|Capitolo 22|

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«Cazzo» Imprecò sedendosi sul divano.

Che gli prende?

«Zay?» Mi sedetti sul divano di fianco a lui. «Che ti prende?» Continuai.

«Io non so come comportarmi. Non mi sono mai innamor..» Lo bloccai salendo a cavalcioni sulle sue gambe, zittendolo con un bacio.

«Perchè mi fai questo effetto?» Alzai un sopracciglio, non capendo dove voleva arrivare. «Io sono il fuoco e tu sei la mia acqua, capisci? Mi calmi come nessun'altro ha mai fatto» Lo baciai dolcemente, non perdendo di vista i suoi occhi color nocciola, con piccole sfumature verdi.

Perché sì, i suoi occhi cambiavano colore. A volte erano marrone scuro tendente al nero, altre volte erano marroni-verdi, altre volte color miele. Sì, immagino cambino a seconda del suo umore.

«Mentre baciavo quella tipa ieri sera, cercavo di toglierti dalla mia testa» Aveva lo sguardo perso nel vuoto. «Ma come puoi vedere, non ci riesco. Sei incessantemente, abitualmente, ogni secondo, ogni minuto, ogni ora, ogni giorno nei miei pensieri» Si avvicinò al mio orecchio. «E se provi a dirlo in giro, non esiterò neanche un secondo a dire che sei tutto ciò che voglio» Fottute farfalle.

«Non posso neanche credere di essere innamorata di un poeta» Mormorai a pochi centimetri dalle sue labbra, alzando gli occhi. Le fronti che si sfioravano.

«Non posso credere di essermi innamorato della persona fatta apposta per me» Sorrisi e lo baciai con più passione.

«Quindi, questa sarebbe la tua proposta di fidanzamento?» Chiesi tra un bacio e l'altro.

«Ed è qui che ti sbagli» Scansò delicatamente il mio corpo dal suo, entrando in una stanza.

«Chiudi gli occhi» Istruì ad alta voce dall'altra stanza.

Sentii dei passi avvicinarsi al divano, e la curiosità prese il sopravvento delle mie emozioni.

«Aprili» Aveva in mano un mazzo di rose rosse.

Mi. Ha. Comprato. Delle. Rose. Rosse.

«T-ti piacciono?» La sua voce tremolante, che non avevo mai sentito.

Presi le rose e le appoggiai sul tavolino di vetro.

«Siediti» Istruii seria.

Mi guardò preoccupato, non appena il suo corpo aderì al divano.

«Spiegami perché sei così» Portai una mano alle tempie.

«Non ti piacciono vero? Cazzo, lo dovevo immaginare che tu non eri una da queste smancerie» Scosse la testa, protendendosi verso le gambe, unendo le mani.

«Spiegami per quale motivo, tu sia così perfetto e dannatamente adatto a me» Alzò lo sguardo verso di me.

«Sei una stronza! Mi hai fatto sentire una merda!» Mi prese un gomito portandomi sulle sue cosce.

«Dai, era un piccolo scherzo» Gli tirai un delicato pugno sulla spalla.

«Quindi?» Chiese sorridente.

«Sì» Risposi entusiasta.

«Ah e ho un altro piccolo regalino» Prese dalle rose un piccolo contenitore. Me lo porse.

«Delle pillole anticoncezionali?» Penso che la mia mascella tocchi terra.

«Cosa credevi che avrei continuato a comprare preservativi? Voglio sentirti tutta, piccola» Spiegò tranquillo.

Un attimo, fa recepire al mio cervello quello che è appena successo.

«Devo andare dal ginecologo, devo fare gli esami del sangue.. E come faccio a sapere che queste sono giuste per me? E poi fanno ingrassare, e non voglio ingrassare..» Sto parlando senza sosta.

Impure Love. [z.m.] in revisione.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora