Incontriamo il dio del sonno

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Non avevo mai visto una Chimera e sicuramente non morivo dalla voglia di incontrarne una, ma fui sfortunata.
Testa da leone, corpo da pecora, occhi scuri e inquietanti e una gigantesca e spaventosa coda da serpente.

Il mostro si avvicinò velocemente a me.
Tolsi il cappuccio a Tornado, che si trasformò in spada, e mi preparai a difendermi.
La Chimera appena avvistò l'arma, indietreggiò con aria spaventata, ma poco dopo il suo muso da leone riprese la sua espressione aggressiva.

Si lanciò verso di me all'improvviso, ma grazie ai miei riflessi riuscii a schivarla spostandomi bruscamente verso destra.
La Chimera ruggì e si lanciò una seconda volta su di me. Riuscii a schivare anche quel colpo ma non fui abbastanza veloce per la sua coda che mi colpì in pieno e mi scaraventò contro un albero.

Anzi, il mio braccio sinistro andò a sbattere sul tronco dell'albero, assumendo subito una strana angolazione.
Tornado volò distante una decina di metri da me.
—AHI!— urlai dal dolore.
Mi accasciai a terra stringendomi il braccio rotto.

Prima che la Chimera potesse darmi il colpo fatale, mi scostai, miracolosamente, schivando la zampata.
—Che grande onore incontrarti, Ertan— la Chimera aveva parlato con la voce di Prometeo. Alzai lo sguardo e vidi che gli occhi scuri della Chimera erano diventati dorati.
—P-Prometeo?!— balbettai stringendo più forte il braccio.

—Esattamente— la Chimera si sedette compostamente davanti a me.
—Cosa...cosa vuoi da me?
—Beh vedi, tu hai qualcosa che mi appartiene. Sei una ragazzina ingenua, metti la vita degli altri davanti alla tua. Sarà molto facile ucciderti...— la Chimera riprese il controllo di sé e si preparò per darmi il colpo di grazia, ma proprio quando stava per saltare si bloccò e si dissolse nell'aria.

—Liza? Liza, stai bene?
Riaprii gli occhi incrociando lo sguardo con un paio di iridi grigie.
—Anya? Cosa... cosa è successo?
—Quindi eri sonnambula.
—Che stai dicendo?

—Abbiamo sentito un urlo e siamo corsi fuori. Ti abbiamo visto qui che ti tenevi il braccio e ci siamo preoccupati— spiegò Annabeth.
—Avete ucciso voi la Chimera?
Si guardarono tutti confusi.
—Chimera?— chiese Percy mettendosi all'erta —Quale Chimera?

—Non ditemi che è stato un altro incubo!
—Non c'è altra spiegazione— disse Anya.
—Hai dei seri problemi con i sogni, io ti consiglierei uno psicologo.
—Grazie del tuo supporto, Elyse.
—Di nulla.

—Che cosa hai sognato precisamente?— mi domandò Annabeth mettendo fine a quella breve discussione.
—Il receptionist era venuto qui e si era trasformato in una Chimera. Mi ha detto che ho qualcosa che appartiene al suo padrone poi è stato posseduto da Prometeo che ha detto che sono ingenua e sarà molto facile uccidermi.

Nessuno parlò per interi minuti.
Fu Elyse la prima a rompere il silenzio che si era creato.
—Lo mando dritto nel Tartaro con un calcio nel didietro.
—Elyse!
—Stavo per dire di peggio ma mi sono trattenuta.

—Ehm ehm— ci richiamò una voce conosciuta.
Ci voltammo verso l'entrata del parco e per poco non tirai un urlo.
Il receptionist era fermo e con un'espressione impassibile.
—La Chimera!— gridai.

Vidi Anya alzare l'arco, prendere una freccia dalla faretra e scoccarla verso l'uomo.
La freccia poteva benissimo conficcarsi nel petto del receptionist ma lui fu più veloce e la fermò prima che lo trafisse.

—So che dopo il tuo incubo può sembrare strano, ma non sono un mostro, ve lo posso assicurare— ci disse serio.
—Non ti credo!— esclamai afferrando Tornado che, al contrario di come rappresentava il sogno, era vicino a me.
—Non mi piace l'impulsività di voi semidei, preferisco la tranquillità e soprattutto di pensare alla scelta migliore.

Daughter of the Sea - Il Cavaliere Grigio [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora