CAPITOLO DUE

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Mancavano solamente due minuti prima dell'inizio della prima ora di lezione di linguistica coreana, e, proprio in quell'esatto momento, entrarono in classe le ultime quattro persone mancanti. In particolare, tra loro si distingueva un ragazzo dalla mascella marcata e i capelli corvino. Non era la bellezza particolare di quest'ultimo ad aver catturato l'attenzione di Taehyung, visto che anche le altre due figure al suo fianco erano altrettanto attraenti, ma il modo tranquillo e fiero con cui era entra in classe, senza vergogna aveva salutato tutta la classe anche se, molto probabilmente, ne conosceva solo una parte, o, chissà, magari poche persone come, addirittura, nessuna, invece. Ma, qualunque fosse stato il numero di persone con cui aveva già parlato, Taehyung aveva capito che a quel ragazzo non interessava. Aveva percepito subito che quell'individuo aveva un carattere forte e carismatico, un tipo che si faceva davvero pochi problemi a parlare con gli altri e anche a mettersi in mostra davanti a tutti. Insomma, Taehyung aveva visto in lui una particolare caratteristica che tanto avrebbe voluto avere: la non vergogna nel conversare e la non timidezza nel farsi avanti per farsi nuove conoscenze. In poche parole, lui voleva la spavalderia di quel ragazzo.

Voi potreste esservi chiesti come Taehyung abbia fatto a capire subito questo piccolo lato del carattere di quel suo futuro compagno di classe. Ma la risposta è molto semplice; al ragazzo seduto vicino alla finestra era bastato osservare il portamento del corvino: postura fiera, spalle dritte ed occhi che non hanno paura di guardare le persone in faccia. Anche la sua voce sicura nel parlare e il suo timbro per niente basso dimostravano la sicurezza che aveva in se stesso; come la naturalezza nel salutare altre venti persone.

Tutto questo affascinò subito Taehyung, che era già pronto a farsi un viaggio mentale e fantasticare su come sarebbe stato se avesse avuto almeno questa piccola caratteristica nel suo carattere. Ma non fece in tempo a perdersi nei sui pensieri, che un uomo di circa quarant'anni, alto e con i capelli scuri, entrò in classe e disse con tono severo e deciso: "Salve a tutti, io sono il professor Kang, l'insegnante di linguistica coreana. Oggi non faremo lezione, essendo il primo giorno di scuola e, soprattutto, la prima ora. Essendo anche il vostro coordinatore di classe, sono stato incaricato di consegnarvi i moduli dei corsi pomeridiani. Ognuno di voi si è iscritto ad un indirizzo liceale specifico, quindi, riceverà una scheda con i corsi appositi per il liceo che ha scelto. Facendo un esempio, il liceo sportivo avrà elencate varie attività motorie e scientifiche che dovrà eseguire. Tutti dovrete scegliere un minimo di tre corsi; chi ne farà di più, riceverà dei crediti che aiuteranno nell'esito finale dei voti all'esame. Vi consiglio di scegliere attentamente quali frequentare, perché non potrete cambiarli nel corso dei prossimi anni; al massimo potrete aggiungerne di nuovi. Con questo, ora vi consegnerò le schede che riportano già il vostro nome, la vostra classe e il vostro indirizzo del liceo". E così fece. Il professore passò per ogni singolo banco e, chiedendo il nome e il cognome, consegnò la rispettiva tabella ad ogni studente.

Appena finì di consegnare i fogli a tutti e venticinque gli studenti, aggiunse, sempre con voce ferma: "Vi lascio venti minuti per pensare e poi segnare i corsi di vostro interesse. Alla fine del tempo, vi chiamerò uno alla volta qui alla cattedra, così mi consegnerete i fogli che oggi stesso andrò a depositare in segreteria. Poi, ognuno di voi si presenterà alla classe, così avrete tutti la possibilità di parlare e presentarvi tra di voi. Come ultima aggiunta, vorrei dire che i corsi pomeridiani inizieranno tra due settimane, per dare il tempo alle segretarie di creare le classi e collocarle ciascuna in un preciso orario che vi verrà comunicato da me lunedì prossimo a questa stessa ora, attraverso un modulo della segreteria che dovrete far firmare ai vostri genitori per confermare che sapranno dove sarete in quei momenti e sotto quale tutela; vale a dire quella dei vostri insegnanti del pomeriggio. Il modulo dovrà essere consegnato alla fine della settimana prossima, così tra due settimane potrete iniziare i vostri corsi. Chi non lo consegnerà in tempo non potrà frequentare le classi pomeridiane, ma verrà considerato come assente e, quindi, le ore perse saranno aggiunte alle ore di assenza. I corsi li potrà iniziare solo quando avrà riportato il foglio con la firma di almeno un genitore. Vi raccomando, di conseguenza, un minimo di responsabilità e puntualità. Se avrete domande, potrete farle la prossima volta che ci vedremo; vale a dire, domani alla terza ora, dopo la prima pausa. Con questo ho finito. Buon lavoro".

