Claudio non sa perché ha deciso di accettare, probabilmente perché era stato mosso dalla curiosità di conoscere meglio Mario, di scavare nel profondo come amava fare da sempre.
Non si erano scambiati i numeri dei rispettivi cellulari, Claudio si era semplicemente limitato a fornirgli l'indirizzo di casa sua, e Mario, d'altro canto, gli aveva detto che alle 20:30 si sarebbe fatto trovare di fronte al suo portone.
Il suono del citofono aveva fatto risvegliare Claudio dallo stato di trans in cui era caduto. Non sapeva se aveva indossato gli abiti giusti: non sapendo dove Mario aveva intenzione di portarlo era stato molto indeciso su come vestirsi, ma alla fine aveva deciso di optare per un classico. Quindi aveva indossato dei pantaloni neri con sopra una camicia bianca, sperando di non essere troppo elegante o chissà, al contrario, di esserlo troppo poco per quell'occasione.
Era agitato Claudio. Questa è un'altra cosa che odiava del suo carattere: essere così sicuro di quello che vuole dalla vita e poi essere così timoroso di non essere all'altezza delle situazioni.
Anche Mario stava provando qualcosa di nuovo: non aveva mai ceduto prima d'ora di fronte ad un ragazzo, soprattutto se si trattava di un ragazzo più piccolo di lui. Di solito erano sempre gli altri che cadevano ai suoi piedi ed era sempre lui che decideva di rifiutarli o andarci a letto una notte, una semplice notte.
Con Claudio era diverso invece e lo aveva capito dal primo istante in cui i loro sguardi si erano incrociati. Ci aveva messo un bel po' di tempo per ammetterlo, ma alla fine se ne fece una ragione e si diede anche lui una possibilità: quella, forse, di essere davvero felice.
Mario, quella sera, era ancora più bello di quello che già era: indossava un completo blu ed era davvero elegantissimo, tanto che Claudio si sentì per un attimo sbagliato.
'Wow', si era lasciato sfuggire Mario alla vista di Claudio.
"Che c'è? Sto male? Guarda che se devo andare a cambiarmi ci metto un secondo a risalire e..."
'Claudio, Claudio, Claudio, respira. E' tutto ok, stai benissimo'
"Sicuro?"
'Sicuro, andiamo'
Sul sedile del passeggero c'era un bouquet di rose rosse. Quella mossa Claudio davvero non se l'aspettava: Mario lo aveva lasciato per la seconda volta senza parole.
"Sono bellissime, io non so davvero cosa dire...grazie", ammise imbarazzato.
'Ti imbarazzo?', gli chiese Mario a bruciapelo.
Claudio alzò il suo sguardo dalle rose e lo posò su di lui: "Si, la maggior parte delle volte si"
'Come te lo spieghi?'
"Non lo so, non è una cosa che ho provato molto spesso"
'Ah no?'
"No"
'Io neanche ho mai regalato dei fiori a qualcuno'
"E perché a me li hai regalati allora?"
'Perchè mi andava di sorprenderti'
"Ci sei riuscito", aveva ammesso Claudio con una sincerità che lo aveva sconvolto, ma quella risposta gli era davvero uscita spontaneamente, senza che se ne accorgesse.
Durante il viaggio non avevano parlato un granché, l'atmosfera era tesa perché entrambi stavano lottando contro emozioni che non avevano mai provato prima e che non sapevano gestire. Fortunatamente il ristorante non era lontano e quindi il tempo passò veloce.
"Dove siamo?"
'Questo è il ristorante più famoso della città. Possibile che non lo conosci?'
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Il tempo di un caffè e un cornetto
Fiksi PenggemarL'ispirazione me l'ha data una ragazza della squad, l'autrice di Cwtch e altre fanfiction che sicuramente conoscete. Non so cosa e se ne uscirà qualcosa, ma come sempre tentar non nuoce. Fatemi sapere. Non vi spoilero nulla, altrimenti che gusto c'...