Racconto i miei incubi

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—ELYSE!— gridai in preda al panico sperando che rispondesse.
Mi avvicinai a quella che poco prima era una casa e in ginocchio iniziai, con tutte le mie forze, a spostare dei grandi blocchi di mattoni e cemento.

—Liza— mi chiamò Anya ma non mi voltai nemmeno per guardarla, dovevo trovare Elyse, non poteva essere morta di nuovo.
—Liza ascoltami!— Anya si avvicinò e mi mise una mano sulla spalla.

—Se non risponde vuol dire che, beh, non c'è più niente da fare— aveva le lacrime agli occhi. È incredibile come una persona riesca ad entrare nel tuo cuore tanto facilmente, nel senso che ci tieni molto anche se si è appena conosciuta.

—Non capisci! Dobbiamo liberarla! Non sopporterei se fosse morta a causa nostra! Anzi, a causa mia!

—Smettila di dire stupidaggini Liza! Non è morta per colpa tua— mi disse Annabeth.

—Sono stata soprattutto io a raccontarle dell'impresa. Se fossi stata zitta ora non sarebbe sotto queste macerie! Perché non riesco a tenere la bocca chiusa?

Percy mi si avvicinò, mi rialzò di peso e mi fece girare verso di lui mentre mi stringeva le spalle.

—Se non gliel'avessi raccontato tu l'avremmo fatto noi. Non possiamo stare qui finché non la troviamo, dobbiamo andare avanti.— mi disse mio fratello con calma.

—Non intendo abbandonarla!— esclamai.
—Liza, ormai Elyse non è più qui, ora si
trova...

—Qui!— ci voltammo verso il luogo da cui proveniva la voce. Non riuscivo a credere ai miei occhi. Elyse era poco lontano da noi e si avvicinava lentamente come se fosse assonnata.

—Ci hai fatto prendere un colpo!— urlai scrollandosi dalle spalle le mani di Percy e andandole incontro —Come hai fatto a...

—Viaggio ombra— rispose la figlia di Ade prima che potessi finire la domanda —È molto stancante, comunque ho preso questa spada.

L'arma assomigliava molto ad una katana cinese (o giapponese?).

—È la prima volta che viaggio nell'ombra, non è stato molto bello ma è pur sempre comodo in queste situazioni— lo sguardo di Elyse si spostò sulle macerie della sua ex casa —La seconda in tredici anni di vita...

—Che intendi dire?— le chiese Percy confuso.
—Niente di importante.

—Elyse, pensavamo che tu fossi...beh insomma, hai capito— le disse Anya trattenendo un singhiozzo.

—Che fossi morta? Ci vorrà molto di più di una semplice casa crollata per liberarvi di
me— replicò Elyse con un sorriso fiero stampato in faccia.

—Ora dove andiamo?— chiese Percy.
—Io propongo di recarci definitivamente a Queensbridge...— rispose Anya.

—...li ci sono alcuni Hotel dove potremo passare la notte— continuò Annabeth.
—Però facciamo presto— disse Elyse sbadigliando.

~•~•~•~•~•~•~•~•

—Mi fanno male le gambe, non ce l'ha faccio più!— mi lamentai.
Era tardo pomeriggio ed eravamo quasi arrivati a Queensbridge, sembrava di aver fatto più di 394 chilometri consecutivi.

—Liza, sei un'anima in pena! Cammina e tieni quella maledetta bocca chiusa!— mi esclamò Elyse con le dita nelle orecchie per evitare di sentire le mie lamentele.

Daughter of the Sea - Il Cavaliere Grigio [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora