2. Concorso.

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Un mattino, passando per la strada principale, notai il rumore dei microfoni e della musica jazz.

Derivava dalla piazza enorme, in cui era montato un palco, e di sopra dei tavoli con grandi tovaglie bianche. 'TORNEO PER IL MIGLIOR CUOCO DELL'ANNO' c'era scritto su un'insegna di plastica. Vari cuochi dietro i tavoli, e tante pietanze sopra. Un grande schermo e varie telecamere riprendevano e mostravano ricette, o i vari passi per cucinarle. Poi, uno ad uno mostravano il viso dei vari iscritti.

Mary: "Non posso crederci! Jessi, ma quello è il cuoco del ristorante in cui siamo andati l'altra volta!"

Io: "Si si, è lui!"

*PRESENTATORE SUL PALCO*

"Adesso passiamo ad uno degli iscritti più giovani, Matthew Triven. Allora, giovanotto, cosa ci hai portato oggi?"

Le telecamere ripresero il suo viso. Lui cominciò a parlare spiegando il piatto che aveva in mente, ma la mia testa mi proibì di ascoltare. Mise a fuoco i miei occhi, intenti a non distoglierli lo sguardo di dosso. Era bravo, sapeva gesticolare a tempo di ogni movimento delle sue labbra, e poi, era davvero innamorato del suo lavoro. Lo si capiva dai suoi occhi, erano luminosi e sgargianti, ed esprimevano la gioia per il fatto che lui fosse lì presente. Lo ammiravo. Non sapevo chi fosse, ma lo ammiravo lo stesso.

Non appena finì il concorso, lui scese demoralizzato dalla sua sconfitta. Gli andai incontro e sorridendo chiesi: "Tutto bene chef?"

La sua espressione cambió da demoralizzante a sorridente, e mi fece un bell effetto!

X: "Ehiii!a che piacere! Sei arrivata adesso?"

Io: "No, t'ho guardato tutto il tempo mentre eri all'opera! I miei complimenti!"

Matthew: "Metthew, comunque. Piacere!"

Io: "Sì, lo avevo capito." sorrisi.

Matthew: "Ti va di mangiare qualcosa? Con tutto questo cibo, mi é venuta una improvvisa fame."

Io: "Certo che mi va. A dire il vero mi aspettavano per pranzo, ma diró di non tornare per pranzare."

Matthew: "Allora perfetto! Andiamo!"

Camminammo un pó, poi ci fermammo davanti ad una strada.

Matthew: "Preferisci il MC's, o ti va bene quel ristorantino lì?" fece per mostrarmi il ristorante.

Io: "Per me é uguale. Non devo mica scegliere io. Sono l'invitata eh!"

Mi prese per il polso e mi condusse ad entrare al ristorante. Era davvero grazioso, semplice ma con classe, buon odore di pulito, e pure quello che derivava dalla cucina.

La mia pancia brontolava, e lui se ne accorse. Così mi disse di attenderlo un secondo.

Quando tornó, aveva in mano i menù, e una bottiglia d'acqua. Mi chiesi perché non aspettó l'arrivo del cameriere, ma non dissi nulla. Ammiccó un lieve sorriso e mi porse uno dei due menù. Dopo pochi minuti di silenzio, mi chiese: "Allora, hai scelto?"

Io: "Si! Voglio una pizza!"

Metthew: "Una pizza? A pranzo?"

Io: "Si! Una pizza!"

Metthew: "Bene. Vada per la pizza allora!"

Si avvicinó il cameriere, e quando egli chiese cosa avevamo scelto, lui rispose per entrambi. "Una pizza capricciosa, ed una biancaneve, per favore." il cameriere andó via prendendo l'ordinazione. "Ti piace la capricciosa no? Io credo proprio di sì." sorrise.

In effetti era la mia preferita, risposi con un cenno di testa, e ricambiai il sorriso.

Mi metteva in imbarazzo, notai che mi fissava sempre, ed ogni volta mi facevo scivolare un ciuffo di capelli davanti al viso, sentivo le guance calde, ed immaginai che stessero prendendo il colore del peperoncino. Era così tranquillo, rilassato, ogni sua parola emanava onde di pura energia e tranquillità. Mi ci perdevo in quei due grandi occhi castani, erano come una calamita, e le sue labbra erano carnose, un rosa scuro, sicuramente morbide. Aveva delle grandi mani, rovinate su quasi tutte le punta delle dita, probabilmente per via del lavoro, ma belle. Trasmettevano un certo senso di protezione, di forza nascosta. Era molto intelligente, mi parló di qualche storia divina, un pó di letteratura; Dante, un uomo di cui amavo parlare per la storia d'amore platonico, verso la sua Beatrice. Mi colpì molto il fatto che lui ne parlasse, pochi ne sapevano la storia, e ancor di meno il nome. Era straordinariamente perfetto.

La mia salvezza.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora