Scottarsi

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Venerdì 8 marzo, ore 23:46

-Filo ora mi spieghi perché hai voluto venire anche tu-
Filippo sorrise.
-Dai Ele, sto posto è super figo- lei lo guardò dubbiosa -solo per questo motivo?-
Filippo sorrise di nuovo.
-ovvio-
Arrivarono davanti all'ingresso del Goa Club, Sana li raggiunse poco dopo, seguita da Eva e Fede. Silvia, come al solito si faceva aspettare -dov'è la bionda che il riccio bello e impossibile è appena entrato?- Eleonora vide Edoardo insieme al suo solito gruppetto di amici, quella sera indossava una felpa nera con il cappuccio ed il giubbotto di pelle: classico abbigliamento da quello che non deve chiedere mai.
-inizio ad avere freddo, qualcuno la chiami- si lamentò Sana.
-le ho appena scritto, sta arrivando-

Sabato 9 marzo, ore 01:15

La testa le girava vorticosamente e le scappava troppo la pipì. Decise, facendo appello alla poca lucidità che le era rimasta, di andare in bagno o se la sarebbe fatta addosso. Attraversò la pista da ballo, vide le ragazze ballare e Filippo al bancone che si prendeva l'ennesimo cocktail. Si guardò nel riflesso dello specchio e rabbrividì, per la sua immagine e anche per la coda che avrebbe dovuto fare per svuotarsi la vescica. Una ragazza, che probabilmente aveva già visto a scuola, le sorrise e si lamentò con lei della fila infinita; Eleonora si limitò ad annuire e a sbuffare. Prese il telefono dalla borsa, aprì instagram e pubblicò un selfie con la ragazza che scoprì si chiamasse Giorgia e frequentava la 1ªD, la classe di fianco alla sua. Ecco perché le sembrava di averla già vista.
Due mani le presero i fianchi e la fecero sobbalzare -Ele, hai visto Edo?- , Eleonora si girò e la mise a fuoco -Silvia ma che cazzo ne so dov'è- poi si rese conto di essere stata troppo scontrosa -vuoi che guardo su instagram se ha pubblicato qualche storia?-
Silvia annuì.
-mi faresti un favore Ele, non voglio che veda che gli guardo le storie, penserebbe che ci sono ancora sotto-
La mora cercò nella barra di ricerca "Edoardo Incanti", selezionò il primo risultato e guardò le storie.

-guarda Sil, l'ha pubblicata due minuti fa è vicino al bancone- silvia l'abbracciò -grazie Ele, ti devo un favore- Eleonora fece per zoommare sulla foto ma rispose alla storia

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-guarda Sil, l'ha pubblicata due minuti fa è vicino al bancone- silvia l'abbracciò
-grazie Ele, ti devo un favore-
Eleonora fece per zoommare sulla foto ma rispose alla storia.
Voleva morire.

Sabato 9 marzo, ore 3:08

Un ragazzo biondo ci stava provando con lei da almeno mezz'ora e non la mollava, unica nota positiva era che continuava ad offrirle da bere. Il telefono si mise a suonare proprio mentre lui si era sporto per baciarla -Scusami, devo assolutamente rispondere- rispose alla chiamata senza nemmeno guardare chi fosse il mittente.
-pronto-
Una risata fu la risposta.
-ok ciao- rispose spazientita.
-dai Eleonora Sava lo sai benissimo chi sono- non voleva crederci, come era riuscito ad avere il suo numero.
-che vuoi?- stava continuando la conversazione solo perché il riccio, senza volerlo, l'aveva salvata da una situazione scomoda.
-ti voglio vedere, dove sei?- lei alzò gli occhi al cielo -a casa, sto per dormire- sbiascicò un po' la ragazza.
-non dire stronzate, lo so che sei al Goa anche tu- Eleonora sbuffò -perché me lo chiedi se sai la risposta?-
Edoardo rise -stai ferma lì, ti ho visto-.
Non fece in tempo a guardarsi in torno per vedere se riusciva a individuarlo che lui le sbucò davanti, le sorrise ammiccando.
-esci con me a fumare?- lei lo guardò male -cosa ti fa pensare che io ti dica di sì?- lui non si avvicinò a lei -mi devi un'uscita, ricordi?- .
Fuori dalla discoteca c'era un sacco di gente ubriaca che urlava, rideva e fumava; c'era chi continuava a ballare nonostante non ci fosse la musica lì e chi invece se ne stava seduto sul muretto.
-da quando sei tornata?- il primo ad interrompere il silenzio fu Edoardo.
-da un po'- lui sbuffò -su Eleonora cerco di fare conversazione- la ragazza incurvò le sopracciglia -non ti ho mai detto che avrei risposto alle tue domande ma solo accompagnato a fumare-
Edoardo si strinse nella felpa, il freddo era tagliente nonostante fossero a marzo.
-bene allora parlo io- disse il ragazzo -questi mesi sono volati, fra studio e allenamenti di calcio. Pensare che quest'anno ho la maturità non mi spaventa per nulla, ho già scelto cosa fare dopo ed architettura mi sembra la cosa più logica. Fin da piccolo ho sempre voluto lavorare con mio padre nella ditta di famiglia, mia madre invece mi vorrebbe medico, me fa ridere perché se porta a casa sempre sti foglietti scritti piccoli piccoli per iscriversi al test de medicina che immancabilmente me ritrovo sulla scrivania. Pensa che è arrivata a mettermeli pure in doccia- Eleonora rise senza volerlo -ah allora te faccio ridere- la ragazza tornò seria -ti sbagli, non ridevo per te-
Edoardo spense la sigaretta, abbassò il cappuccio della felpa e le sì avvicinò ad un orecchio -domani sera te passo a prendere, vestiti comoda-

Teniamoci stretti che c'è vento forte Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora