Sicuro instabile

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Giovedì 4 aprile, ore 03:40

-Che dici forse è meglio se non andiamo a scuola domani?- gli disse in un orecchio il ragazzo che stava accoccolato a lei.
-Che palle Edo, è colpa tua- lui rise -ma che voi che stai mbriaca?- lei si girò su un fianco dandogli le spalle. -Come sei permalosa aò, mi dici che c'è?- lei non si girò, allora lui si alzò dal letto e si diresse da lei, voleva vederla in faccia. Non avevano abbassato le tapparelle così la luce dei lampioni entrava dalla finestra, il volto di Edoardo era illuminato per metà e l'altra era in totale ombra. Eleonora pensò che fosse bello, che forse lo era fin troppo. Si maledisse, stava diventando una rammollita. -Dai Ele- le accarezzò il viso con il dorso della mano e le lasciò un bacio sulla fronte -che succede?- lei tirò su con il naso e si mise a sedere sul letto, lui la imitò.
-Mi abbracci?- disse lei balbettando -e me lo chiedi?- l'abbracciò facendo aderire i loro petti. -Ascolta- disse allontandosi per guardarla negli occhi -se è per la questione del fatto che non vuoi scopare è tutto ok- lei abbassò lo sguardo -non è solo quello, non so che mi prende- le lacrime scesero dagli occhi prima che lei potesse fare qualcosa per fermarle.
-No dai non fare così, ce sto lo stesso con te- rise lui -Ele me piaci un sacco, te lo dico sempre e me basta che non mi lasci tu ok?- Eleonora rise, il fatto che fosse passato così repentinamente dal romanaccio all'italiano le ricordò il fratello che veniva ripreso dalla madre.
-Ecco se ridi è molto meglio- disse sedendosi di fianco a lei.
-Ti prometto una cosa- prese parola Eleonora, dopo diversi minuti che stavano in silenzio -che se ti lascio non lo faccio per messaggio- lui la guardò malissimo -ti mando un fax- risero entrambi.

Giovedì 4 aprile, ore 11:00

La luce accecante che entrava dalla finestra la fece svegliare, controllò l'ora dalla sveglia, a forma di conchiglia, che aveva sul comodino. Le 11 in punto, cazzo.
Edoardo dormiva beatamente con un piede a penzoloni, lo guardò per un momento, indecisa se svegliarlo o meno. Prese il telefono e controllò i messaggi, Eva le aveva scritto se fosse malata, Silvia se la sera avrebbero fatto aperitivo ed infine Filo la informava del fatto che era uscito presto e non li aveva svegliati.
Si alzò ed andò in bagno, aveva bisogno di lavarsi la faccia; aveva gli occhi appiccicosi per via delle lacrime della notte prima. Si guardò nello specchio e diede una sistemata ai capelli.
-Ele ho una domanda da farti- disse il ragazzo sdraiato sul suo letto.
Lei sbucò dal bagno con lo spazzolino in bocca e lo guardò -chiedi pure- lui le sorrise e disse tutto d'un fiato -i tuoi occhi quando sono chiusi rimangono verdi?-
Lei rise e gli tirò la salvietta in faccia.
-Quanto sei scemo- Edoardo si alzò ed infilò i pantaloni, che pochi istanti prima erano per terra insieme al resto dei suoi vestiti. -Che dici se sistemiamo la cucina e andiamo al mare?- lei lo guardò per capire se fosse serio -dai è una giornata perfetta per stare in spiaggia- Eleonora tornò in bagno lasciandolo lì, in mezzo alla stanza, senza maglietta e con la faccia assonnata. Edoardo la raggiunse in bagno -che c'è ancora per ieri?- lei scosse il capo -no solo che non staremo correndo troppo? Sai il fatto che tu dorma qui, svegliarci insieme, passare la giornata insieme- lui uscì, si sedette sul suo letto e si infilò le converse nere. Si mise la maglietta ed il giubbetto di pelle, senza proferire una parola, raccolse lo zaino da terra e si avviò verso la porta. Forse avrebbe dovuto fermarlo, ma in quel momento rimase immobile. Senza girarsi aprì la porta verde oliva ed uscì di casa, alzò la mano in segno di saluto mentre scendeva le scale. Che cosa stava succedendo? Si diede della stupida ed infilò il primo vestito che aveva trovato nell'armadio. Corse alla finestra e fortunatamente lui era lì, fumava appoggiato alla sua macchina e le sorrise.
-Scendo-

Giovedì 4 aprile, ore 15:52

Chat "LE MATTE"
Silvia: ragazze che ne dite di aperitivo e poi usciamo? Tanto domani c'è ancora autogestione
Fede: raga per me è si
Eva: ore?
Sana: io ci sono dopo le 18, prima devo pregare
Eva: va benissimo Sana
Silvia: per me è ok!!
Fede: daje
Silvia: ma Ele?
Eva: Ele? Che fai vieni?

Lesse la chat e mise il telefono nello zaino. Stava diventando quel che più odiava, una sfigata che stava tutto il tempo con il fidanzato e mai con le amiche. Vide in lontananza Edoardo parlare al telefono in modo animato, quando riattaccò tirò un calcio alla sabbia. Cercò di non scoppiare a ridere ma la scena fu piuttosto esilarante, quando lo vide tornare si fece seria fingendo di essere preoccupata per lui. -Che c'è?- lui la guardò -solite robe, dobbiamo tornare però- senza aggiungere altro prese a camminare verso la sua auto. -Mi prendi per il culo?- urlò Eleonora -che dici?- la ragazza si alzò e andò verso il riccio -siamo venuti al mare dopo che tu avevi messo il muso, è andato tutto bene fino ad ora e adesso sbrocchi a caso e vuoi tornare a casa?- lui si morse la lingua ma continuò a darle le spalle
-dai Ele ma davero davero vuoi litigare?- non ci vedeva più dalla rabbia, si piazzò davanti a lui e gli sventolò l'indice davanti alla faccia -sono stanca Edoardo, puoi fare sempre quel cazzo che vuoi, non con me ok?-. Lui si avvicinò a lei -ma la finisci che ci guardano?- lei lo spinse lontano -sai che mi frega?- Edoardo strizzò gli occhi -Eleonora non mi va ok? Sono già incazzato per gli stracazzi miei e tu me devi rompere i coglioni perché non hai voglia di andare a casa?- lei si girò e prese a camminare verso il lungomare -vattene a fanculo, corri da chi devi andare. Io torno in treno- lui la rincorse -non dire cazzate- Eleonora non si girò ed attraversò la strada nella direzione della stazione.
Alla biglietteria chiese un biglietto per "termini". Edoardo le fermò la mano -Ele dai, non fa ste cose- lei non lo ascoltò e si diresse verso il binario 2. -Guarda che se prendi sto treno abbiamo chiuso- lei fece spallucce e proseguì nella direzione che aveva preso, si girò solo quando fu sicura che lui se ne fosse andato.

•cose di poco conto
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Teniamoci stretti che c'è vento forte Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora