il lungo viaggio in treno mise un freno all'umore e all'energia di tutti i ragazzi. tutti si erano presi lunghi sonnellini per ripagarsi, o almeno si sperava.
si stavano riposando nella stanza d'albergo, tranne jungkook e taehyung . la pioggia aveva disturbato la coppia, mentre camminavano per le strade di hong kong.
le nuvole grigie bloccavano completamente il sole e il solito cielo blu. tutti avevano fame e taehyung decise di portare jungkook in giro, nella speranza di rilassare un po' il più giovane.
avevano attraversato i mercati di strada praticamente vuoti, alla ricerca di un ristorante da asporto. jungkook quasi morì di sollievo quando finalmente incontrarono un piccolo mcdonald's.
taehyung guardò qualcuno di familiare, un tipo con i capelli neri e molti piercing che sporgevano dal suo viso pallido. stava in piedi con un piccolo gruppo di uomini spaventosi, che sembravano dare un'occhiata ai due ragazzi.
«tu vai dentro e ordina.» taehyung gli diede i contanti, mentre jungkook saltò felicemente dentro. era passato un po' da quando aveva mangiato cibo spazzatura.
la pioggia cominciò a diventare più pesante, bagnando i capelli castano scuro di taehyung. il piccolo gruppo di uomini notò jungkook andarsene, e lo prese come un suggerimento per venire.
«kim taehyung, sei tu?» gli strani uomini parlavano in giapponese, zoppicando, trascinando la gamba sinistra dietro il loro corpo.
«è passato molto tempo, ragazzino.» l'uomo sorrise al maggiore, con denti macchiati di tabacco e un grosso piercing nelle sue labbra, facendolo apparire diverso da un tempo.
un odore sgradevole di menta e terra si imbattè sul viso di taehyung, non curandosene mimamente.
«chi sei?» taehyung rispose, il suo giapponese rese la sua voce più oscura, più profonda e presumibilmente più pericolosa. l'uomo ridacchiò, e così fecero anche gli altri.
il maggiore guardò nella finestra per vedere il minore che lo aspettava in fila, gli occhi che sfioravano il menu, sperando di ottenere del cibo che piacesse a tutti.
le guance di taehyung si scaldarono, fu per lui fonte di confusione. non riusciva ancora a capire come quel piccoletto, riusciva a farlo sentire cosí bene.
c'era sempre un luccichio nei suoi occhi, ma cercava di non darlo a vedere fin troppo.
jungkook era felice, ma i ricordi lo torturavano. e taehyung rimase sveglio tutta la notte, tormentato dalla sua coscienza colpevole.
«non preoccuparti, siamo di bodan.» l'uomo rise di gusto, afferrando le spalle del giovane per fargli capire che andava bene.
bodan era solo un'estensione dei bangtan, sebbene si vedessero di rado, dato che i bodan lavoravano a tokyo e i bangtan erano di seoul.
«sappiamo in che missione ti trovi, sei fuori di te.» l'umore calò, la voce dell'uomo si abbassò pericolosamente. il tono fece sembrare freddo taehyung, che gettò ancora una volta uno sguardo dentro.
«jackson wang.» mormorò l'uomo, sussurrando solo così che taehyung potesse sentire. «vuole vendetta, sta al sicuro taehyung.»
taehyung non poteva dimenticare jackson, lo aveva conosciuto quando aveva sedici anni, quasi tre anni prima. aveva visitato la cina nella speranza di contrabbandare la metanfetamina fino ad hong kong. eppure, jackson e la sua banda avevano altri piani.
era stato terrorizzante, era stata la prima volta che aveva ucciso qualcuno. aveva tolto la vita ad una persona a lui cara in una maniera brutale.
gli ci vollero mesi per riprendersi del tutto, e in quel momento il dolore di jackson si era trasformato in rabbia contro i giovani ragazzi.
il maggiore fu tirato fuori dalla sua preda quando un frizzante jungkook rimbalzò verso di loro. portava due sacchi di cibo spazzatura, che probabilmente li avrebbe uccisi. ma almeno avevano un buon sapore.
nei sacchetti c'erano delle crocchette di pollo e hamburger. tre drink erano stati posizionati sopra.
taehyung afferrò le borse dal minore, che aveva le braccia tremanti, minacciando di versarli sul cemento bagnato.
«grazie piccoletto.» taehyung gli diede un bacio sulle labbra. «dobbiamo tornare prima che sia completamente buio.»
i ragazzi mangiarono velocemente, divorarono tutto il cibo e scivolarono di nuovo all'hotel, lasciando seokjin e jungkook nella stanza, chiacchierando tranquillamente.
avevano una grande camera suite, un enorme letto composto da namjoon, hoseok e yoongi. namjoon giaceva sul fondo, hoseok e yoongi dormivano insieme, il maggiore si aggrappava a lui come un bambino.
yoongi aveva un debole per Hoseok, ma non lo avrebbe ammesso mai. hoseok era ovviamente etero.
c'era un lungo divano al centro della stanza, un piccolo tavolino da caffè che abbelliva la stanza facendola sembrare più ricca.
taehyung si appiattì contro il braccio del lettino, Jungkook si sedette tra le sue gambe, appoggiato al suo ampio petto. seokjin gli si parò davanti, parlandogli.
«hai mai paura?» jungkook ruotò i pollici, guardando in basso. i suoi due denti anteriori mordevano nervosamente il labbro inferiore.
seokjin sollevò un sopracciglio. «di namjoon.»
«l'avevo.» seokjin si chinò, appoggiandosi all'altra metà del divano. «poi mi ha mostrato il suo lato più debole e mi sono innamorato di quello che è davvero.»
«taehyung è sempre forte.» mormorò jungkook sperando di non svegliare il maggiore. «è sempre forte e non si spezza mai. neanche per un secondo.»
«anche lui è fragile, credimi. l'abbiamo visto.»seokjin posò una mano rassicurante sulla sua coscia, stringendola per dirgli che andava bene. «ha pianto per te, sai?» mormorò piano.
«ti ama jungkook, così tanto.» seokjin gli disse, «non ha mai amato qualcuno, neanche la metà di quanto ama te.»
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you're mine | taekook ✓
Fanfictioncompleta | traduzione di @gothkv ❝ mi appartieni. che ti piaccia o meno. ❞ @sannieung completed on 2020.