Aprii la porta lentamente e lo trovai che mi aspettava davanti alla scrivania in silenzio con gli occhi arrossati, aveva il suo vero aspetto e non più quello giovanile di prima nonostante ciò ancora non lo si poteva definire brutto e con dei profondi occhi azzurri mi squadrava
-Sei in ritardo-
-Mi piace far attendere-lo freddai
-Sei sola?-chiese serio
-Sai benissimo che lo sono-si sedette sulla sedia silenzioso
-Come sapevi di dover venire qui?-chiese
-Non aspettavi me?-chiesi
-Mi hai capito fino a quel punto?-
-Quello che in questo momento è spaesato non sono io, tu non hai ancora capito chi sono, non è vero?-chiesi lui rimase in silenzio senza fiatare e mi fissava negli occhi.
Non so ben dire che cosa stesse succedendo in quel momento so solo che si respirava solo rassegnazione, nessuno dei due aveva un'altra possibilità: lui non poteva fare a meno della sua agenzia e io dovevo fermarlo... di conseguenza lui voleva morire e probabilmente io con lui.
Il silenzio non mi preoccupava più e non mi faceva stare nemmeno male, non sapevo se pensare in quel momento avrebbe portato a qualcosa di buono ma sapevo che se non avessi avuto in testa talmente tanti pensieri probabilmente sarei stata risucchiata dal nulla senza più riuscire ad emergere.
-Non capisco per quale motivo tu sia venuta qui da sola, so benissimo che sai quel che sta per accadere...-fece silenziosamente
-Non ho motivo di rimanere qui, Ada è morta per tua informazione...-sussultò ma non troppo
-Me lo aspettavo, per mano tua immagino... non è mai stata come te, la sua impulsività ha sempre danneggiato me e la mia azienda, non credo fosse tagliata per questo genere di lavoro. Per lei inoltre io non andavo bene e glielo avevo detto più e più volte, lei non mi ascoltava diceva che ero io che non mi dovevo dare preoccupazioni.
Il paragone con mia moglie però era involontario... la mia donna era impeccabile pura e delicata come le più piccole e graziose perle bianche dell'oceano, il solo vederla mi purificava l'anima... quello che ho provato per lei non è paragonabile a nessun sentimento umano, qualcosa di decisamente maggiora ed immaginabile...-fece
-Lei sapeva di ciò?-chiesi intimorita, avevo i brividi su tutto il corpo e volevo che mi chiarisse alcune cose ma allo stesso tempo temevo che non lo avrebbe fatto
-Ho provato in tutti i modi a farglielo capire... davvero, non c'era persona che io potessi amare più di lei... e il rivedere i miei figli ogni giorno senza di lei mi distruggeva.
Pensavo a quanto avesse sognato quel momento, a tutti i dolori della gravidanza che aveva sopportato da sola senza di me che lavoravo ma solo ora mi rendo conto che probabilmente l'ho uccisa io-
-L'ha uccisa la tua agenzia ed è per questo che te ne devi liberare...-dissi sincera mentre lui si alzava e mi veniva incontro, aveva un passo indeciso e sapevo che non era armato, non ne aveva bisogno non voleva uccidere, non ne aveva bisogno
-Questo lo so, ma come avrei mai potuto separarmi dalla cosa a cui avevo dedicato tanto da permettermi di perderla... volevo che almeno desse i suoi frutti...-
-Frutti che hanno portato ad altri morti, è da egoisti credere che il tuo sentimento nei suoi confronti fosse unico sulla terra... l'amore è tanto e potente... i miei genitori dovevano esserne la prova per te e so anche che lo sono stati ma...-
-Tu lo sei-disse secco e poi continuò solo quando alzato lo sguardo si accorse che lo fissavo confusa
-Tu sei la dimostrazione del loro grande, eterno ed infinito amore...è vero i tuoi genitori mi hanno fatto pensare a lungo e tanto più capivo che loro erano come me tanto più li volevo far soffrire per quello che mi stavano facendo comprendere...che ho sbagliato tutto... dall'inizio alla fine.
Quando ti ho avuto per le mani pensavo che finalmente mi sarei potuto riscattare, mai al mondo avrei creduto di essere preso in giro da te, frutto del loro amore... tu sei la mia ultima possibilità di salvezza- concluse e io lo guardavo come non lo avevo mai visto, sembravano quasi umane quelle sue parole.
Era pazzo e fuori di testa ormai, ma sapevo che parlava sinceramente, tali parole vengono pronunciate solo se si sentono davvero e non si ha modo di copiarle.
-Solo tu puoi salvarti e fare le cose giuste Alton... la verità e che non ne hai la forza-dissi senza accusa, sapevamo entrambi che ciò che proferivo era vero e non erano necessarie conferme.
-Non posso averne la forza, ho allontanato tutto ciò che amavo perché spaventato dall'enormità di quei sentimenti-
Ormai io e lui parlavamo ad un metro di distanza e non c'era modo di convincerlo ha comportarsi in modo ragionevole.
-Sai cosa ho intenzione di fare vero?-chiese lui.
Ovvio che lo sapevo: voleva morire e voleva morire uccidendo anche me, solo in quel modo sarebbe stato completamente peccatore e assassino.
Voleva uccidere me come frutto dell'amore dei miei genitori, come ricordo della sua amata e come legame di suo figlio, ero la rappresentazione di ciò che aveva amato di più e perso con più crudeltà e voleva cancellarsi dal mondo con tutti i suoi errori.
Io ero lì perché sapevo che non si sarebbe fermato, non si sarebbe mai fatto catturare e in ogni modo si sarebbe liberato riformando la sua organizzazione e rovinando altre vite comprese la mia e quella dei miei amici.
Se morivo tutti erano liberi... chi dalle sue colpe e chi dall'enorme sofferenza di dover rimanere in questa agenzia.
La sola cosa per cui avrei dato la vita era la libertà, volevo tornare a quando ero bambina e spensierata e non volevo più essere parte di organizzazioni segrete perché io soffrivo quando sentivo la mia anima macchiarsi di un nuovo peccato mortale.
Non avevo scelta arrivata a quel punto ma non rimpiangevo nulla, sapevo esattamente quello che stavo facendo e il motivo per cui lo facevo ed entrambi mi stavano bene.
Non avrei mai permesso che avvenimenti come quelli di cui sono venuta a conoscenza dalla morte dei miei genitori si verificassero nuovamente.
Noi uomini siamo troppo deboli per sopportare tutto ciò.