I venti minuti passarono in fretta ed arrivò il momento delle presentazioni. Quando toccò a Taehuyng, il cuore gli batteva all'impazzata e l'agitazione che aveva in corpo gli faceva fischiare le orecchie. L'unica cosa che voleva era scappare o sotterrarsi da qualche parte; ma sapeva benissimo che era impossibile che una delle due cose si avverasse. Quindi, si alzò dal suo posto, andò a consegnare la scheda al professore per poi girarsi verso la classe ed iniziare a parlare brevemente e velocemente: "C-ciao a tutti. Il m-mio nome è K-kim Taehyung, come è g-già stato detto d-dal professore. S-spero di fare la vostra c-conoscenza". La sua presentazione fu a malapena udibile, a causa del timbro basso che aveva usato. Almeno nessuno, grazie al cielo, notò come il ragazzo stesse tremando dall'agitazione. O saarebbe meglio dire, in realtà, che quasi nessuno notò il suo tremolio e la sua insicurezza. Il ragazzo corvino lo aveva osservato attentamente ed aveva notato tutta quell'agitazione. Ed, a primo impatto, lo aveva subito giudicato negativamente. Non sopportava le persone deboli, timide, ma, soprattutto, poco chiare. E quel Kim Taehyung non aveva parlato per niente in modo chiaro. Per non parlare dell'insicurezza palese che aveva mostrato ad andare a sedersi: capo chino, spalle ricurve e mani e gambe leggermente tremanti. Dimostrazione di fragilità e debolezza, secondo il corvino. Sapeva di non doversi fare subito delle idee anticipate sugli sconosciuti, ma gli era troppo difficile non seguire i suoi pregiudizi. Era a conoscenza di questo suo difetto, però gli era impossibile non farsi influenzare, anche solo quel minimo, dalle apparenze. E quel ragazzo gli risultava così debole e fragile che proprio non riusciva a non giudicarlo e a non classificarlo come persona che, probabilmente, non avrebbe sopportato. Con questo, non significava che non gli avrebbe dato possibilità di farsi conoscere. Ma sapeva, già da subito, che, a causa dei suoi pregiudizi, avrebbe faticato a cambiare idea su di lui. Si meravigliò, però, di come gli fosse bastato un piccolo discorso appena udibile e una camminata per tornare a posto, per etichettare un ragazzino - modo naturale che gli veniva in mente per chiamarlo in caso si fosse dimenticato del suo nome - come 'apparentemente non sopportabile'; di solito doveva parlare direttamente almeno una volta con le persone per classificarle attraverso i suoi pregiudizi ed inserirle nelle sue liste mentali - ad esempio, colui che 'sicuramente gli starà simpatico', quello che 'consulterà in caso di necessità', quello 'sopportabile', quello 'non sopportabile', quello 'antipatico', eccetera -. Ma ci passò sopra e continuò ad ascoltare le presentazioni. Il prossimo sarebbe stato uno che conosceva già, visto che era suo amico dalle elementari ed erano cresciuti nello stesso quartiere.

Taehyung andò a sedersi con la testa bassa e tutto tremante. Era stato un enorme sforzo per lui parlare davanti ad un'intera classe, quando faticava già a parlare con una persona singola. Dopo di lui, era il turno di uno dei ragazzi entrati assieme al corvino. Il suo nome era Kim Yugyeom e si presentò come un ragazzo semplicemente solare e amante delle lunghe chiacchierate. Dopo un po' di turni, l'attenzione di Taehyung si rivolse totalmente al nuovo ragazzo pronto a presentarsi davanti a tutta la classe. Era il famoso corvino che, con la sua postura fiera e lo sguardo rivolto a tutti i presenti, iniziò a parlare con voce sicura: "Ciao a tutti, il mio nome è Jeon Jungkook. Sono originario di Busan, ma vivo in questo quartiere da dieci anni ormai. Sono nato il primo settembre del 1995. È un piacere fare la vostra conoscenza". Si fermò, come per creare un apposito e studiato momento di pausa, continuando a fissare tutti, per poi riprendere: "Spero di riuscire a conoscere ognuno di voi e a diventare vostro amico. Confido nel fatto che, comunque vadano le cose tra me e ogni singola persona di questa classe, riusciremo ad essere né più né meno buoni compagni e una buona sezione, pronti a sostenerci l'uno con l'altro. Con questo, prendetevi cura di me, come io farò con voi". E così finì il suo discorso, per poi tornare a sedersi sempre con quell'andatura sicura e quello sguardo fiero. Inutile dire che Taehyung ne rimase nuovamente affascinato.

Verso la fine dell'elenco, si presentò l'altro ragazzo che aveva accompagnato il corvino nella sua entrata in classe all'inizio dell'ora. Il suo nome era Park Jimin, anche lui originario di Busan, ma residente nel distretto di Gangnam da molti anni ormai. Nato il tredici ottobre del 1995. Si presentò come un ragazzo dolce e tranquillo, ma, non per questo, meno sicuro e deciso di Jungkook. Certo, non aveva il carisma e la fierezza di quest'ultimo, ma la sicurezza e la determinazione nello sguardo e nel portamento non gli mancavano. E anche lui, anche se meno del corvino, riuscì a catturare l'attenzione di Taehyung che tanto avrebbe voluto avere almeno un briciolo del loro carattere.

INFORMAZIONE

Gli anni di nascita di alcuni personaggi li ho dovuti modificare, come avrete potuto notare dalla presenza di Jungkook e Yugyeom, i quali li ho fatti nascere entrambi nel 1995 come Taehyung e Jimin.

Vera

Heart or Mind? - KookVDove le storie prendono vita. Scoprilo ora