Il nostro posto.

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Era sabato pomeriggio presto. Eravamo appena tornate dal pranzo ed io insieme alle altre ragazze e Sarah ci siamo riunite in camera mia. Io ero seduta sul letto con il computer sulle gambe per fare delle indagini sul Leone e sulla sua storia. «Grace, che fai?» mi domanda Sarah. Io immediatamente chiudo il computer per non farmi vedere e Thea capisce subito. «Nulla, stava cercando delle cose per me.» s'intromette. Le ragazze annuiscono e io la ringrazio mentalmente per quello che stava facendo per me. «Ah Grace, tu che hai un minimo di rapporto con Leone, sai perché è stato chiamo dal padre?» inizialmente pensavo di non aver capito. Pensavo di non aver tradotto bene infatti «Come scusa?» domando. «Eh, non lo sai?» io faccio ''no'' con la testa e loro mi spiegano che il preside della nostra scuola è il padre di Leone e che l'ha mandato qui per non averlo a casa. Che fosse una cosa vera o delle semplici voci questo non lo sapevo e non potevo tantomeno saperlo ma io volevo, anzi pretendevo sapere di più.

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Alla fine le ragazze sono andate a casa loro, noi abbiamo preferito rimanere in college per trovarci sempre in mezzo a quella meravigliosa famiglia che magari volva passare del tempo da sola. Sento bussare alla porta, apro senza neanche vedere chi fosse. «Allora, iniziamo le indagini?» mi domanda mia sorella. Io annuisco e insieme cerchiamo il nome di Leone su internet. Ad un certo punto sento che Thea salta dal letto prendendo il suo telefono in mano. «È Tobias, mi ha chiesto di uscire.» mi dice. E subito corre nella sua stanza a prepararsi. «Bene Grace, siamo rimaste sole.» mi dico sola continuando a fare delle ricerche sul ragazzo che avevo in testa. Avevo notato che oltre Instagram non aveva nessun tipo di social network. Era molto misterioso quel Leone Lewis. Ho trovato un articolo ''Scandalo in un noto college Londinese''. Lo apro non capendo cosa potesse c'entrare con Leone e incomincio a leggere. ''È qui che la notte del 13 marzo si è spenta la innocente vista di Harry Sparks. Un giovane sedicenne trovato morto nella sua stanza.'' Non capivo come tutto questo centrasse con il nome del ragazzo. Fin quando non ho visto la foto segnaletica di Leone. MI scoppiò il cuore. Non potevo crederci, non poteva essere vero. Il mio Leone era un criminale?
Saldo dallo spavento quando sento bussare alla porta. Ancora sconvolta vado ad aprire la porta. «Leone.» Era lui, con una pizza in mano e un sorriso più bello del solito. «Ehi, sei sconvolta che succede?» mi domanda. Impacciata cerco di nascondere il computer e con molta gioia riesco a chiudere la pagina che stavo cercando. «Senti, so che non dovrei stare qui, ma ti va di passare del tempo insieme.» perché mi stava dicendo questo? Perché mi aveva evitato durante tutta la settimana e giusto giusto durante il week-end mi cercava? «Emh, si entra.» gli dico facendolo entrare. Lui si catapulta al computer e non so per quale motivo. Credetemi, non lo so proprio va direttamente alla cronologia, forse per cercare il link di qualche film o video che stavamo vedendo e vede l'articolo che stavo leggendo. Si alza, prende la sua giacca e sbattendo la porta se ne va. Deluso dal mio comportamento. «Leone, aspetta.» mi metto ad urlare cercando di seguirlo. «Cosa Grace?» mi urla lui fermandosi ad un certo punto. «Scusa» gli dico. «Scusa un bel niente Grace. Ti reputavo la mia unica amica.» mi continua ad urlare. «Lo so, ma non so niente su di te.» continuo ad urlare anche io leggermente innervosita dal suo comportamento. «Eh cazzo, potevi tranquillamente chiedere a me invece di andare su internet. Tu mi hai chiesto mai qualcosa?» mi domanda continuando ad urlare. Per fortuna eravamo solo noi e nessuno era uscito dalla propria stanza per vedere la scena. «Hai ragione.» Stavo parlando quando si rigira e continua ad camminare, io per raggiungerlo incomincio a correre. Quando finalmente lo raggiungo lo fermo per un braccio ma lui per non farsi toccare facendomi cadere a terra. La nostra storia non era iniziata e già era finita. «Leone» urlo io con la voce spezzata dai singhiozzi. «Leone Cazzo!» la mia prima parolaccia. Londra mi stava cambiando e non so se in meglio o in peggio.

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Erano passati dei giorni. Io avevo provato a chiedere più volte scusa a Leone ma non aveva funzionato in quanto non aveva voglia di sentirmi. Entrai nell'aula di letteratura inglese. Speravo con tutta me stessa che fosse tornato. Dato che da qual giorno no lo vedevo neanche in classe.«Signorina Pirozzi.» mi richiama la professoressa. «Si?» domando io. «Dato che lei è tanto amica del signorino Lewis ti dispiacerebbe andarlo a cercare?» mi scoppio il cuore di gioia in quel momento. Mi alzai dalla sedia e corsi fuori dall'aula per andare a cercalo.

Lo cercai in tutta la scuola ma niente. Essendo ora didattica non potevo uscire fuori dall'edificio fin quando non mi venne in mente il nostro posto. Corsi sulle scale e le feci a due a due. Spalancai quelle porte e corsi verso la casa del custode.

Lo vidi li, seduto sul letto che singhiozzava con la testa nelle mani. MI avvicinai piano piano e....

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