5. Non tutto ciò che vedi, va nel verso in cui credi.

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Mi sentivo ancora in colpa. Era il mio primo bacio, e mi sentivo a disagio. Già, non avevo mai baciato nessuno prima di Marck. Sapevo che un bacio a stampo non era niente di che, non era come il bacio appassionante che si davano gli attori in tv, o i compagni di scuola, in cui si infilavano la lingua nella bocca dell'altro. No, non era niente di tutto questo. E poi, pensavo che il mio primo bacio, in qualsiasi modo l'avessi dato, sarebbe stato al ragazzo che mi piaceva, ed invece no. L'ho dato ad un tizio tutto muscoli e finta intelligenza di cui non me ne poteva fregare di meno. Comunque sia Marck non si fece sentire per un po'.

Tra pochi giorni, avrei compiuto 18 anni, e l'idea non mi rendeva poi così contenta. Suonarono alla porta, era Mary. Finalmente.

Mary: "Ciao cogliona!" disse nel modo più cordiale che potesse avere.

Io: "Ciao stronza!" risposi, poi l'abbracciai. Ero felice di vederla. Era scomparsa da un po', Io: "Mi chiedevo che fine avesse fatto quella cretina della mia migliore amica!"

Mary: "Quella cretina della tua migliore amica é stata a casa del suo ragazzo, per lui. Ha avuto la febbre forte e i miei per la prima volta, non potendo uscire, mi hanno permesso di stare qualche giorno da lui."

Io: "Fantastico! Bella esperienza, eh?"

Mary: "Insomma. Con la scusa della febbre mi sentivo sua madre." scoppiai a ridere. Continuò a parlare: "Sai, ieri ho incontrato quel ragazzo. Matthew."

Io: "Ah si?"

Mary: "Si. Non ricordo dove stava andando. Ma appena mi ha vista, m'ha salutata. Ci siamo fermati a parlare per cinque minuti, non di più. Mi ha detto di salutarti, e di farti gli auguri. Ha detto che non sapeva che tu fossi fidanzata. A pensarci bene, non lo sapevo nemmeno io! Bella merda che sei!"

Strinsi le spalle.

Io: "Non sono fidanzata, Mary. É successo che mi ero incazzata e ho baciato uno."

Mary: "Uno? Uno chi? Quello della borsa per caso?" la guardai, poi abbassai lo sguardo e le annuii.

Mary: "Ma che caspita Jessica! Che cavolo t'é preso?! Ma se quello manco ti piace!"

Io lo sapevo che Marck non mi piaceva più di tanto, anzi, nemmeno simpatico mi stava. Ma non lo so che mi era preso.

Io: "Lo so." risposi. "Non lo so perché l'ho baciato quello la. C'era Matthew con quella che se lo stringeva dalla testa ai piedi e.." Non mi diede il tempo di finire ciò che stavo dicendo.

Mary: "Ah bene. Adesso comprendo tutto." mi chiesi che volesse dire. "Cioè?" le chiesi.

Mary: "Ti piace."

Io: "Ma sei pazza? Ma se mi sta pure sulle palle!"

Mary: "Sto parlando di Matthew, cara Jessica. Matthew ti piace."

Restai in silenzio, non sapevo che dirle, che risposta dare.

Mary: "Già, lo avevo sospettato."

Credo di essere diventata rossa in quel momento.

Mary: "Comunque da quello che mi ha raccontato, e da quel che ho capito, quella sera in cui t'ha vista con quello, era con sua cugina. Mariska, se non mi sbaglio. Viene dalla Germania."

Sentii la schiena irrigidirsi. Sua cugina? No, ma allora avevo fatto tutto quel manicomio, per nulla? Mi sentivo una stupida.

Mary: "Ora sai che fai? Ti fai una bella doccia, ti sistemi, e vai a cercarlo al ristorante in cui lavora. Chiedigli il numero di telefono, cosi, se ne avrà voglia, potreste uscire insieme qualche volta, no?"

Mi chiedevo perché avrei dovuto chiederglielo io il suo numero, ma non mi rimaneva modo per parlargli.

Lei andò via. Io feci come lei mi disse di fare. Mi lavai, mi vestii, un jeans e una t-shirt e un paio di vans andavano bene, pensai.

Presi la metro, e arrivai al ristorante. Mi sentivo imbarazzata, un po' con lo stomaco scombussolato, ma mi presi di coraggio ed entrai. Bussai alla porta del direttore, che ricordavo benissimo.

Io: "Scusi, si può?"

Direttore: "Certo, si accomodi signorina!" dal suo entusiasmo sembrava felice di rivedermi, come se mi conoscesse da una vita.

Io: "Cercavo Matthew, potrei parlargli due minuti?" mi fece un sorriso, il suo baffo bianco lo ricopriva, ma si capiva che quello suo era un sorriso.

Direttore: "Certo che puó. É in cucina. Vuole che glielo chiamo?"

Io: "Se non le dispiace, preferirei andare io da lui."

Mi fece cenno con la mano come per dire 'Vada pure.' e andai davvero. La cucina era lì, ovviamente. In quel corridoio da qui si udivano i rumori di padelle o posate che cadevano nel lavandino. Rumori di macchine che impastavano, oppure era il forno. Non saprei. Aprii la porta della cucina, c'erano soltanto Bryan e James. James diede una gomitata a Metthew, che di spalle, si girò verso di me. Sembrava sorpreso nel vedermi, accennò un sorriso.

Matthew: "Jessica! Che ci fai qui?"

Io: "Volevo chiederti una cosa, puoi uscire un attimo sul retro?"

Non rispose, mi prese per il braccio e mi portò sul retro.

Matthew: "Sei venuta fin qui da sola? O con il tuo ragazzo?"

Alzai il sopracciglio. "Non sono fidanzata, Matthew." dissi con tono basso ed imbarazzato.

Matthew: "Come no? Ma se l'altra volta t'ho visto baciare un ragazzo."

Io: "Pff. Storia lunga, davvero. Noiosa, più che altro." speravo che non mi chiedesse di raccontargliela, non avrei avuto il tempo di inventarmi qualcosa. Fui fortunata.

Matthew: "Va bene. Non importa. Volevi qualcosa?"

Feci un respiro profondo. Mi vergognavo.

Io: "Mi chiedevo se avessi voglia di uscire, qualche volta."

Matthew: "E tu sei venuta fin qui da sola, per dirmi questo?" cominciò a ridere. Mi sentii presa in giro, ma continuò a parlare. "Mi farebbe davvero piacere, Jessica." arrossii e il cuore cominciò a battermi più forte. Pensavo in una risposta negativa.

Matthew: "Se ti va, puoi lasciarmi il tuo numero di cellulare, così ti chiamo e ci mettiamo d'accordo."

Ero sollevata dal fatto che non sarei stata io a chiedergli il numero, mi sembrava compito da maschi, quello di doverlo chiedere.

Matthew: "Vuoi che ti riaccompagni?"

Io: "No tranquillo, torneró per come sono arrivata qui." gli feci un sorriso, lo ricambiò.

Me ne andai sorridente. Sorpresa. Pensavo che mi avrebbe mandata affanculo, invece no, ha accettato. A quanto pare, quella che apparentemente sembrava la sua ragazza, era sua cugina. Non tutto ció che si vede, va nel verso in cui si crede.

FINE CAPITOLO.

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