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-Dovrei essere corretto con te e confessarti tutto quello che è accaduto- la parola "correttezza" pronunciata da lui era decisamente distorta, mi resi conto però che era incosciente in quel momento e non riuscivo a capire per quale motivo volesse dirmi le cose che mi avevano portato a detestarlo.

Non credevo stesse ragionando su quello che stava facendo e sapevo che una volta sapute le informazioni del mio passato recitare con lui sarebbe stato decisamente più complicato

-Mi racconti una favola Alton?-chiesi appoggiandomi sul suo petto

-Una favola? Non sei un po' cresciuta?-chiese lui ridendo

-Cappuccetto rosso-dissi ignorandolo

-Che?!-fece

-Non la sai?-chiesi

-Non ho mai...-si interruppe, non aveva mai sentito e nemmeno raccontato quella storia ovviamente, abbassò lo sguardo sconfitto e ci rimase per qualche secondo poi si voltò di scatto e impossessandosi della mia bocca mi diede dei volgarissimi e stomachevoli baci che mi fecero venire i brividi dal disgusto ma ovviamente lui fraintese e sorrise sulle mie labbra mentre mi accarezzava la pelle come se la mia reazione fosse dovuta ad una grande attrazione.

Fortunatamente entrò un suo dipendente che gli disse che la nostra base era stata attaccata, come una molla Alton si alzò e mi fece cadere per terra, senza nemmeno fermarsi a guardami andò all'istante allo schermo enorme del tuo sistema di controllo e cominciò ad azionare tutte le telecamere che aveva piazzato nell'enorme edificio.

Non c'era nulla da fare, ormai eravamo stati circondati e sapeva anche lui che non poteva più fuggire nemmeno con tutti i mezzi del mondo.

La porta del suo ufficio venne buttata giù con un tonfo e quello che vidi mi fece rabbrividire: Zero... completamente ricoperto del sangue di tutte le guardi che aveva ucciso probabilmente senza un briciolo di umanità, i suoi occhi mi terrorizzarono perché erano capaci di vedere solo Alton.

Nelle mani stringeva due coltelli enormi e quando puntò Alton vidi il nemico spaventarsi ma cercò di non darlo a vedere.

-Vedo che siete arrivati-commentò Alton

-Voi Hector siete sempre così intuitivi!-sputò Zero sarcastico mentre entrava anche Mathew che gelò il padre con lo sguardo per poi posare una mano su Zero con affetto ed entrambi portarono lo sguardo su di me

-So che per te sarà inconcepibile ma dobbiamo portare Alton da Edwin... solo una volta interrogato potrai aprirgli le membra ma non dirmi quando lo farai perché non voglio salutarlo prima che lui venga rispedito nella tomba- confessò il figlio, Zero ringhiò

-Come puoi chiedermi una cosa simile quando ho davanti a me la ragione della mia vita... dopo che lui ha fatto in modo che io non venissi nemmeno ricordato da lei?!-

Mathew rimase in silenzio e fece una smorfia

-Lei non vorrebbe che tu chiudessi la missione così... ha perso molto anche lei se lo uccidessi ora non avrebbe senso nemmeno la sua trasformazione-

Io rimasi in silenzio ed immobile, volevo saltargli al collo ad entrambi ma ancora il nemico non aveva le manette e io non ero tranquilla.

Aspettai in silenzio che legarono Alton che mi guardava mentre lo portavano via, io ero ancora per terra con l'incapacità di muovermi.

Il fatto di aver passato molto a fingere mi aveva portata in uno stato completamente diverso dal mio, forse era vero... forse ero impazzita completamente e non sarei stata mai più la stessa.

Probabilmente aver passato tanto tempo con il nemico mi aveva quasi annullata completamente e io non sapevo più chi ero.

Mi bloccai davanti a quella scena e non appena Alton fu portato via da alcuni dei nostri che mi guardarono dispiaciuti io presi un respiro profondo, vidi Zero avvicinarsi lentamente ad un lavandino del laboratorio che era sui lati e si lavò il sangue dal volto, dalle braccia e dalle mani. Poi si tolse il giubbotto antiproiettile e si avvicinò a me lentamente

-Ti giuro sulla mia vita che non ti farò del male... non ti toccherò nemmeno se non vuoi te lo giuro, ti chiedo solo di seguirmi e nessuna violenza verrà fatta su di te- disse avanzando accovacciato e parlandomi come se avesse a che fare con un cane randagio.

Io tremavo e non sapevo che dire, il dolore che provavo nel vederlo in quello stato mi stava bloccando la bocca, la gola, il corpo intero.

Methew aveva seguito il padre per lasciarci soli e io mi sentivo più rinchiusa di prima, come facevo a dirgli che non ero mai sparita? E se dopo che glielo avessi detto mi avesse detto che non si poteva più fidare di me e mi avrebbe allontanata? E se poi anche confessano di esserci le cose sarebbero state completamente diverse?

-Ti prego...-rividi il suo volto di me mentre piangeva perché credeva di avermi persa per sempre e solo dopo aver percepito il sapore del suo sangue nella mia bocca e le sue lacrime di dolore e disperazione sul suo viso riuscii a sussurrare

-Zero... andiamo via di q...-non finii nemmeno la frase che le sue labbra tapparono le mie e ci ritrovammo per terra a piangere come dei disperati felici.

Non m'interessava nulla di nessuno volevo solo sentirlo più vicino e sentire il suo profumo penetrarmi fino al cuore, volevo mi stringesse fino a farmi male perché solo lui aveva il permesso di farlo.

-Andiamo via- disse prendendomi in braccio e portandomi fuori dalla struttura.

Ero sfinita da tutto e finalmente tranquilla e rilassata con la consapevolezza di essere al sicuro riuscii ad addormentarmi poco dopo sfogando tutto lo stress che avevo accumulato durante la mia permanenza in quella struttura.

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