9 - Paris, Quais de Seine (V arrondissement)

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-Nonna non so come mai, ma, da quando la mamma è venuta a Parigi, non sono tranquilla per niente - Anastasija proferí quelle parole, mentre camminava lungo rue de la Bûcherie, non lontana da Place St.Michel.

Aveva lasciato da tempo la boutique, dove stava tentando di fare shopping, senza successo, anche perché, nemmeno stare in mezzo a tutto quel lusso, l'aveva aiutata a distrarsi dalla sensazione di disagio che la pervadeva da quando aveva raggiunto la madre in Francia.

-Ti capisco, tesoro, ma, come ben sai, Romy è uno spirito libero, e noi che le vogliamo bene viviamo in continua agitazione, perché la conosciamo e temiamo che possa farsi del male. Però non possiamo nemmeno soffocarla con le nostre attenzioni, rischieremmo, in questo modo, di farle ancora più male - come sempre Debora era la voce della ragione, oltre che una nonna sempre presente e attenta, nonostante i chilometri di distanza.

Anastasija si grattò la testa pensierosa, cercando di afferrare il concetto che sua nonna stava tentando di farle capire.

-Temo di non riuscire a comprendere.

Debora sorrise appena. La ragazza si soffermò a osservare i lineamenti della nonna, induriti dal tempo e dall'età.
I capelli bianchi sembravano una nuvola soffice, gli occhi castani quasi neri la osservavano dolci e compresivi.

Anastasija si immaginava le dita nodose della donna, ormai vicina ai novanta, tamburellare sul legno del tavolo installato sul balcone della sua casa che dava sulla costa, come se stesse tenendo il ritmo dei pensieri.

-Non preoccuparti, tesoro lo capirai quando lo vorrà il tempo, che ne dici di distrarti un attimo, magari con un bel libro? Sai il tuo ragazzo mi ha mandato delle foto bellissime di una libreria vecchio stile, perché non lo raggiungi, sono certa che a lui farebbe piacere e aiuterebbe te a distrarti dal pensiero di Romy.

La ragazza soppesò le parole della nonna per poi capire che era la soluzione migliore, anche perché continuando a rimuginare non avrebbe ottenuto nulla.

-Buona idea, nonna, credo che farò così.

Debora sorrise da dietro lo schermo annuì con energia.

-Come si chiama la libreria?

-Shakespeare and Company.

Anastasija sussultò a quel nome, si ricordò che quello era il nome della libreria preferita dai suoi genitori e anche da Matias.

-Allora ci andrò, grazie, nonna - Sorrise la ragazza.

-Figurati, piccola mia - con un sorriso Debora staccò la chiamata.

Anastasija si sentiva molto meglio, forse doveva proprio parlare con la nonna affinché il malumore sparisse.

La libreria di cui parlava Debora comparve appena Anastasija superò l'imponente chiesa di Notre Dame.

I turisti sciamavano intorno alla cattedrale per catturare con le macchine fotografiche ogni dettaglio.

Ad Anastasija, Notre Dame, aveva sempre fatto paura per via della sua imponenza, ma anche per le storie che ne giravano intorno.

La giovane sentiva una sorta di paura scuoterla, come tutte le volte che era troppo vicina a quel luogo.

Si riscosse da quei pensieri per poi riprendere a camminare verso la libreria di cui le aveva parlato la nonna.

La facciata era dipinta di verde con tre porte e una grande vetrina dove si vedevano molti titoli in inglese, la scritta Shakespeare and Company in legno campeggiava sopra la porta principale dando un senso di calore e ospitalità.

Mi chiamavano Romy Parker //WATTY2019 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora