8 -New York, Lower East Side

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Jude appoggiò il telefono sulla scrivania sospirando pesantemente.

Il suo ufficio a Lower East Side era invaso dalla luce aranciata del sole del crepuscolo che dava un senso di nostalgia a tutto l'ambiente.

L'ufficio si trovava in uno dei grattacieli più moderni del quartiere, era spazioso con una scrivania nera lucida, l'arredamento moderno faceva ben comprendere il carattere del suo proprietario.

Vi erano anche scaffali ingombri di foto, riviste, ritagli di giornali e oggetti di ogni tipo.

Jude sperava che la sua protetta gli rispondesse, ma, man mano che passavano le ore, si rendeva conto che Romy lo aveva ignorato per l'ennesima volta.

Ancora una volta si domandò per quale motivo non l'avesse ancora abbandonata a sé stessa.

Dentro di lui sapeva che non ci sarebbe mai riuscito, teneva troppo a lei.

Sulla scrivania, oltre al computer e altri documenti vi erano le foto di sua moglie Kelly e dei suoi figli, Nathan, Edward, Anna e Mark.

Considerava Romy alla stregua di una sorellina e gli dispiaceva che fuggisse così da lui.

Il suo telefono vibrò e, per un millisecondo, sperò che fosse la sua protetta, ma rimase assai deluso nel constatare che non era Romy, ma Monique.

Infatti era stato Jude ha mantenere i rapporti con la madre dell'attrice, informandola di tanto in tanto sui successi della figlia.

Non era raro che Monique lo chiamasse, tramite Skype, ma, in quel momento non aveva voglia di aver a che fare con quella donna.

Monique non aveva mai goduto della simpatia di Jude, anche perché era colpa sua se Estelle/Romy era così inquieta e sempre in fuga da tutti.

Inoltre, Jude doveva affrontare anche un'altro problema.

Vi erano, infatti, dei problemi con i finanziamenti per il film sui Romanov che Romy voleva girare.

L'uomo non era ancora riuscito a dirlo alla sua protetta, anche perché non rispondeva.

Aveva una mezza idea di chiamare Anastasija per informare almeno lei, ma comprese che nemmeno la ragazza sarebbe riuscita a rintracciare Romy, se la donna non voleva farsi trovare.

Il suo telefono non aveva smesso di suonare nemmeno per un secondo, segno che Monique non aveva intenzione di arrendersi.

Ignorò la chiamata tentando di tornare a concentrarsi sul copione che gli era stato mandato dal suo amico Josh Murray, scritto da una sceneggiatrice emergente della quale non sapeva il nome, in quanto Josh non aveva voluto comunicarglielo.

La storia era veramente bella, molto coinvolgente con una protagonista forte e intelligente, ma con quella dose di fragilità che la rendeva umana.

Jude si passò una mano tra i capelli rossicci, tra i quali spuntava qualche ciocca bianca.

I lineamenti affilati erano nascosti dalla folta barba, mentre gli occhi grigiazzurri fissavano le pagine di quella sceneggiatura che si faceva via via più avvincente.

La storia si concludeva con un finale aperto, facendo intendere a Jude che ci sarebbe stato un seguito.

Sarebbe stato bello fare avere quel copione alla sua protetta.

Ma, molto presto il suo sguardo venne di nuovo catturato dai fogli in elegante carta intestata della casa di produzione che avrebbe dovuto produrre il film sui Romanov di Romy.

L'amministratore delegato lo informava che, a seguito di alcuni investimenti finanziari sbagliati, non potevano più prendere parte al progetto.

Jude non sapeva cosa fare, e non poteva certamente dire loro che non potevano tirarsi indietro ora che mancava così poco all'inizio delle riprese.

Non che non ci avesse provato, ma era stato tutto inutile, la società si era chiamata fuori.

-Accidenti, Romy, dove sei ora che ho bisogno di te? - mormorò l'uomo prendendosi la testa tra le mani.

Prese di nuovo il telefono e compose il numero di Romy per l'ennesima volta.


Angolo Autrice : Dopo mesi sono riuscita ad aggiornare anche se il capitolo è abbastanza corto, questa volta passiamo dall'altra parte dell'oceano, cosa ne pensate di Jude? 😉

Mi chiamavano Romy Parker //WATTY2019 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora