Erano le 21:00, Marck suonò alla porta e gli aprì mia zia. Io stavo finendo di sistemarmi i capelli. Sentivo i due nella cucina parlare di me, ma non capii di cosa. Forse era qualche raccomandazione di mia zia, anche se mi parve strano; A mia zia solitamente non importava dove andassi o con chi, l'importante é che tornassi all'orario che lei mi imponeva.
Uscii dalla mia stanza e andai da loro, restarono in silenzio entrambi a guardarmi.
Avevo i capelli sciolti, boccoli e messi da un lato. Un trucco leggero risaltava sul vestito.
Io: "Oh, siete svegli?"
Marck scrollò più volte la testa, e annuì. Mia zia mi fece un sorriso. 'Strano' pensai.
Io: "Oh, Marck! Andiamo o no?" dissi tirandolo per un braccio.
Zia Cecilia: "Mi raccomando!"
Marck: "Non si preoccupi signora!"
Uscimmo fuori.
Io: "Mi raccomando di cosa?"
Marck: "Di stare attento."
Io: "A cosa?"
Marck: "A te."
La mia schiena si irrigidì.
Salimmo in macchina.
Io: "Grazie Marck. Sei un vero amico, il migliore, direi."
La sua espressione cambiò, come se avessi detto qualcosa che l'avesse deluso. Ma non gli chiesi niente.
Mise in moto l'auto e partì a tutta velocità. Lui non guidava mai così, sembrava incazzato.
Arrivammo davanti una villa, la musica si sentiva fino a fuori il cancello.
Io lo guardai, pensavo a cosa avessi detto di male, ma niente. Non mi cagava, nemmeno a braccetto mi prese. Ero con lui ma mi sentivo sola. All'interno, era gremito di gente, tutti sui 18/25 anni. La musica era fortissima, quasi tutti ballavano al centro del salotto immenso, altri bevevano dei cocktail fatti da un vero e proprio barman.
"Aspettami qui, non muoverti." disse. Finalmente mi parlava.
Feci come lui mi ordinò.
Scrutai la casa, e notai che c'era lei, quella ragazza che non mi stava molto a cuore; Natasha. Mi guardava come si guarda qualcuno che vorresti mettere sotto con un camion. Non la sopportavo.
Erano un pugno di squilibrati, quei quattro ragazzi che ballavano al centro della stanza. Ci provavano con tutte, uno, addirittura, mi si avvicinò.
X: "Ehi splendore, che ne dici di ballare?"
Lo guardai schifata.
Marck: "Lei balla con me!" mi prese per le mani e mi portò al centro delle luci, il tempo di sistemarci, ed iniziò un lento. Mi sentivo strana, lui era strano. Sembrava ancora arrabbiato, ma meno di prima. Forse adesso era più arrabbiato con quello che con me. Molto meglio.
Quei quattro avvoltoi cercavano il modo di infastidirlo, spingendomi 'per sbaglio' o sfiorandomi. Lui mi avvicinò a sé, mi tenne stretta a lui, come a dire che c'era lui e io non dovevo preoccuparmi. Infatti ero tranquilla, era un tipo che per le questioni di questo genere, usciva tutta la sua maturità, ovviamente poi, quando non bastavano le parole, le dava di santa ragione.
Il suo alito sapeva di alcol, ne ero sicura. Scomparì di nuovo per un minuto, lasciandomi al centro, dov'eravamo noi, per poi tornare di nuovo. La puzza dell'alcol, sembrava aumentare. Non mi piaceva sta situazione.
Avvicinò il suo viso al mio collo, sentivo il suo respiro poco regolare, mi accarezzò i capelli con la punta del naso. Non capivo cosa stesse succedendo. Non era lui, non poteva essere lui.
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La mia salvezza.
RomanceDopo i suoi anni difficili, l'incidente, e la famiglia ormai quasi separata, Jessica, incontra la sua possibile salvezza, di una vita. Il suo modo di vivere cambia radicalmente, e pian piano, scopre cosa sia veramente l'amore, che poi, porterà con s...