Capitolo 1.

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Ed eccomi qui, a pranzare da sola a scuola.

Nel mio solito tavolo, dove mangiavo con Avril, la mia migliore amica.

Lei è dovuta partire per l'America con la sua famiglia, suo padre ha trovato un lavoro "gratificante" alle loro esigenze.

Semplicemente mi manca, mi manca come l'aria. Stare senza di lei è come avere un vuoto dentro. Chiacchieravamo di tutto, dalle cose più stupide, alle cose più importanti. Ci sentiamo sempre, stiamo ore a parlare e parlare, ci raccontiamo come è andata la giornata... Ma comunque parlare con lei al telefono, non è lo stesso che averla tra le mie braccia. Forse dovrei andarla a trovare, forse no.

Poi mi farebbe troppo male andare via, e lasciarla di nuovo.

È l'unica persona che mi resta.

I miei genitori e mia sorella sono morti in un incidente. Non si sa per quale motivo io sia sopravvissuta. Ma a volte, vorrei essere morta come loro. E magari rivederli.

Ora vivo da sola, ho un appartamento non tanto lontano dalla mia scuola, è abbastanza accogliente.

Ora frequento l'ultimo anno di liceo.

E a dire la verità non sono per niente 'popolare', anzi non so neanche che cos'è la 'popolarità'.

Per la maggior parte delle ragazze, se una è popolare si concede a tutti. E io voglio credere nell'amore vero. Non voglio essere come loro; preferisco essere trasparente piuttosto.

Ci sono tre "puttane" che non mi lasciano vivere: una bionda, Ashley; una mora, Clear; e una rossa, Betty.

Riesco sempre a tenerle testa.

Mi prendono in giro, forse perchè sono una fuori dagli schemi.

Non ho bisogno di un quintale di trucco, non ho bisogno di avere le tette grosse, perché sono bella così. Almeno, così dice mia zia.

Sono una ruffiana a volte, muahaha!

La campanella suona, e mi distoglie dai miei pensieri.

Mi alzo subito, ma appena varco la soglia dell'uscita mi sento toccare la spalla.

Sono loro, che palle!

«Ciao Amber, come si sta senza genitori che ti rimboccano le coperte? Deve essere difficile vivere con i pochi soldi che ti danno i tuoi zii. Magari fai pure la escort» Urla la biondina, facendo sì che tutti si girino a guardarmi.

«Sai cosa ti dico? Ti dico che sei solo una stronza senza uno straccio di cuore! Ma tu lo sai cosa si prova vivendo sapendo tua sorella e i tuoi genitori sono morti in un incidente, mentre tu sei sopravvissuta? No, non lo sai. Quindi ti chiedo di non farmi prediche sul vivere senza una famiglia.. Perché vedo che tu sei già troppo viziata. E tesoro non provarmi a darmi un'etichetta, perché non mi conosci neanche; visto che qui, quelle che aprono le gambe siete voi.» Urlo anch'io, facendo sì che tutti mi ascoltino.

Me ne vado - o meglio, scappo -, subito in classe, sentendomi meglio. Mi sono tolta un peso.

Le due ore passarono in fretta.

Finalmente suona la campanella e arrivo al cancello senza che nessuno mi turbi.

Con la coda dell'occhio vedo un ragazzo che mi guarda, ha un giubbotto in pelle nero, una maglietta bianca con alcune scritte e dei jeans neri strappati sulle ginocchia, che fuma una sigaretta. È appoggiato ad una colonna. Si accorge del mio sguardo su di lui e così distoglie subito lo sguardo.

Non gli do peso, e mi incammino verso casa, cercando di non pensare a quelle tre stronze.

Passo il pomeriggio a fare un po' di compiti e a guardare un po' di tv.

Arrivano le 19:25 e così decido di mangiare un panino veloce, dopo di che mi faccio una doccia rilassante.. Indosso il pigiama e vado a letto.

Chi era quel ragazzo? E cosa voleva da me? Ovviamente niente, magari mi stava solo insultando mentalmente.

Bacio la foto in cui ci sono i miei genitori e mia sorella. Danielle, aveva 9 anni. Mi manca terribilmente.

Ora dormi, Amber, domani è un altro giorno. Penso, e poi mi addormento.

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SALVE A TUTTI, SPERO CHE IL MIO PRIMO CAPITOLO VI SIA PIACIUTO, È LA MIA PRIMA FF. SO CHE NON HO MOLTI SEGUACI. SPERO DI AVERNE TANTI, PRIMA O POI.

Impure Love. [z.m.] in revisione.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora