Alle scale piace cambiare

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Alle scale piace cambiare, questo è un dato di fatto. Come è noto che il tutto sia cosi caratteristico quanto seccante, dal momento in cui Scorpius Malfoy e Rose Weasley avrebbero dovuto mettere in atto il loro piano di rivendicazione contro il mondo, esattamente nel momento in cui una rampa del secondo piano li ha maledettamente scaraventati al primo. Ancora più seccante trovarsi di fronte tutti i componenti della famiglia Weasley-Potter in una coincidenza così straziante.
"Rose stai bene? Quella pazza della Scrooth ti ha fatto del male?" Esclamò Albus, puntando gli occhi nelle iridi azzurre della cugina.
"Sto bene, ora se puoi scusarmi, avrei altro da fare."
La rossa prese a camminare a passo svelto,oltrepassando i suoi numerosi cugini, e dimenticandosi del Malfoy, il quale avrebbe dovuto accompagnarla fino alla fine. D'altronde, erano queste le premesse,giusto?
"Aspetta Rose,dobbiamo parlare." Gridò Albus alle sue spalle.
L'irritazione fece largo nel petto di Rose, limitando la coscienza e il buon senso. Il cugino si era comportato male, ed ora, come se non fosse già abbastanza, si ostinava ad invadere il suo spazio personale, non permettendole di rimanere arrabbiata con lui per il tempo da lei stabilito.
"Albus, mi sembra evidente che io non voglia parlare con te. Fatti un giro, e lasciami stare." Esclamò con durezza la grifondoro, voltandosi verso il moro e fulminandolo con lo sguardo. Alla sua risposta, tutti i presenti fecero un passo indietro, toccati dalle parole della ragazza.
"Non fare la stupida, possiamo discuterne in privato e risolvere questa questione una volta per tutte." Esclamò il Potter, forse con smisurata sicurezza.
I parenti nel corridoio strabuzzarono gli occhi all'ascolto di quelle parole, perché sapevano che avrebbero irritato maggiormente Rose, e non ne sarebbe fruttato nulla di buono.
Scorpius pose una mano sulla spalla dell'amico, invitandolo ad andarci piano. Oh, un brutto guaio era quello in cui si era cacciato il signorino Potter.
Per l'appunto, in breve tempo si ritrovò di fronte una testolina rossa, e nel suo campo visivo rientravano solo una miriade di lentiggini fuori controllo.
"Vuoi parlare? Davvero, Albus? Pensavo riuscissi a risolvere i tuoi problemi solo immischiandoti nelle risse, proprio come quella dell'altra sera. Ma infondo, non è di mio interesse. Fai ciò che vuoi, tranne tenermi sotto il tuo controllo. Non potrei mai tollerarlo, ma sarei disposta a non rivolgerti più la parola, in tal caso. E tra i due, lo stupido, sei tu."
I pugni del Potter si strinsero sempre di più ad ogni parola della rossa. Come biasimarlo, infondo.
"Non parlare così a tuo cugino."
Un'ulteriore voce si era aggiunta alla discussione. Era quella limpida quanto insicura di Alice, l'ultima che Rose si sarebbe mai immaginata di sentire, in un contesto simile.
Rose distolse lo sguardo dal cugino, alla sua migliore amica, o quello che era. Un sorriso sghembo e perfido sul suo viso.
"Parlo quando, come e perché mi pare. D'altronde, tu condividi il mio pensiero, o sbaglio? Quando c'è bisogno di parlare, la tua boccaccia trova sempre fiato."
Le lacrime sul viso della Longbottom sgorgavano svelte, proprio come le sue gambe che correvano verso il dormitorio, seguite da quelle di Albus.
Poi Dominique prese la parola, fronteggiando la rossa: "Sei cattiva Rose."
Immaginate ora, il più intimo dei desideri. Il sogno mai sognato, la carezza mai ricevuta.
