6- Paris, Pigalle (IX arrondissement)

40 3 2
                                    

La testa le doleva, mentre il suo stomaco la costringeva a buttare fuori tutto quello che aveva ingerito qualche ora prima.

Romy alzò la testa dal water tentando di riprendere fiato.

Era parecchio tempo che non le capitava di stare così male.

Una nuova boccata la costrinse a mettere di nuovo giù la testa mentre finiva di rigettare tutto l'alcol che aveva in corpo.

Quando fu sicura che il suo stomaco fosse vuoto si alzò da terra, ma le gambe le cedettero costringendola a terra.

Non cambierà mai nulla.

Si alzò a fatica con la testa che girava e le gambe malferme.

Detestava ridursi in quello stato, eppure, allo stesso tempo, non riusciva a farne a meno.

Secondo alcuni suoi registi, Romy era fantastica sul set, ma anche autodistruttiva.

La donna sorrise appena ricordando quella definizione.

Autodistruttiva, eh? Forse avevate ragione.

Alzò lo sguardo verso lo specchio.

La superficie liscia le rimandò il riflesso di un viso leggermente verdognolo, gli occhi erano gonfi, con profonde occhiaie nere, segno evidente che aveva bisogno di una bella dormita.

Il sole del pomeriggio entrava dalle finestre del suo appartamento, ma lei non aveva voglia di uscire.

Si sciacquò il viso con dell'acqua gelida, sperando di recuperare un po’ lucidità, ma il tentativo fallí miseramente.

Si sdraiò sul divano osservando il soffitto dell'appartamento aspettando che la sensazione di debolezza, che accompagnava sempre il post - sbornia, si attenuasse.
La testa le girava e una fastidiosa sensazione di vertigine non le dava tregua.

Forse erano dovute alla debolezza e al fatto che non aveva mangiato nulla.
Avrebbe dovuto mangiare prima di bere.
Socchiuse gli occhi sperando di attenuare le vertigini, ma riuscì solo a peggiorare la situazione.

Aveva voglia di urlare e di distruggere tutto quello che le capitava a tiro, invece non fece niente di tutto questo, si limitò a restare lì, sdraiata sul divano.

La sua rabbia, verso se stessa era enorme, si rimproverava di continuo per le sue azioni verso coloro che le volevano bene, ma non riusciva a comportarsi diversamente.

Questo aumentava la sua frustrazione.

Frustrazione che lei sfogava nel bere e non solo.

Quando era più giovane, prima di conoscere Alan, oltre a girare per locali notturni per bere, in alcuni casi si era anche esibita, sotto la falsa identità di Lucy Jones e per l'occasione aveva indossato una parrucca rosa fosforescente.

Per sua fortuna, nessuno, a parte lei, sapevano di quelle sue nottate brave sotto falsa identità.

La sua abilità ad inventare personaggi era molto sviluppata già allora, visto la sua abitudine di scrivere sotto pseudonimi.

Lucy Jones era solo uno dei suoi moltissimi alter ego che, neanche le persone a lei più vicine, conoscevano.

Era divertente cambiare identità.

Da quelle notti passate sotto falso nome, ricche di alcool e sesso, Romy ricordava poco, anche se aveva trovato tracce di quello che era successo nei suoi molti diari.
Tanto di aver deciso di pubblicare un libro :

I pensieri inconfessabili di Lucy Jones che Romy aveva firmato proprio con il nome del suo alter ego in modo da non essere ricollegata alla ragazza dai capelli rosa.

Non si rese conto del tempo che passava, ma, dopo un po’, decise che non poteva restare lì, sdraiata a rimuginare per sempre così decise che si sarebbe fatta una lunga passeggiata fino all'Opera.

Si alzò dal divano e si cambió per la terza volta in una giornata recuperò la borsa e uscì.

Mentre si tuffava nel traffico parigino la sua mente volava lontano, alla nascita di Anastasija.

Dopo due anni dal suo matrimonio con Alan Aronofsky, Romy aveva scoperto di essere incinta.

Quella era stata la notizia più bella che avesse mai avuto.

Tuttavia era preoccupata che i suoi vizi potessero provocare danni al nascituro, infatti si era messa d'impegno per riuscire a diminuire i suoi problemi con l'alcool.

Ci era riuscita, almeno fino alla nascita della bambina.

Alan aveva voluto chiamare la bambina Anastasija, come primo nome, perché uno dei suoi significati era Resurrezione. Un nome abbastanza illustre, visto che era quello della Gran Principessa Anastasija Romanova, figlia dello zar Nicola II Romanov.

Nonostante quel nome, illustre, Romy aveva voluto dare alla bambina anche due nomi francesi.

Tenere tra le braccia il corpicino di Anastasija era stato bellissimo.

Vista la sua carriera aveva cercato di proteggerla dai media.

Era stato difficile, ma lei e Alan ci erano riusciti e i risultati ottenuti da Anastasija ne erano la prova.

Sospirò affondando le mani nelle tasche.

Era tornata in Francia per una ragione o almeno pensava di avere una ragione, tentare di ritrovare la via via giusta, ma ora non ne era più così sicura.

Dopo aver girato il film su Elisabetta d'Austria si era sentita soddisfatta, ma allo stesso tempo impaurita.

Non era la prima volta che passava dietro la macchina da presa, ma quello era un progetto molto ambizioso, e lei aveva una paura terribile di aver fallito.

Buffo, vero?

Una come lei che sembrava tanto forte in realtà era debole.

Jude le avrebbe detto che questa paura poteva essere una diretta conseguenza del successo ottenuto troppo precocemente.

Forse aveva ragione.

Alzò lo sguardo verso l'enorme teatro e pensò che non le avrebbe fatto male tornare lì dentro dopo molti anni.

Chissà se la sua migliore amica ballava ancora lì.

Angolo Autrice : Eh vi aspettavate che Romy avesse così tanti personaggi creati per certe situazioni? Cosa ne pensate di lei? Avete qualche idea su chi sia questa amica che Romy vuole incontrare in teatro? 😉 😉 Fatemi sapere :)

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Angolo Autrice : Eh vi aspettavate che Romy avesse così tanti personaggi creati per certe situazioni? Cosa ne pensate di lei? Avete qualche idea su chi sia questa amica che Romy vuole incontrare in teatro? 😉 😉 Fatemi sapere :)

Mi chiamavano Romy Parker //WATTY2019 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora