero stati i vantaggi?
"Devi smetterla di farmi la morale ogni volta, odio quando lo fai. Apprezzo le tue attenzioni verso di me, ma sono una ragazza responsabile, che sta solamente cercando di fare le sue esperienze da adolescente. Non posso essere solo un'ottima strega. Per una volta, vorrei apparire come una ragazza normale. Per favore, non impedirmelo più." Sussurrò sfinita la primogenita Weasley, cercando disperatamente comprensione da parte del cugino. Aveva bisogno del suo sostegno in un momento come quello, nel quale non sapeva dove sbattere la testa.
"Oh Rosie, non sapevo ti sentissi così, e mi sei mancata tanto, e ti voglio tanto bene, e odio farti del male anche se involontariamente, e..."
"Ho capito Albus." Lo interruppe con un sorriso la cugina tanto amata. Al piccolo Potter era mancata veramente tanto.
"Vieni qui." La intimò il moro. Come tornare a casa dopo un lungo viaggio: fu questo quello che pensò la rossa tra le braccia muscolose e calde di Albus.
Rose non credeva certo di poter trovare la luce alla fine di quel tunnel nel quale aveva camminato in quegli ultimi giorni, ma tra le coccole del cugino, capí che era tutto finito.
O quasi...
"Ti prego, ora che abbiamo fatto pace, perdona Alice. È stata incosciente, ma ti assicuro che ciò che ha fatto è stato solo a fin di bene: il tuo." La invitò il moro, ottenendo però un puntuale rifiuto.
"Non puoi chiedermi questo. Ho capito che la nostra amicizia non era mai stata profonda e radicata come invece sarebbe dovuta essere. Sono stanca di essere il suo zimbello, di vederla comportarsi come se fossi di sua proprietà, sotto il suo controllo. No, non puoi proprio chiedermi questo." Disse seria la ragazza, puntando le iridi blu in quelle del cugino.
"Va bene Rose, tutto quello che vuoi."
E un altro abbraccio.
Era definitivamente tornata a casa.
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Tra le coperte rosso oro, con la testa perfettamente adagiata al cuscino di piume, e con la pelle lattea illuminata dalla luce fioca della Luna, Rose si sentiva nel posto giusto. Un sonno leggero e ristoratore l'avvolgeva , e non sarebbe voluta essere altrove. Ma da ogni sogno ci si risveglia.
E infatti...
"Rossa, apri!" La voce di Scorpius Malfoy riecheggiava nel corridoio della sala comune grifondoro, rapendo l'attenzione della ragazza presa in causa.
La Weasley si ritrovò a dover aprire la porta al suo peggior nemico, nel bel mezzo della notte, come in una di quelle scene che vedi solo nei film.
"Ma che...?"
Non appena Rose aprí la porta, il biondino si scaraventò a peso morto sul letto a baldacchino, borbottando qualche parola incomprensibile. La ragazza non ebbe neppure il tempo di vederlo in faccia, ma le bastò poco per capire che il Malfoy aveva certamente bevuto qualche bicchiere di troppo.
"Che ci fai qui? Ubriaco per giunta." Cercò di chiedere Rose, ma ottenendo come risposta un mugugno contrariato da parte del ragazzo.
Quest'ultimo si girò lentamente verso di lei, riuscendo a mantenersi seduto stabilmente sul morbido materasso. Le braccia muscolose posate indietro ai lati del busto per reggersi meglio, la maglia nera stropicciata, i capelli biondi arruffati a coprire gli occhi rossi dolcemente socchiusi. Le labbra inumidite dalla lingua, i lineamenti contratti. Rose non avrebbe mai potuto cacciarlo via.
"Porti la mia maglietta." Sentenziò il Malfoy ammiccando alla rossa. Ed era proprio così: da quel pomeriggio non si era mai sfilata la sua maglia, a detta sua, era molto comoda. E profumata...
"Si, porto la tua maglietta. E tu sei nel mio letto."
"Touché." Un occhiolino quello del Malfoy. La situazione si stava facendo intrigante.
"Beh, io torno a dormire. Quando esci, chiudi la porta." Rose sapeva che Scorpius non avrebbe parlato, per due motivi validi: era dannatamente lui, e dannatamente ubriaco.
Perciò, anche lei avrebbe fatto ciò che le pareva, e in quel preciso istante, il suo unico desiderio era quello di tornare a dormire, sperando che il suo ospite indesiderato se ne andasse al più presto, proprio perché indesiderato.
Così, si infilò sotto le coperte, volgendo verso il Malfoy il suo viso dormiente più credibile.
La ragazza aprí i suoi occhietti blu solo quando sentì Scorpius poggiare la testa sul suo cuscino, a pochi palmi dal suo viso. Distanza più che pericolosa, almeno per loro due.
Scorpius era di una bellezza disarmante. I tratti del suo viso sembravano disegnati a matita, gli occhi dipinti con il colore più bello del mondo. Parlava con la testa volta verso l'alto, lo sguardo fisso sul soffitto, la ragazza più bella che avesse mai visto affianco e l'alcol nelle vene.
"Mi mancava vederti." Sussurrò con voce quasi inaudibile. Ma Rose capí subito. Le sue parole provocarono una conciso sussulto alla ragazza, sicuramente per la sorpresa nel sentire un pensiero simile esplicitato dal Malfoy.
"Ma quanto hai bevuto?" Sorrise la rossa, sollevando leggermente la testa per vedere meglio il biondino.
"Un po'." Rise quest'ultimo, scrutando con gli occhi l'intera figura di Rose. Poi continuò: "Ma volevo davvero vederti. Sei splendida, nonostante tu sia così irritante."
L'autocontrollo della Weasley era certamente invidiabile, a seguito di quelle parole, i suoi battiti aumentarono, e le gambe le parevano fremere. Eppure, non diede modo al ragazzo di capirlo.
"Ed è per questo che sei venuto qui, Scorpius?" Lo interrogò con aria di sfida la ragazza.
Ma il biondino amava le sfide, perciò si avvicinò alla sua bocca, facendo scontrare i loro fiati.
"Si, Rose." Una risata, e di nuovo una straziante distanza tra loro.
"Invece perché ti sei ubriacato stasera?"
"Mi avevi fatto incazzare, e Albus ha tentato di uccidermi, e mi avevi fatto terribilmente incazzare. È solo colpa tua se sono ridotto così." Sputò il Malfoy con l'adrenalina a mille. C'era una cosa che voleva  terribilmente fare, della quale l'indomani si sarebbe certamente pentito. Me lei era lì, e il desiderio di poterla sfiorare anche solo per un attimo era troppo forte e travolgente.
Fu così che, senza pensieri, le labbra del biondino si posarono su quelle di Rose, in un bacio che sapeva di vita. Era forse quello il riscatto che cercavano?

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