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Minseok fu il primo a entrare in camera. Non sembrò felice di trovarvi suo marito. Scosse la testa, guardandolo. Lui finse di non accorgersene.

«Avete un aspetto migliore oggi», disse Minseok.

Zhang si scostò dal ragazzo per guardare suo figlio. Avanzò verso il letto, poi si fermò bruscamente. «Dannazione», sussurrò, facendosi sentire da tutti.

La vista del volto di suo figlio segnato dalle percosse lo fece impallidire. Jongdae si era preparato a trovarlo antipatico. Lui aveva rifiutato di ascoltare le implorazioni del figlio e l'aveva costretto a tornare dai Jeon. Eppure quella reazione gli faceva ripensare al suo giudizio. Forse lui non aveva capito in che situazione orribile si trovasse Yixing.

No, si disse. Non gli avrebbe concesso il beneficio del dubbio. Non gli importava di non essere abbastanza caritatevole. Nella sua mente lui era responsabile per il misero stato di Yixing, che aveva rischiato la morte, quanto lo era Woonsik.

Non bello d'aspetto, era molto basso, a giudicare dal fatto che Minseok torreggiava su di lui. Doveva avere il doppio degli anni di suo marito, perché i capelli castani erano in gran parte colorati di grigio. Profonde rughe si allargavano all'angolo dei suoi occhi e intorno alla sua bocca. Come il figlio, aveva gli occhi castani. Il naso, grosso e a becco d'aquila, era la parte più evidente del volto. Fortunatamente Yixing non l'aveva ereditato.

Minseok si mise al fianco di Jongdae. La finestra era alle loro spalle.

«Buongiorno, papà.»

Zhang finalmente si riscosse dalla sorpresa iniziale. Si avvicinò al letto, si chinò e prese la mano del figlio.

«Yixing, che cosa ti sei fatto?»

La voce era colma d'affetto, ma Jongdae trovò la domanda scandalosa. Furibondo, andò a mettersi tra padre e figlio. Il signore lasciò la mano di Yixing e arretrò di un passo. Scorgendo la collera sul viso di Jongdae, indietreggiò ancora.

«Chiedete che cosa si è fatto? Davvero pensate che si sia procurato da solo queste lesioni?»

Zhang spalancò gli occhi. Fece un altro passo indietro, con l'evidente intenzione di allontanarsi dall'ira di lui, che gli si riversava contro.

«No, non credo» rispose.

«I responsabili sono Woonsik e suo padre... oltre a voi, Zhang. Sì, anche voi siete responsabile.»

Il padre di Yixing si rivolse a Minseok. «Chi è questo ragazzo?» gridò.

Minseok gli si mise al fianco. «È mio marito», replicò con durezza. «E non provare ad alzare la voce davanti a lui.»

«Non è di queste parti», commentò Zhang con un tono molto più basso.

«Viene dalla capitale.»

«Mi chiedo se tutti i ragazzi nella capitale vengano educate a rivolgersi ai più grandi in modo così poco rispettoso.»

Minseok si girò verso Jongdae. Probabilmente Lui moriva dalla voglia di rispondere alla domanda.

«Parlerà lui», si limitò a dire.

Jongdae continuava a fissare Zhang. «Quasi tutti nella capitale vengono incoraggiati a esprimere la loro opinione», disse. «I padri, sapete, amano i figli. E li proteggono, a differenza di quei signori che considerano le alleanze più importanti della sicurezza e della felicità dei loro figli.»

Il viso di Zhang si tinse di rosso. Jongdae si rendeva conto di provocarlo, ma non sembrava importargli. «Voi amate vostro figlio?» chiese.

«Certamente», replicò il signore. «Mi è molto caro.»

Between two worldsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora