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-Keira? Sei seria?-chiese debolmente Zero guardandomi fisso negli occhi

-Lui mi fa felice-dissero le mie labbra

Alton era soddisfatto e comandò al mio corpo di dargli un appassionato bacio, Zero abbassò il volto e lasciò che il ciuffo bianco gli coprisse gli occhi.

Sorridente il nemico si diresse verso di lui con passo felpato

-Mi dispiace sono un conquistatore e comunque non credo che ti abbia mai amato veramente solo che non se ne era mai accorta...-intanto il mio volto faceva su e giù dando ragione alle parole del disgusto fatto uomo

-Comunque abbiamo molte cose in comune e nessuno dei due ha intenzione di rinunciare all'amore-fece poggiando una mano sulla sua spalla e... Zero cominciò a ridere in modo macabro ricordandomi me quando lui aveva rotto il contenitore con il liquido che doveva fargli ritornare la memoria

-Tu non sai proprio niente di lei! Lei non è come te e non direbbe mai che tu la rendi felice... inoltre i baci della mia ragazza sono più delicati e dolci non così irruenti e volgari a meno che non siamo completamente soli- io diventai rossa come un peperone e Zero sorrise

-Ecco la dimostrazione che ho ragione-disse facendomi l'occhiolino, Alton gli tirò un pugno sul volto e io cacciai un urlo di terrore che lui non riuscì ad impedirmi di fare

-Keira... picchialo!-fece lui mentre il mio corpo si alzava e si dirigeva minaccioso verso di lui.

Cominciai a disperarmi cercando di riprendere il controllo sul mio corpo terrorizzata dal fatto che non ci riuscissi e che al contrario continuavo ad avanzare minacciosa verso di lui,

mi resi conto dopo che ero armata di un coltellino e non sapevo nemmeno da dove lo avessi preso e lo puntavo verso di lui in modo molto minaccioso.

Cominciai ad urlare come una dannata e a piangere non riuscendo a fare niente, il mio corpo con un colpo secco gli conficcò il coltello nella spalla e lui gridò dal dolore mentre io gli graffiai leggermente il volto per poi portarmi alla bocca il coltello e leccare i suo sangue.

Percepii sulla lingua il sapore metallico del suo sangue e mi sentii male tanto che cominciai a mettere tutte le mie forze per riuscire ad accoltellare Alton ma non riuscendoci e entrando in contrasto con il liquido il mio corpo non resistette e svenni.

Non avevo fatto altro che svenire da quando ero in quell'agenzia e in tutta onestà mi stavo stancando di brutto, sapevo che tutto ciò che faceva Alton se all'inizio sembrava innocuo poi era qualcosa che ti uccideva e ti faceva stare malissimo tanto che desideravi perdere la memoria di quei giorni. A me non era rimasta solo l'immagine del mio accoltellamento di Zero ma anche il sapore del suo sangue nella bocca che mi aveva tolto completamente l'appetito; non ero preoccupata per lui perché sapevo che Alton aveva delle idee molto più mostruose con noi quindi sapevo che Zero era già stato medicato e curato con attenzione per prepararlo a sofferenze sempre peggiori e violente. Avevo il terrore di quello che ci sarebbe accaduto perché sapevo che ci avrebbe segnati profondamente, sapevo che fino a quando ero da sola lui aveva poco potere su di me ma da quando anche Zero era lì con me aveva tutti i mezzi per farci del male senza sforzassi troppo e con noi due poteva divertirsi parecchio. Potevo percepire ogni emozione come se fosse un uragano e la consapevolezza di potermi anche solo muovere mi metteva allegria, avevo il terrore di svegliarmi e di essere controllata nuovamente, avevo paura a mangiare perché mi avrebbero potuto far addormentare e portare da un'altra parte, avevo paura a parlare e avevo paura a muovermi nel timore che si ricordassero della mia esistenza e utilizzassero nuovamente me per fare del male a Zero.

Questo doveva essere stato il piano del nostro nemico fin da subito anche perché io ormai avevo smesso di vivere e mi accovacciavo in me stessa per tutto il giorno senza muovermi per paura di fare qualcosa di sbagliato, sapevo che non mi sarei dovuta far sottomettere ma avevano in mano la persona più importante della mia misera vita e non potevo permettere che gli facessero del male nuovamente. Inoltre essere sempre vigili per paura che mi prendessero nuovamente era sfiancante, avevo smesso di mangiare quasi totalmente e dormivo pochissimo e sempre con un occhio aperto per essere certa che nessuno mi si avvicinasse.

Quella che conducevo era una situazione di "non vita" che ti faceva credere che infondo la morte non faceva così schifo, pensai alle tante cose che doveva aver fatto passare ai suoi nemici per ricattarli oppure ai suoi detenuti passati o anche ai suoi dipendenti che lui reputava infedeli e pericolosi per l'agenzia.

Era disgustoso come lui conoscesse come uccidere le persone prima ancora che la vita se ne vada dal corpo terrestre... pensavo anche a quello che dovevano aver passato i miei genitori che vedevano la persona amata soffrire proprio davanti ai loro occhi, ringraziavo il cielo mentalmente perché Alton non credeva che l'amore tra me e Zero fosse profondo come quello dei miei genitori.

Io dovevo ritrovare la forza di non farmi controllare emotivamente per quanto poteva essere estremamente difficile perché se io non reagivo non sarei riuscita a dare coraggio neanche a Zero e saremmo finiti completamente nelle mani del nemico cosa che non avevano fatto i miei genitori e per questo erano stati torturati... io ero pronta alla tortura ma non volevo che il mio ragazzo lo fosse, poteva essere al sicuro e a scelto di soffrire con me piuttosto che la distanza.

Non sapevo come potevo salvarci entrambi e permettere ad Edwin di compiere la missione senza farci male in modo quasi permanente anche perché quando Alton era con noi non stava lavorando contro la nostra agenzia quindi dovevamo tenerlo occupato.

Mi alzai di fretta e cominciai a cantare a squarciagola battendo i pugni contro la porta

-SIETE TUTTI BRUTTI, ANTIPATICI, STUPIDI E CORROTTI GNE GNE GNE GNE GNE!!- gridavo come una stupida, dopo circa mezz'ora una guardia aprì seccata e fece per darmi uno schiaffo ma lo parai

-E PUZZATE PURE!- continuai ricevendo un ceffone da un'altra guardia, io cominciai a dimenarmi e a fare la pazza continuando ad agitarmi gridando fino a quando non sentii che un guardia aveva dato l'ordine di avvisare il loro superiore di quello che stavo facendo.

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