zero

27.1K 611 250
                                    

quel giorno iniziò normalmente, proprio come tutti gli altri

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

quel giorno iniziò normalmente, proprio come tutti gli altri.

era il primo giorno della settimana, il lunedì. il giorno meno preferito da tutti.

jungkook e il suo amico di lunga data, jimin, stavano finendo i compiti in tempo prima del suono della campanella.

si distrassero quando il preside kim entrò in classe attirando l'attenzione di tutti.

«buongiorno studenti.» disse il preside kim, mentre gli allievi si inchinavano leggermente in risposta. «mi piacerebbe presentarvi un nuovo studente da daegu, kim taehyung.»

alcuni di loro cominciarono a sussurrare mentre taehyung prendeva posto. i suoi capelli scuri oltre le sopracciglia lo rendevano cupo e misterioso. oltre al fatto che la sua espressione era rigida, quasi minacciosa.

«ho sentito che è stato espulso dalla vecchia scuola a causa di alcune attività con delle bande. sai cosa intendo.» disse nayoung piuttosto forte.

jungkook sussurrò soltanto: «dio se è bello.»

a jungkook piacevano i ragazzi, ma solo jimin ne era a conoscenza. la corea del sud non era mai stata aperta mentalmente con le persone gay e non aveva il coraggio di farne parola con nessuno.

non potè fare a meno di fissarlo per tutto il tempo. dopo un po', taehyung ricambiò lo sguardo. era profondo tanto che jungkook si sentí a disagio.

poi la campanella suonò dando segnale dell'inizio della prossima lezione. jungkook e jimin andarono in aule diverse e quando entrò nella propria, vide che taehyung era seduto al suo solito posto con i bangtan, un gruppo di ragazzi noti per essere crudeli con quelli più piccoli.

spesso venivano puniti e per giorni non tornavano a scuola, poi quando lo facevano, prendevano di mira i più deboli spintonandoli o insultandoli. avevano anche picchiato quasi a morte un ragazzo gay più piccolo di loro.

per questo jungkook non si sarebbe mai dichiarato o avrebbe fatto la sua stessa fine.

il gruppo era composto da kim namjoon, jung hoseok e min yoongi. discutibile anche la presenza di kim seokjin, un ragazzo del quarto anno che spesso era affianco a kim namjoon. e a quanto pare anche taehyung faceva parte di quel gruppo.

jungkook raccolse il coraggio per affrontarlo, tirò i libri più vicini al petto mentre si dirigeva verso i ragazzi. si fermò davanti al banco di taehyung cercando di mandare giù il groppo.

«cosa posso fare per te, piccoletto?» rise taehyung, mentre le guance del minore si tendevano di un leggero rossore.

«uhm, sei seduto al mio posto.» gli rispose jungkook con voce tremolante. taehyung spintonò il banco vuoto al suo fianco creando un forte rumore che fece voltare tutti.

taehyung diede una pacca sul posto vacante e gli indicò di sedersi li. aveva ancora quel sorriso viscido e cattivo sul viso.

«allora, come ti chiami?» chiese taehyung mentre il cuore del minore batteva fuori dal petto per la paura.

«jungkook.» disse sottovoce mentre giocava con le dita, evitando il suo sguardo.

le mani di taehyung spinsero il suo mento in alto per far si che lo guardasse. «guardami quando ti parlo.» poi fissò le sue labbra. «carino come nome.»

quel commento rimase nella mente di jungkook per il resto della giornata. anche mentre percorreva le strade buie e desolate si seoul. era rimasto dopo la scuola per delle lezioni di matematica.

sbagliò vicolo e si ritrovò nel buio più totale e sperduto. «dove vai piccoletto?» la voce profonda di taehyung gli fece tremare le ginocchia.

«non è sicuro andare in giro a quest'ora, i bambini come te finiranno per perdersi.» rise e namjoon al suo fianco fece lo stesso.

notò che fossero presenti anche gli altri, con l'aggiunta di minghao, un ragazzo cinese da poco arrivato a scuola.

«non sono un bambino.» rispose jungkook fermo e minghao si avvicinò per toccargli il mento.

«sei proprio un moccioso.» rise e taehyung tolse via la sua mano per guardarlo meglio. «ma anche i bambini meritano di divertirsi. perchè non vieni ad una festa con noi?»

jungkook ci pensò a lungo, voleva andare ma voleva anche tornare a casa per studiare.

taehyung portò un braccio attorno alle sue spalle e gli parlò all'orecchio. «ha ragione, vieni con noi. ti divertirai da matti.»

»

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
you're mine | taekook ✓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora