- Smettila di guardarti alle spalle, mi fai venire ansia. -
Sbuffò il ragazzo rivolgendo una rapida occhiata alla propria destra, dove l'altro stava camminando con il capo girato il più possibile dietro di sè.
- Ti verrà il torcicollo, non sei mica un gufo. -
Disse ancora Bryan, per poi afferrare l'altro per il braccio e dargli un leggero strattone verso di sè, così che non finisse addosso a un palo della luce.
- Oh, grazie. - Mormorò Walter, accortosi solo vagamente di ciò che gli sarebbe potuto accadere se l'altro non fosse intervenuto. - Comunque non riesco a stare tranquillo, quelle due mi inquietano. -
- Ok, magari sono un po' eccentriche. - Concesse l'altro. - Ma non credo che ci seguirebbero fino a casa. -
- Eppure ti dico che io mi sento osservato. -
Replicò il più basso, fermandosi per rivolgere un'occhiata sospettosa nei dintorni.
Essendo ormai prossimi al tramonto, però, non riuscì a vedere granchè e così alla fine dovette rinunciare.E pensare che se avesse continuato a guardare anche solo un altro po', si sarebbe potuto rendere facilmente conto delle due individue sospette nascoste a neanche cinque metri di distanza dietro dei cassonetti dell'indifferenziata. Essendosi messe lì dietro in fretta e furia, non erano infatti riuscite a sistemarsi bene e così di una sporgeva la sommità del capo e dell'altra il piede sinistro.
- Per un pelo. -
Sospirò Shiro quando, affacciandosi, vide che i due avevano ripreso a camminare.
- Senti, ma questa strada non ti sembra familiare? Eppure siamo lontane dalle nostre case... -
Chiese a quel punto, guardandosi intorno con leggero stupore.
L'altra però neanche la sentì, essendosi già rimessa sulle orme dei due.Il loro pedinamento di quel giorno aveva due obbiettivi principali, oltre chiaramente a quello di raccogliere un qualsiasi tipo di materiale per il capolavoro di Haru, ovvero: scoprire dove vivessero (infatti inizialmente avevano pensato che semplicemente avessero preso due stanze nei dormitori della scuola, ma poi, vedendoli uscire dal territorio scolastico, avevano capito che dovevano essere ospiti di qualche famiglia) e poi, cosa ancora più importante, capire esattamente in che rapporti fossero (cosa chiaramente indispensabile per poter elaborare un qualsiasi tipo di piano d'azione).
Certo, il fatto che tra di loro parlassero in inglese era un vero e proprio ostacolo per le due, tuttavia le innumerevoli serie tv americane viste in lingua originale in qualche modo dovevano aver finalmente dato i loro frutti, dato che, pur non riuscendo ad afferrare ogni singola parola, almeno riuscivano a capire il senso generale della frase."Sono sicura di essermi già nascosta dietro questo albero prima di oggi".
Si ritrovò a pensare l'albina, riuscendo chissà come a riconoscere quella pianta in particolare semplicemente tastandone la corteccia, sempre più curiosa di dove quei due le avrebbero condotte.
Ma nonostante tutti questi dubbi e impressioni, solo quando si ritrovò davanti a quella casa, Shiro capì.
"Andate in quella accanto... Quella accanto... Quella accanto..."
Ma ovviamente Bryan e Walter suonarono proprio il campanello di quella casa.
La casa dello stesso ragazzo che quella mattina, prima che lei da sola riuscisse a trovare i due americani, aveva risposto alla sua domanda con uno sfacciatissimo: "nuovi studenti stranieri, dici? No, non ne so nulla".- Aspetta, ma questa non è... -
Mormorò Haru al suo fianco, essendosi appena accorta di dove si trovassero.
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801 sfumature di bum bum time
Diversos//ottava storia della mia "saga" 'Per Sempre Arcobaleni e Contenti'// Due nuovi studenti arrivati dritti dall'Alaska. Un seme basso e altezzoso. Un uke timido e rancoroso. Una strana ragazza dalla chioma rosa fluo che passa le giornate tra la sala g...