CAPITOLO SETTE

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"Allora ragazzi, come formiamo le squadre?" chiese un Hoseok tutto eccitato.

"Io direi di fare sasso, carta e forbici. Quando tre di noi otterranno lo stesso segno, allora sarà formata la prima squadra, e la seconda sarà composta dai rimanenti. Siete d'accordo?" propose Jimin, in risposta alla domanda di Hoseok.

Tutti concordarono con ciò che aveva proposto il rosso ed iniziarono il gioco. Dopo varie risate, prese in giro e urla perché non riuscivano a formare una squadra, Taehyung, Jungkook e Jisoo ottennero tutti carta e formarono il primo gruppo; mentre il secondo venne formato dai ragazzi rimanenti, vale a dire da Jimin, Hoseok e Yugyeom. Inutile dire quanto fosse agitato l'arancione. L'idea di fare figuracce o, peggio, di far perdere la sua squadra, non gli piaceva per niente. Tralasciando il fatto che, per di più, fosse pure con Jungkook che, poco prima, aveva addirittura finito di dichiarare quanto odiasse perdere.

Jimin e Jisoo fecero nuovamente carta, sasso e forbici per decidere quale delle due squadre avrebbe iniziato la sfida e, tra i due, fu la ragazza a vincere. Jungkook fu il primo a tirare la boccia e, come tutti si aspettavano, fece subito strike. Il secondo a tirare fu Jimin che, invece, fece cadere sette birilli su dieci, così tirò la seconda volta, grazie al tiro supplementare concesso dal regolamento, per cercare di buttare giù i tre restanti; purtroppo, senza successo. Jisoo fu la successiva a tirare e, sorprendendo tutti, fece anche lei strike, portando molto in vantaggio la sua squadra. Sia chiaro, anche lei stessa rimase sorpresa dal risultato del suo lancio. Dopo toccò a Yugyeom che, come tutti avevano sostenuto precedentemente mentre avanzava a prendere la palla, fece strike. E, dopo quest'ultimo tiro, arrivò il turno di Taehyung.

Durante l'attesa, l'arancione aveva sudato freddo tutto il tempo a causa di tutta quell'agitazione che stava provando e che saliva sempre di più all'avvicinarsi del suo turno. Tutto tremante, prese la palla e si incamminò alla pista per poter lanciare l'oggetto. Cercando di imitare le posizioni adottate dagli altri, tirò la boccia sulla pista in legno e verso i birilli infondo ad essa. Appena la palla scivolò dalle sue mani, sentì dietro di sé un'esplosione di risate e delle voci dire "Ma che posizione sarebbe quella?", "E come hai lanciato la palla?", "Ma hai mai giocato a bowling?". Probabilmente erano Hoseok e Yugyeom che, senza rendersi conto di quanto potessero abbattere l'umore dell'arancione, lo prendevano in giro bonariamente, proprio per far fare due risate a tutti. La boccia, in ogni caso, mancò tutti i birilli, uscendo direttamente dalla pista. Taehyung, in tutto quello, abbassò il capo per non fare notare a nessuno il suo rossore e gli occhi lucidi, poi fece velocemente il secondo tiro concessogli, con ancora in sottofondo le risatine degli altri. Quando ebbe fatto,  tornò a sedersi senza guardare nessuno in faccia.

"Dai, Taetae, non preoccuparti. Ci stiamo facendo solo due risate, non ci interessa se sei capace o no a giocare. Quindi non abbatterti" disse dolcemente Jisoo, capendo subito lo stato d'animo del ragazzo, dopo aver intravisto le labbra inarcate verso il basso e il tremore del suo corpo. In seguito aggiunse: "Dai ragazzi, smettiamola ora. Quindi, forza, tocca a te Hoseok. E, per la cronaca, dovresti smetterla di ridere visto che non sarai tanto meglio di Taehyung".

"Oooh, sta' zitta. Guarda che tu hai avuto tutta fortuna e basta" rispose a tono Hoseok, continuando né più né meno a ridacchiare. "Comunque hai ragione, ora tocca a me. Fate largo ai pazzi, gente!" urlò in seguito il castano, causando un'altra ondata di risate.

Intanto, Taehyung era ancora abbattuto per prima. Si sentiva così umiliato dagli altri che, senza rendersene conto, avevano sottolineato sia la sua ignoranza in quello sport che le sue basse capacità fisiche; facendolo sentire così imbranato e, addirittura, stupido. Probabilmente altre persone lo avrebbero ritenuto esagerato, visto che era stato sottolineato che gli altri stessero solo scherzando. Ma Taehyung era un ragazzo veramente sensibile e, purtroppo, percepiva diversamente queste situazioni, più che altro perché si scherzava su di lui e non su un qualcosa che era accaduto sul momento, come un evento divertente o una situazione imbarazzante. Mentre l'arancione era intento a trattenere le lacrime di vergogna, Hoseok aveva fatto il suo lancio, adottando una postura strana che doveva andare a ricordare la posizione della gru, e tutto questo solo per risultare ridicolo e far ridere tutti. Facendo questo, però, riuscì solo a buttare a terra due birilli. 'Sempre meglio di ciò che ho fatto io' pensò Taehyung.

Al termine del primo turno, la squadra composta da Jisoo, Jungkook e Taehyung era comunque in vantaggio di un punto rispetto agli altri. Così ripartirono per dare inizio al secondo turno. Jungkook e Yugyeom fecero di nuovo strike; mentre Jimin e Jisoo buttarono giù rispettivamente otto e sei birilli. A quel punto, arrivò nuovamente il turno di Taehyung che, però, non se la sentiva davvero di riprovarci. E questo perché sapeva che non sarebbe più riuscito a trattenere le lacrime, in caso di altre prese in giro. Di conseguenza, iniziò a dire con voce debole e tremante: "R-ragazzi, p-preferirei saltare i-il turno. Insomma, p-penso si sia n-notato c-che sono un i-incapace in questo g-gioco, quindi d-direi di l-lasciarmi f-fuori".

"Vorresti arrenderti in questo modo codardo?". La voce che si elevò nel silenzio creatosi dopo le parole dell'arancione non apparteneva a nessun altro se non a Jungkook. E non aveva usato per niente un tono dolce o incoraggiante. Anzi, si poteva benissimo percepire il disgusto e il fastidio che provava per quella situazione. Sentimenti negativi che non sfuggirono a nessuno, nemmeno a Taehyung, rendendo l'aria tesa e pesante attorno a tutti. Quest'ultimo, infatti, abbassò subito la testa perché sentiva che ormai le lacrime sarebbero sgorgate come fiumi dai suoi occhi, anche se, compiendo quel gesto, sarebbe risultato comunque inutile, visto che se si fosse messo a piangere tutti lo avrebbero capito.

"È-è solo c-che t-tanto non s-so giocare. V-vi farei s-solo p-perdere e, i-inoltre, non m-me la s-sento i-io e b-basta" rispose quasi singhiozzando, mentre, nella sua testa, pensava a quanto avrebbe voluto andarsene da lì.

"Solo per 'sta stupidata ti tiri indietro? Mi sembra che Jisoo, prima, abbia sottolineato come non ce ne possa fregare di meno se sai giocare o no. O mi sbaglio?" affermò il corvino, veramente irritato dall'atteggiamento da codardo di quel ragazzo. Davvero, non riusciva proprio a sopportare le persone così deboli. Vederlo lì, tremante, impaurito e pronto a sottrarsi ad una sfida che, per di più, era, alla fine, solo un gioco, lo faceva infuriare. E, pensando a questo, nello stesso tempo si chiedeva come avrebbe fatto in futuro ad affrontare il mondo là fuori, nel quale avrebbe trovato ostacoli più ardui e difficili e nel quale avrebbe dovuto lottare per avere ciò che voleva e desiderava; per avverare i suoi sogni.

"I-io...". Taehyung, ormai, non riusciva più a parlare talmente era tanta la vergogna che stava provando. Aveva capito il perché Jungkook si fosse così tanto irritato; alla fine si vergognava anche per quello stesso motivo: l'incapacità di fregarsene del giudizio delle persone e di giocarsi comunque il tutto e per tutto, spensieratamente. Un po' come stava facendo Hoseok che, come lui, non era per niente un asso in quello sport, ma, nonostante tutto, si divertiva e faceva ridere gli altri. "I-io....Mi d-dispiace!" urlò Taehyung, sopraffatto dalle troppe emozioni e, ormai lacrimante, decise di voltarsi ed incamminarsi verso l'uscita del centro commerciale, per poter tornare a casa. 'Che figura da bambino idiota che ho fatto' pensò Taehyung mentre usciva dalla sala da bowling.

"Quindi te ne vai in questo modo?!" urlò una voce dietro di lui. "Non provi neanche a dimostrare che non sei così codardo?" continuò a parlare Jungkook, che aveva deciso di seguirlo.

"T-ti p-prego. S-smettila" rispose piangendo Taehyung, mentre si era fermato, rimanendo girato di spalle. "T-tu n-non p-puoi c-capire, q-quindi s-smettila" continuò a dire, sempre singhiozzando e con voce quasi inudibile.

"Non smetterò. Anzi, farò di meglio. Ora tu tornerai dentro con me e prenderai quella cazzo di boccia e farai il tuo tiro" rispose Jungkook con una voce più calma, visto che si trovava a neanche mezzo metro di distanza dalle spalle di Taehyung.

"N-non v-voglio. N-non m-me l-la s-sento" rispose testardamente l'arancione, mentre cercava di regolarizzare il respiro e calmare il suo pianto.

"Taehyung, ti aiuterò io" insisté il corvino, lasciando senza parole e con il respiro bloccato in gola il ragazzo ancora piangente e girato di spalle.

Jungkook prese Taehyung per il polso destro con la sua mano sinistra e lo fece girare verso di sé e, adottando un timbro di voce più dolce - visto che, nonostante l'irritazione che aveva provato per il comportamento avuto dall'arancione, si sentiva comunque maledettamente in colpa per averlo fatto piangere in quel modo -, gli ripeté: "Ti aiuto io, okay? Ora calmati che poi andiamo di là e continuiamo la partita. Va bene?".

Taehyung annuì in risposta e, grazie al tono dolce e pacato del corvino, riuscì pian piano a calmarsi e, assieme a Jungkook che lo teneva ancora per il polso, si diresse di nuovo nella sala da bowling per poter completare il suo turno.

Heart or Mind? - KookVDove le storie prendono vita. Scoprilo ora