Capitolo 6 - Nessun cambiamento

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Tornai a casa con un sorriso smagliante sul volto e l'ormai familiare calore allo stomaco, avevo salutato Mario sul ciglio della strada ed avevo salito i gradini quasi saltellando. Mi sentivo un adolescente alla sua prima cotta, anche se Mario non era la mia cotta, era... beh, neanche io sapevo cos'era, ma la sua presenza bastava per scombussolarmi.

Mi spogliai e infilai il pigiama di seta, poi scivolai nel letto, illuminato solo dal display del cellulare. Avevo un messaggio WhatsApp non letto di Francesco.

- Ma dove sei finito? E da un'ora che provo a chiamarti ma scatta sempre la segreteria telefonica!!

Probabilmente sulla collina c'era poco campo, ma meglio così, ero riuscito a godermi il momento senza essere distratto dal cellulare, evitando di fare continue stories su Instagram; evento più unico che raro. Scrissi rapidamente una risposta.

- Scusa, emergenza con mio padre, sono dovuto andare a casa sua. Poi ti spiego...

Non sapevo perché avessi scelto di mentire a Francesco anziché dirgli la verità, forse perché temevo una sua scenata di gelosia, anche se Francesco non aveva mai mostrato un singolo sintomo di gelosia nei miei confronti. D'altronde ero solo il suo scopamico.

Non ricevetti risposta e il sonno tardava ad arrivare mentre la notte si tingeva di colori sempre più cupi. Avrei potuto accendere il televisore e fare zapping tra i canali, o collegarmi a Netflix e scegliere un film, invece ripresi il cellulare e, quasi involontariamente, finii nuovamente sul profilo Facebook di Mario. Ero attratto e curioso, volevo saperne sempre di più su di lui e sulla sua persona, sulla sua vita e sul suo passato, ma lì sopra non c'era traccia di nulla se non della foto in costume da bagno che avevo visto già sull'iPad di Paolo. Restai di nuovo a fissarla, quasi a contemplarla, e studiai nuovamente i tatuaggi di Mario. Il primo giorno non li avevo notato a causa del suo completo, né quella sera stessa, ma in quella foto potevo ammirare il suo fisico asciutto.

Senza neanche accorgermene, la mia mano era già tra le mie cosce, sotto il pigiama e gli slip, massaggiandomi il membro inaspettatamente in erezione. Uno studente che fa pensieri sconci su un professore? Che cliché!
Sentii le guance divampare e arrossarsi mentre il mio pene si faceva sempre più duro, mi chiesi che sapore avessero le labbra di Mario, così carnose e circondate dalla barba scura, come dovesse essere baciargli ogni singolo centimetro di pelle, passando la lingua sulle zone piene di inchiostro.
Immaginai di sfilargli, quasi strappare, quel costume da bagno con i denti e fare del sesso con lui proprio su quella spiaggia, bagnati dalle onde del mare.
Raggiunsi l'orgasmo un minuto dopo col mio seme che colava caldo sulla mia mano e sul pigiama, bagnandolo. Afferrai un paio di fazzoletti sul comodino e mi pulii, poi mi alzai per andare in bagno cambiarmi il pigiama. Mi guardia allo specchio e notai che le mie guance erano ancora rosse come mele mature. Tutto colpa di Mario.

Il mattino dopo mi svegliai di buon umore, indossai la mia felpa preferita e feci colazione con toast e caffè, raggiungendo poi l'Accademia; ad aspettarmi sulle scale c'era Paolo, intento a sottolineare un paragrafo di un libro. Sollevò lo sguardo e vidi le sue occhiaie profonde.

"Cazzo..." commentai.

"Per tutta la notte, bello mio. Ho vinto alla lotteria con il tipo di ieri" rispose, esibendo un sorriso soddisfatto. "E tu invece? Sei sparito!"

"Ho avuto un emergenza" rifilai anche a lui la stessa scusa, non mi sembrava ancora il caso di parlargli di Mario. Lo stesso Mario che era appena sceso dalla sua Smart indossando una camicia bianca e dei pantaloni neri, tra le mani stringeva dei libri e un computer portatile. Non riuscii a trattenere un sorriso.

"Buongiorno Mar... professor Serpa!" lo salutai, attirando inevitabilmente lo sguardo curioso di Paolo.

"Signor Sona, signor Pini" rispose lui con totale indifferenza. Restai spiazzato e quasi mi ritrovai a bocca aperta dinanzi al suo sguardo gelido. "La mia lezione sta per cominciare, questa volta rispetterà l'orario, signor Serpa?"

Balbettai qualcosa di confuso mentre ripensavo alla sera precedente. Non mi aspettavo di certo che mi abbracciasse davanti a tutti, ma sembrava come se nulla fosse cambiato. Ero per caso uscito col gemello buono di Mario?

Ci rivolse un'ultima occhiata prima di recarsi in sede, lasciandomi in compagnia di un Paolo pieno di domande.

"Da quando lo saluti così? Ma poi perché non hai risposto? Cla, ci sei?" chiese, agitandomi la mano davanti al viso. Annuii, poi infilai lo zaino in spalla ed entrai, ignorando le successive domande del mio migliore amico.

Spazio autore:
Buona fine del 2018 a tutti!
Non vi chiederò di nuovo come festeggerete la mezzanotte, ma quali sono i vostri propositi per l'anno nuovo? Non siate banali, mi raccomando!

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