Lumos!

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Rose non aveva ancora voglia di crescere.

E questo Albus lo sapeva.

La sua Rosie, amava ridere, divertirsi con gli amici, stare all'aria aperta, viaggiare in macchina e volare in sella alla sua scopa.

Ma, più importante, vedeva il bene in tutti, e si convinceva che il male non esistesse.

Tuttavia, si da il caso che quando si cresce, si diventa consapevoli proprio di questo: nella vita di un mago come in quella di un babbano , il cambiamento è inevitabile e, per affrontarlo bisogna scegliere tra la sicurezza e il rischio.

Ma la ragazza si era fermata sul cambiamento, e su come non riuscisse proprio ad accettarlo.

La venuta della Malley l'aveva scombussolata, credeva di non conoscersi più, o semplicemente di non essersi mai conosciuta fino in fondo.

E questo grave presentimento, l'aveva resa meno sicura di se stessa, meno spavalda, meno esuberante.

Rose Weasley aveva perso la sua essenza, ed era compito delle persone che la amavano di più fargliela recuperare.

Ciò che i suoi parenti ancora non sapevano, però, era che La Rossa era consapevole della sua situazione, e stava facendo già qualche passo avanti per trovare una soluzione valida.

Ma il suo cognome rimaneva pur sempre Weasley, quindi, tutto quello che avrebbe fatto, sarebbe stato spudoratamente, enormemente, contro le regole.

Così, dopo le occhiate preoccupate dei suoi cugini in Sala Grande, e il più che irritante scontro con Malfoy, vestita del suo mantello nero, Rose si stava avvicinando sempre di più verso l'ufficio della professoressa McGranitt, nonché preside della scuola.

Non che le interessasse farsi un giro là dentro, sia chiaro, ma si dava il caso che lì ci fosse un qualcosa che l'avrebbe certamente aiutata a capire chi fosse veramente: il cappello parlante.

Erano passati ormai cinque anni dal suo fatidico smistamento in Grifondoro. Tuttavia, i dubbi della ragazza erano moltissimi. Non era mai arrivata al punto dì obiettare la scelta presa da un oggetto magico come il cappello, ma spesso si chiedeva per quale motivo non fosse finita in Serpeverde.

Ma in quel momento, la ragazza aveva un bisogno disperato di capire a cosa appartenesse per davvero, perché non si sentiva più così coraggiosa dopo la venuta  della Malley.

"Sorbetto al limone." Sussurrò la Weasley di fronte all'entrata dell'ufficio, la preside ancora intenta a mangiare la sua prima portata.

Nulla.
Rose non ricordava la parola d'ordine, avrebbe certamente tentato la sorte.

"Api Frizzole, Caccabomba, Mou Mollelingua, Merendine Marinare!"
Assolutamente nulla.

Rose pensò ancora, completamente nel panico. Camminò avanti e indietro per il corridoio, alla ricerca di una risposta.
E poi, come un lampo, le vennero in mente due parole. Non potevano essere quelle...

"Non ci credo che sto per dirlo, dannazione..."
Un lungo sospiro. La sua dignità ne avrebbe risentito.
"Zuccotto Supremo."
In un attimo, davanti agli occhi della Rossa si presentò una scalinata che l'avrebbe condotta dritta dritta nell'ufficio della McGranitt.
"Ma scherziamo?!"
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"Se tua cugina lo viene a sapere sei un uomo morto." Esclamò con nota di rimprovero Scorpius Malfoy al suo migliore amico.

In tutta onestà, ciò che stava facendo per la rossa era a dir poco nobile. Aveva intenzione di scambiarsi due parole con la Malley, giusto per intimidirla al punto di non permetterle più di dare fastidio a Rose.

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