"Non è cattiva, smettetela con queste stronzate." La voce profonda di Scorpius Malfoy riecheggiava nel castello, e la primogenita Weasley non riusciva a vedere nulla oltre le larghe spalle del biondino, il quale si era posizionato di fronte a lei, al solo fine di prendere la sua posizione nella discussione. Ma...perché?
"State ingigantendo questa situazione, e vi state facendo solo del male a vicenda. Comportatevi da persone mature, piuttosto che sputare veleno su vostra cugina. E adesso andatevene."
Le facce dei presenti risultavano sconvolte, tutto sarebbe stato possibile. Davvero tutto, tranne questo. Scorpius dalla parte di Rose. No,mai.
"Ho detto andatevene, cazzo!" Questa volta il biondino urlò, e la sua voce intimó tutti a seguire il suo sincero consiglio, forse perché il loro istinto gli suggeriva di farlo.
Proprio come l'istinto di Rose, la quale, confusa quanto scossa dal comportamento del Malfoy, trovò più giusto scappare dal suo angelo dagli occhi grigi, sentendosi chiamare per nome.
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Il bagno delle ragazze al secondo piano puzza, forse è per questo che nessuno ci mette mai piede. Forse, la presenza di Mirtilla Malcontenta (oggi rintanata nel suo gabinetto preferito) o l'accesso alla Camera dei Segreti sono passati di moda ed ora non attraggono più di tanto. Peccato, Rose ci avrebbe scommesso la sufficienza in Aritmanzia. Ma ora la ragazza aveva altri problemi da risolvere. Si trovava rannicchiata sulla tavoletta di un water, in preda alle lacrime che non riusciva a fermare. Qualche singhiozzo qua e là e le maniche della camicia fradicie. Cavolo, perché era così fragile? Avrebbe preferito non esserlo mai, neppure nell'intimitá di un cesso asfissiante.
Odi et amo. Odiava dover comportarsi in modo scortese con la sua famiglia perché l'amava. Facile.
Ma non poteva neppure permettere ad ogni suo singolo componente di farla franca con lei. Era inaudito.
Ma allora, se era dalla parte della ragione, perché continuava a provare quel pesante dolore nel petto?
Per non parlare di Malfoy. Le domande rimanevano le stesse da tempo: perché aveva scelto di aiutarla? non la odiava più? cosa era cambiato tra i due?
Era tutto così strano e sbagliato, e le lacrime così liberatorie.
Un rumore di passi si fece sempre più nitido, e spinse la rossa a ricomporsi per un attimo, nella speranza di riacquisire sembianze umane.
E poi un sospiro, e le scarpe di Scorpius che si intravedevano da dentro il gabinetto.
"Lo so che sei lì, ora entro."
E in un attimo la porta spalancata che lasciava entrare L'esile figura di Scorpius Malfoy , poi di nuovo l'uscio chiuso.
La primogenita Weasley osservó il biondo accasciarsi di fronte a lei e poggiare la schiena contro la porta. Erano tremendamente vicini, i loro corpi.
Gli occhi della rossa erano rossi ed impastati, e faticavano a guardare il ragazzo di fronte a lei, decise così di poggiare pigramente la testa sulle sue gambe ed abbassare le palpebre.
"Questo bagno puzza come Ruf le prime due ore del lunedì." Esclamò il Malfoy, sdrammatizzando la situazione, e Rose gliene fu grata.
Quest'ultima infatti, soffocò una risata compiaciuta e trovò la similitudine davvero divertente.
"Perché non ridi un po' di più?" Sussurrò Scorpius con voce flebile. Il sorriso di Rose le morí sulle labbra, e volse lo sguardo altrove.
Nessuna risposta.
"Comunque, il nostro piano di conquista del pianeta è andato veramente male, ma avremo modo per..." cominció il biondino, per poi essere interrotto spudoratamente dalla grifondoro.
"Grazie Scorpius. Sei stato gentile."
Il ragazzo abbozzó un sorriso.
"Prego."
E passarono del tempo così, finché Rose non prese sonno cullata dalle braccia dell'unica persona rimasta al sua fianco in quella situazione: Scorpius Malfoy.

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