Ti va di raccontarmela? (parte prima)

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Mario durante la notte non era riuscito a chiudere occhio e, se vogliamo dirla tutta, neanche Claudio lo aveva fatto: troppe emozioni in un'unica serata, non se lo aspettavano di certo. Nessuno dei due.

Mario perché, non essendosi mai innamorato nella sua vita, non poteva sapere cosa voleva dire "avere le farfalle nello stomaco" per una persona e non immaginava che quella persona potesse essere Claudio, non ci avrebbe nemmeno mai scommesso. Claudio, invece, provava emozioni contrastanti: da un lato il ricordo bellissimo di quella sera, dove Mario era finalmente riuscito a metterlo a suo agio ed erano riusciti a parlare come due persone normali che hanno un appuntamento, paura, dall'altro, perché sapeva che Mario non gli aveva ancora detto niente di lui e temeva di scoprire cose che lo avrebbero potuto far allontanare definitivamente. 

Aveva paura che il gioco terminasse quando lui ormai non aveva più possibilità di tornare indietro.

Quella mattina Claudio ne era certo che non si sarebbe presentato per nessun motivo al mondo al bar e bastò questo per fargli iniziare male quella lunga giornata. Oggi doveva lavorare tutto il giorno perchè Paolo aveva beccato l'influenza e non c'era nessun altro con cui sostituirlo, ma per lui andava bene, avrebbe almeno preso quel mese qualche soldo in più, che non fa mai male in effetti. Per fortuna almeno dalla parte della tavola calda c'era Alessia che lo aiutava, altrimenti quella giornata avrebbe davvero assomigliato all'inferno. 

Era occupato a prendere le varie ordinazioni ai tavoli, non si era davvero accorto di niente quando Agnese era andata al suo bancone con un caffè macchiato e un bigliettino. 

-Questo mi ha detto di dartelo un ragazzo, non so chi sia Claudio, ma mi ha detto che ti augura una buona giornata-

"Che stronzo"

-Come?-

'No, niente Agne scusa parlavo da solo, non ce l'avevo con te. Ti ringrazio tanto'

Claudio avrebbe voluto davvero sapere come faceva a conoscere i suoi gusti, perché sapeva perfettamente di non aver fatto nessun accenno, durante la cena, al fatto che lui a colazione era solito prendere sempre e solo un caffè macchiato, eppure Mario sapeva anche quello in qualche assurdo modo. Era inutile domandarsi come fosse possibile, ormai Claudio lo aveva capito: Mario glielo avrebbe detto a tempo debito, ora voleva giocare.

'Lo so che ami il caffè macchiato. Come? Te lo dirò durante il gioco e mi raccomando attento ai dettagli, tu che dici di esserlo. Abbiamo promesso che ogni giorno avresti saputo qualcosa di me e io mantengo sempre le promesse, quindi eccotene una nuova: non amo la cioccolata particolarmente, ma quella al latte mi fa impazzire e me ne mangerei in quantità industriali. A te invece? Piace la cioccolata?'

Claudio avrebbe davvero voluto rispondergli, ma non sapeva come. Non aveva nessuna informazione: indirizzo di casa, indirizzo del lavoro. Aveva solo nome e cognome e...NUMERO DI CELLULARE, vero! 

Digitò velocemente: 

"Non amo particolarmente i dolci, preferisco il salato. Il mio piatto preferito è il pollo con le patate"

La risposta arrivò immediata. 

Forse aspettava davvero un suo messaggio?

'Bene, la prossima volta allora ti porto in un ristorante che fa la migliore carne del mondo e la cui specialità è proprio il pollo'

"Non vedo l'ora che sia questa prossima volta allora!"

'Ansioso di rivedermi Sona?'

"Neanche un po' Serpa e tu?"

'Nemmeno io'

Stuzzicarsi era ormai diventato il loro sport preferito, non potevano davvero farne a meno e forse se lo avessero fatto il loro rapporto non sarebbe andato così bene. Claudio aveva capito che Mario avesse bisogno di continue punzecchiate per tirare fuori la sua parte più vera e lui non era nessuno per negarglielo. Passò tutto il suo turno di lavoro con un sorriso stampato sul volto per quegli attimi di breve conversazione: stava iniziando a capire che forse anche Mario era incuriosito da lui e che tutto quello che stava facendo non lo stava facendo unilateralmente, ma che il sentimento fosse ricambiato. 

Quel giorno terminò il turno un'ora dopo, alle 20, perché avevano perso parecchio tempo a lavare per terra, tutti i tavoli e mettere tutto il bar in ordine. Il sabato era davvero una delle giornate più piene, perché la maggior parte delle persone non lavorava e approfittava di quei pochi giorni di relax per passarli in centro dopo una buona colazione. 

Claudio era per questo esausto e non vedeva davvero l'ora di tornare a casa e buttarsi nella vasca per fare un bagno caldo e rilassante. Lo fece, quella giornata era stata davvero stressante per lui.

Una vibrazione del cellulare.

"Chi è che rompe le palle a quest'ora?", si era chiesto tra sé e sé.

'Buonasera. Disturbo?'

"In effetti si, stavo facendo un bagno rilassante"

'Giornata difficile?'

"Abbastanza, la tua?"

'Anche. Ti va di raccontarmela?'

"Si, mi va"

'Ok. Alle 21 di fronte l'Arena. Ti aspetto sulla panchina'

Claudio non ci poteva credere: in due giorni era riuscito a provare sensazione che nell'arco della sua intera vita non aveva mai provato perché, in due giorni, Mario gli aveva già chiesto due volte di uscire. Si preparò in fretta, quella sera non aveva indossato niente di che proprio perché si sarebbe trattata di una semplice camminata: jeans, maglione nero, scarpe di Valentino che richiamavano il colore della maglia. 

Ah ecco, un'altra cosa che si deve sapere su Claudio è questa: lui ama il bicolore. Quando indossa abiti le scarpe devono sempre richiamare in qualche modo il colore della maglia o del pantalone. Se questo non avviene si sveste e ricomincia da capo fino a quando non trova il giusto compromesso. Un po' problematico il ragazzo.


Alle 21 Claudio era lì...e anche Mario.

'Vedo che sei puntuale'

"Io sempre e vedo anche tu"

'Odio i ritardatari'

"Oh allora la prossima volta farò tardi a posta"

'Oh allora la prossima volta me ne vado'

"Non ne saresti davvero capace"

'Mi stai sfidando a farlo Sona?'

"No, non ti darò modo di farlo"

A quell'affermazione il volto di Mario, che fino a quell'istante era fisso verso il basso, si alzò e i loro occhi, finalmente, si incontrarono di nuovo dopo un'intera giornata che non lo avevano fatto.

"Ti ho lasciato senza parole?"

'Un po', non me l'aspettavo. Vuoi sederti o vuoi rimanere in piedi come un palo della luce?'

"Ah ma siamo anche simpatici allora, quante doti nascoste"

'Allora come mai hai passato una giornata stressante?'

"Perchè oggi è sabato e abbiamo lavorato il triplo rispetto agli altri giorni della settimana, in più io e Paolo siamo rimasti un'ora in più dopo la fine del turno perché abbiamo dovuto pulire tutto e mettere in ordine visto che domani il proprietario ha deciso di rimanere chiuso. Mi sono stancato molto, ma niente di importante. La tua invece?"

'Stiamo già violando le regole del gioco lo sai si?'

"Perchè?"

'Perchè per raccontarti della mia giornata devo darti un'altra informazione su di me. Avevamo detto, invece, una al giorno'

"Ogni tanto uno strappo alla regola si può fare"

'Ogni tanto? Abbiamo iniziato solo da questa mattina'

Claudio aveva riso e Mario si era perso di quella risata. 

"Se non vuoi raccontarmela non fa niente"

Invece faceva e Mario lo sapeva bene e lo aveva capito dall'ombra improvvisa che aveva oltrepassato il suo volto. Claudio voleva solo conoscerlo meglio e lui voleva renderlo felice e voleva farsi conoscere: a pelle aveva subito percepito di potersi fidare di lui.

Il tempo di un caffè e un cornettoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora