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<<C'è il piacere dell'atto matrimoniale Jongdae>>

«Non so niente del piacere, mio signore, ma mi è molto familiare il senso di delusione.»

«Pensi che sarò io deluso, o che lo sarai tu?»

«Lo saremo tutti e due», rispose Jongdae. «Poi tu ti arrabbierai. È davvero meglio se mi lasci solo.»

Non intendeva certo accettare la proposta. Sembrava che Jongdae sapesse già tutto. Non ebbe bisogno di chiedergli come si fosse fatto una simile opinione. Era ormai evidente che il primo marito doveva averlo maltrattato. Sembrava così dannatamente innocente e vulnerabile. Minseok pensò che era un peccato che Seungwoon fosse morto. Gli sarebbe piaciuto ucciderlo.

Non poteva comunque cambiare il suo passato. Tutto quello che gli era possibile fare era concentrarsi sul loro presente e futuro insieme. Si chinò a baciargli la fronte. Fu un piacere vedere che non sussultava né si ritraeva.

«Questa per te sarà la prima notte...»

Stava per spiegargli che sarebbe stata la loro prima notte insieme, un nuovo inizio per entrambi, ma Jongdae lo interruppe.

«Non sono vergine, mio signore. Seungwoon è venuto tante volte nel mio letto durante il nostro primo anno da sposati.»

Quella affermazione risvegliò la sua curiosità. Si appoggiò indietro e lo fissò negli occhi. «E dopo il primo anno?»

«Andava con altri. L'avevo deluso molto. Non c'è nessuno da cui tu possa andare?»

Quella possibilità sembrava sollevarlo. Lui non sapeva se offendersi o esserne divertito.

«Non voglio altri»

«Perché no?»

Ebbe addirittura la sfrontatezza di mostrarsi imbronciato. Quella conversazione gli sembrava a dir poco bizzarra. Sorrise e scosse la testa. «Perché voglio te.»

Lui sospirò. «Suppongo sia tuo diritto.»

«Sì, lo è.»

Minseok scostò le coperte. Jongdae si ricoprì bruscamente. «Solo un momento, per favore», gli disse. «Prima che cominci vorrei farti una domanda importante.»

Lui si accigliò e l'altro abbassò lo sguardo per non mostrargli il proprio crescente timore nell'attesa di una risposta.

«Qual è la domanda?»

«Vorrei sapere che cosa succede quando sei deluso.» Osò guardarlo di sfuggita negli occhi, poi si affrettò ad aggiungere: «Così potrei prepararmi».

«Non sarò deluso.»

Lui non parve credergli.

«Ma nel caso lo fossi?» insistette.

Lui cercò di non perdere la pazienza. «In quel caso potrei prendermela solo con me stesso.»

Lo fissò per un istante prima di allentare la rigida presa sulle coperte. Sempre guardandolo, si portò le mani sul ventre e chiuse gli occhi. L'espressione rassegnata sul suo volto lo fece vibrare di frustrazione.

Era inevitabile, suppose. Avrebbe fatto a modo suo, e Jongdae era abbastanza intelligente da capirlo.

Non era terrorizzato. Jongdae ricordava il dolore connesso all'atto sessuale; certo non attendeva con gioia quel terribile disagio, ma sapeva che non sarebbe stato insopportabile. Non l'avrebbe ucciso. Aveva già superato prima lo stesso tormento, si ricordò, e poteva farcela anche ora. Sarebbe sopravvissuto.

«Va bene, mio signore. Sono pronto.»

Dannazione era esasperante. «No, Jongdae», disse in un lento e roco sussurro.

Between two worldsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora