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La prima cosa che notò Jongdae scendendo al piano inferiore il mattino dopo fu il suo libro completamente distrutto. Il colpevole era occupato a masticare una pagina.

Dogo capì di essere stato colto in flagrante. Quando Jongdae gridò il suo nome e si avviò dalla sua parte, cercò di strisciare sotto una sedia, che però si rovesciò cadendo rumorosamente a terra. Dogo cominciò a latrare e Baekhyun giunse di corsa dalla dispensa.

Il cane sembrava un demonio liberatosi dall'inferno. Il terribile abbaio che emetteva poteva scuotere le travi. Baekhyun era terrorizzato. Anche se l'animale non gli prestava alcuna attenzione, fu estremamente cauto nel chinarsi a raccogliere quello che restava del libro.

Jongin e Chanyeol udirono entrambi il frastuono ed entrarono di corsa. Si fermarono impietriti sul gradino più alto. Minseok era alle loro spalle. Si fece strada tra i due uomini e scese.

Jongdae era impegnato in una lotta con Dogo. Il cane stava vincendo. Jongdae tentava con tutte le forze di strappargli dalla bocca ciò che restava del libro. La sua preoccupazione era che l'animale potesse soffocare nel tentativo di inghiottire il tutto.

Jongdae perse l'equilibrio e cadde all'indietro. Minseok l'afferrò prima che toccasse il pavimento, lo spostò di lato e si rivolse all'animale. Jongdae gli corse davanti per mettersi tra lui e il cane.

«Minseok, non osare picchiarlo.»

Gridò il suo ordine perché venisse udito al di sopra delle risa di Chanyeol. Minseok sembrava sul punto di inveire contro Jongdae.

«Non ho intenzione di picchiarlo. Togliti dai piedi, e smettila di torcerti le mani. Non gli farò del male. Dogo, basta con quei maledetti latrati.»

Jongdae non si mosse. Minseok lo spostò di lato, quindi si piegò su un ginocchio e costrinse il cane ad aprire la bocca per poterlo liberare dall'ingombrante palla di carta. Dogo non voleva collaborare. Prima di arrendersi guaì offeso.

Minseok non permise a Jongdae di consolarlo. Si alzò, l'afferrò per le spalle e gli chiese un bacio in segno di saluto.

«Davanti ai tuoi uomini?» bisbigliò Jongdae.

Lui annuì. Jongdae cominciò ad arrossire. Quella bocca catturò la sua in un lungo bacio, che Lui concluse con un sospiro. Era un tantino confuso quando Minseok si ritrasse.

«Mi sembri stanco, marito. Dovresti riposare.»

Minseok fece quell'osservazione già diretto alla porta. Lui lo rincorse.

«Non puoi parlare seriamente, signore.»

«Parlo sempre seriamente, signore.»

«Ma sono appena uscito dal letto. Certo non ti aspetti che mi faccia una dormitina.»

«Mi aspetto che ti riposi», gridò lui senza voltarsi. «E cambiati l'abito, Jongdae. Hai messo quello sbagliato.»

«È venerdì», gli ricordò Jongin.

Lui sospirò in modo poco elegante. Baekhyun attese che gli uomini fossero usciti, quindi corse da lui. «Andate a sedervi, Jongdae. Non dovete affaticarvi.»

Jongdae ebbe voglia di gridare, ma resistette alla tentazione. «Dannazione... Baekhyun, ti sembro malato?»

Il ragazzo lo studiò attentamente prima di scuotere la testa. «A dire il vero mi sembrate sanissimo.»

«Tu ti siederai a riposare?»

«Io ho i miei lavori che mi aspettano», rispose Baekhyun. «Non ho tempo di sedermi.»

Between two worldsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora