Sento il telefono vibrare e mi sveglio di colpo.
Guardo l'ora sono le 9:25 e mamma mi ha chiamata.
Non le ho ancora detto niente e non so dove troverò la forza per farlo,è passata una settimana da quel giorno in cui mi è crollato il mondo addosso e sono passati due giorni dalla seconda visita.
Non trovo la forza di dirglielo perché farlo sarebbe come ammetterlo ancora una volta e sbattermi in faccia questa realtà cruda è come prendere pugni nello stomaco per me.
Chuck mi ritrova a fissare lo schermo del cellulare,sono li che sto per chiamare mia madre e dirle tutto,ma quando sembro sicura di farlo,chiudo la chiamata.
Ne avrò fatte almeno dieci,ma senza nessun risultato.
"Megan,devi chiamarla prima o poi oppure possiamo andare un giorno io e te a casa e parlargliene faccia a faccia,non senti il bisogno di un abbraccio di tua madre?"
Infondo a casa ci devo andare per forza per prendere tutte le mie cose e nel frattempo potrei parlarle di questo,ma voglio andare da sola.
"Ci andrò oggi pomeriggio,ma voglio andare da sola Chuck"
"Tutto quello che vuoi piccola"
Sono le 15 e prima di uscire di casa mi guardo un'ultima volta allo specchio,tiro su con il naso e mi ricordo di essere forte,ne ho passate così tante già adesso nella mia vita e continuerò a lottare perché una vita piatta non l'ho mai voluta.
Alle 16 arrivo sotto casa,quel cancello quell'erbetta non mi sembra più la stessa e quando infilo le chiavi nella serratura mi accorgo che la casa ha un altro odore.
Un odore di solitudine misto a gioia,che presto svanirà e lascerà solo tristezza.
Mamma mi vede e mi viene incontro abbracciandomi talmente tanto da non farmi respirare,Chuck aveva ragione,era questo quello di cui avevo bisogno.
"Megan tesoro ti ho lasciato mille telefonate,ero così in pensiero,per fortuna ho chiamato Chuck e mi ha assicurato che eri insieme a lui,ma continuo a non capire perché non mi rispondessi,cosa sta succedendo?"
Ed ecco il momento della verità,avrei dovuto parlare a mamma del bambino e del fatto che mi trasferirò da Chuck.
Tutto in un solo colpo,come ha detto la dottoressa non ci sono modi carini per dirlo.
"Siediti mamma ti prego"
Si siede e nei suo occhi noto una morsa di terrore.
"Megan mi stai spaventando,cosa succede?"
"Allora mamma non ci sono modi carini per dirlo,quindi sarò schietta.
Ho perso il bambino e ti prego non chiedermi perché,perché non lo so.
Averlo ammesso di fronte a te già è difficile,non farmi lacerare l'anima così ancora per molto"
Per qualche minuto nessuna delle due parla e io mi ritrovo a fissare il tavolino di cristallo.
"Quale altra notizia mi devi dare Megan?"
"Quando ho scoperto che avevo perso il bambino ero del tutto terrorizzata,spaventata e arrabbiata,sì arrabbiata perché non doveva succedere.
Chuck era li a consolarmi e ho capito solo da allora che anche se ho solo sedici fottuti anni la mia vita mi sta portando a maturare molto velocemente.
Giorni prima Chuck mi aveva proposto di andare a vivere da lui e io ho capito che accettare sarebbe stata la cosa giusta per tutti e due,ma soprattutto per me"
Mamma tira un sospiro lungo e profondo e poi con le lacrime agli occhi mi dice che va bene e che mi ama.
Salgo di sopra a raccogliere le mie cose.
Di una rapida occhiata alla mia stanza,i miei poster attaccati al muro,le foto di danza,lo stereo,le mie prime punte.
Questa camera racchiude tutta la mia adolescenza ed è un bene che la lasci,perché ormai non sono più un'adolescente.
"Il resto delle cose passerò a prenderle più avanti,grazie per la comprensione mamma,ne avevo bisogno,avevo bisogno di vederti e di un tuo abbraccio"
"Oh Megan,puoi venire quando vuoi questa è ancora casa tua e lo sarà sempre,ricordatelo!
Ci sarà sempre spazio per un abbraccio da parte mia,vieni quando vuoi e non dimenticarti di me,ti amo tesoro"
Le parole di mamma mi fanno scendere le lacrime agli occhi e mi lancio al suo collo abbracciandola come una bambina piccola.
"Ciao mamma,grazie per tutto"
Chiudo la porta e mi ritrovo con uno scatolone ripieno di iPod,cuffiette,i miei libri,qualche vestito e tutti i miei trucchi.
Una macchina si accosta e per un momento mi sento morire,non di nuovo.
Sto pregando in Signore di salvarmi anche questa volta perché non ci sarà un'altra Elly a salvarmi.
È in Italia in vacanza a visitare le meraviglie del paese.
Io sono sola,ancora una volta.
La macchina si avvicina sempre di più e io non riesco a reagire,rimango paralizzata ferma dalla fermata dell'autobus non riesco neanche a parlare.
I vetri sono oscurati e non riesco a vedere chi c'è dentro.
Il tizio all'interno abbassa il finestrino e mi guarda dritta negli occhi.
"Non volevo che prendessi l'autobus piccola"
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|Chuck|
ChickLitNon ho mai scritto libri,ma ho sempre amato leggerli e scrivere lunghe paginate nei temi scolastici. Voglio mettermi un po' in gioco,scrivere una storia che mi faccia un po' sognare,come spero farà a voi. ** Sono sempre stata una ragazza tranquilla...